Sono passati 4 anni dal calerà ma a Napoli tutto è come prima di Adriaco Luise

Sono passati 4 anni dal calerà ma a Napoli tutto è come prima Nessun depuratore è entrato ancora in attività Sono passati 4 anni dal calerà ma a Napoli tutto è come prima I fondi (1400 miliardi) sono stati stanziati, ma ritardi burocratici hanno impedito sino ad ora il risanamento ecologico - La gente guarda con preoccupazione all'imminente estate (Dal nostro corrispondente) Napoli, 15 marzo. A quattro anni dall'amara esperienza del colera, non un solo depuratore finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno per centinaia di miliardi, in base ai progetti speciali, è in attività lungo la fascia costiera del Golfo per sottrarre alle acque tutto il veleno degli scarichi. La situazione del mare di Napoli è immutata, non è scongiurato il pericolo di tifo, epatite virale ed altre malattie infettive. I provvedimenti per disinquinare le acque, per restituirle ai bagnanti nella loro piena salubrità, sono an¬ cora nella fase di studio. Interventi risolutivi stentano a concretizzarsi anche se per alcuni impianti sono state indette le gare di appalto. Ritardi ed ostacoli di «ordine burocratico, di natura squisitamente politica» hanno impedito il risanamento ecologico, il rilancio di tutte quelle attività che rappresentano occasioni di vita e di lavoro per migliaia di persone. Le categorie interessate, sotto l'incalzare della primavera, guardano con giustificata apprensione all'imminente estate, all'incerta stagione turistica. Purtroppo l'«operazione mare pulito» rimane impiglia- tdeumzpsavndfnal ta in un groviglio di dispute e dibattiti che continuano ad esplorare, a mettere a fuoco una vasta gamma di problemi; espropri dei suoli, localizzazione degli impianti, difesa paesaggistica delle zone prescelte, canoni di concessione, attraversamento di suoli privati, di strade e ferrovie... Una catena di interessi e normative che vanno affrontati e risolti per ogni singolo depuratore e l'impresa non è facile. Forse per il 1977 e per qualche anno ancora la balneazione è compromessa ed è attesa da un giorno all'altro la pioggia di divieti lungo il litorale più inquinato della nostra penisola. Tuttavia la Regione, la Provincia ed altri interessati stanno svolgendo proprio in questi giorni un'azione intensa per superare le difficoltà che ancora sussistono, per dare un avvio alla fase di realizzazione delle opere. Se non interverranno nuovi ostacoli vi sono speranze che in un futuro più o meno prossimo qualcosa vada in porto e vengano infine rispettate le esigenze di una balneazione igienica e sana. «Proprio in Questi giorni abbiamo parlato in prefettura, in una riunione con il sottosegretario al Bilancio Scotti — dice l'assessore regionale del ramo, Ciro Cirillo, democristiano —, si sono concordate le modalità per aggredire gli ostacoli procedurali che hanno impedito l'attuazione delle opere dei primi sei lotti, già deliberati nell'ambito del progetto speciale sul disinquinamento del Golfo. Abbiamo fissato un calendario a breve termine degli incontri con le amministrazioni comunali e gli enti interessati, allo scopo di stringere i tempi. I ritardi danneggiano tutti...». La spesa per ripulire il mare di Napoli e realizzare i depuratori è prevista in 1400 miliardi di lire stanziati con la legge del « dopo colera ». Interessa una fascia litoranea lunga 260 chilometri e ben 190 Comuni, da Gaeta a Salerno. L'attenzione degli esperti è rivolta principalmente al depuratore del grande collettore di Cuma, recentemente compromesso da una ampia voragine per cui un fiume nero di liquami si riversa ogni giorno nel lago di Averno e nel Golfo di Poz¬ zuoli. Gli indugi sono dovuti al mancato consenso della sovrintendenza ai monumenti, timorosa di assestare un duro colpo al paesaggio della zona flegrea, già deturpata da una sfrenata speculazione edilizia con l'installazione di vasche e tubazioni lungo il litorale flegreo, in prossimità della superba acropoli di Cuma, della grotta della Sibilla. Situazione analoga sul versante opposto e che rappresenta un esempio emblematico per spiegare la lentezza nell'esecuzione delle opere. Tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia dovrebbe sorgere il depuratore alla foce del fiume Sarno. Perplessità ed incertezze al riguardo regnano negli amministratori dei Comuni vesuviani che temono di compromettere con decisioni affrettate l'ambiente e l'economia locale. «Abbiamo poche risorse — dicono a Torre Annunziata — scarse occasioni di lavoro, un'alta percentuale di disoccupati. Dobbiamo difendere quel poco che abbiamo, non possiamo consentire che il depuratore sorga su quella che è la sola spiaggia di cui possiamo menar vanto. Bisogna trovare altrove la sua localizzazione ». Grida di allarme anche ad Ischia, dove si vanno sperimentando nuove tecnologie nella realizzazione di depuratori con vasche coperte e riciclaggio delle acque al 95 per cento. Le lamentele riguardano i centri di Forio d'Ischia e Barano, interessati dal turismo balneare e montano. Si chiede che gli impianti siano realizzati al riparo da occhi indiscreti, il più lontano possibile dall'abitato. «.Ragioni validissime — commenta l'assessore Cirillo — e per tutti si deve cercare una soluzione e rimedi validi ai suggerimenti espressi. I progetti vanno quindi riesaminati, confrontati con le esigenze delle popolazioni, un lavoro che richiede tempo, forse troppo tempo, ma è importante farlo bene ». Adriaco Luise -jJT Vi'."-; ' Napoli. Bambini giocano con i rifiuti in un vicolo del centro storico (Foto Grazia Neri)

Persone citate: Bambini, Ciro Cirillo, Grazia Neri