Attentati la Milana di Marzio Fabbri

Attentati la Milana Attentati la Milana Milano, 12 marzo. Per la prima volta nella travagliata storia delle agitazioni studentesche milanesi, sono comparse le armi da fuoco; stamane, infatti, numerosi colpi di pistola Magnum calibro 44 sono stati esplosi contro le vetrate antiproiettile dell'Associazione lombarda degli industriali, che sono andate in frantumi. Altri colpi sono stati sparati contro i pneumatici di un'autopompa dei vigili del fuoco accorsa per spegnere un incendio appiccato dai dimostranti; infine, un vigile urbano, minacciato con un'arma di grosso calibro, è stato costretto a consegnare la pistola d'ordinanza. Protagonisti di questi fatti, e di un'altra lunga serie di episodi teppistici, sono alcuni aderenti ad «Autonomia operaia», non più di 200 in mezzo alle migliaia di manifestanti. Fortunatamente non ci sono da lamentare feriti seri: solo alcuni contusi in tafferugli avvenuti nelle scuole. I disordini sono avvenuti ai margini di una manifestazione studentesca indetta da Avanguardia operaia, Movimento lavoratori per il socialismo, pdup, Lotta continua, per protestare contro gli incidenti di ieri all'Università di Bologna nel corso dei quali è stato ucciso il giovane Pier Francesco Lorusso. II corteo si è mosso da Piazza Santo Stefano, nei pressi dell'Università statale, lungo un percorso autorizzato dalla questura. Mentre il grosso dei partecipanti marciava scandendo slogan, ma senza provocare incidenti, ai lati gruppetti di giovani, che si richiamano all'ideologia dell'autonomia operaia, si muovevano rapidamente, i visi coperti da fazzoletti e i tascapane rigonfi. Un primo momento di tensione si è avuto quando i manifestanti sono giunti in Piazza San Babila. Circa duecento ragazzi si sono schierati a pochi metri dal servizio d'ordine della polizia, predisposto a difesa della prefettura, e hanno lungamente scandito slogan senza però attaccare. Due gruppetti, ognuno di un centinaio di teppisti, si sono separati e hanno cominciato sistematiche devastazioni. Il primo ha raggiunto la sede dell'Assolombarda in via Pantano e ha fatto partire un fitto lancio di bottiglie incendiarie a innesco chimico, un tipo più sofisticato di quelle tradizionali, che esplodono anche se la bottiglia non si rompe. Mentre al palazzo degli industriali c'era un principio d'incendio, dalle fila dei giovani partivano numerosi colpi di pistola che foravano le vetrate antiproiettile degli uffici, per fortuna in quel momento deserti. Marzio Fabbri

Persone citate: Milana, Pier Francesco Lorusso

Luoghi citati: Milano