La grave crisi di Giovanni Trovati

La grave crisi La grave crisi (Segue dalla V pagina) pero si è avuto ieri pomerìggio quando la segreteria della Federazione dei metalmeccanici hu diffuso un duro comunicato contro le forze dell'ordine, ha parlato di un «clima di restaurazione e di paura», di un «disegno repressivo» e ha chiamato direttamente in causa «le responsabilità del governo». Ma la posizione dei metalmeccanici, tutta a favore degli studenti, è stata corretta dalla Federazione Cgìl, Cisl e UH. La Federazione riconosce che si spara con troppa facilità e che le forze dell'ordine non sono ben preparate, ma condanna la violenza come metodo del confronto politico «che rientra oggettivamente nella strategia dei gruppi eversivi». Perché questa differenza tra una categoria sindacale e la Federazione? Perché su cento elementi dell'estrema sinistra che militano nelle Confederazioni, almeno novanta si trovano tra i metalmeccanici, e la segreteria dei metalmeccanici si preoccupava di non allargare il già segnato solco con Lotta continua e con Avanguardia operaia. Ma gli stessi metalmeccanici già assumevano venerdì sera un diverso atteggiamento, quando a gruppi si recavano b presidiare punti delicati di Bologna contro eventuali attacchi di teppisti, e oggi hanno confermato questo atteggiamento sempre a Bologna quando, pur tra proteste, si sono rifiutati di lasciar parlare gli studenti in un comizio, perché non accettavano di pronunciarsi contro gli atti di violenza e di teppismo che erano stati consumati. Forse il mutato atteggiamento dei metalmeccanici risente anche del giudizio duramente negativo della segreteria del pei: «Tali atti criminosi sono compiuti da gruppi squadristici e sono assecondati e persino teorizzati da talune formazioni estremiste, dandosi in tal modo vita a tumultuose e violente manifestazioni in cui determinante diviene il ruolo di veri e propri agenti provocatori e di fascisti». Di fascismo rosso scrive anche II Popolo di oggi. Si dice che nel pei Ci sia chi vede una strategia dei gruppi estremisti che dalla contestazione u Lama nell'Università di Roma arriva alle violenze, con il giovane ucciso a Bologna, roccaforte comunista; strategia che mirerebbe a dimostrare che neppure il pei è in grado di garantire l'ordine. I partiti, rifiutati dal nuovo movimento degli studenti, sono sospinti verso un'alleanza obbligata per mantenere l'ordine democratico (è l'appello che rivolge il pei); quest'alleanza nelle condizioni attuali dovrebbe rafforzare il monocolore, uscito malconcio dal logorio dei provvedimenti modificati dal Parlamento, dagli incontri sempre meno proficui con i sindacati, infine dal dibattito sul caso Lockheed. Giovanni Trovati

Persone citate: Lama

Luoghi citati: Bologna, Roma