Guerriglia a Roma di Fabrizio CarboneLiliana Madeo

Guerriglia a Roma Guerriglia a Roma (Segue dalla 1' pagina) compatto di migliaia e migliaia: età tra i 15 e i 30 anni. In testa un vero «plotone» che grida: «Guai, guai a chi ci tocca, ministro Cossiga, ti spareremo in bocca». Gli slogan sono pochi, ma duri, violenti, urlati con una rabbia forsennata. E' il preludio agli scontri che una fetta del corteo vuole ad ogni costo perché crede solo nella violenza. ORE 17,45: il primo scontro è tra piazza Venezia e piazza del Gesù, sede della democrazia cristiana. Poco prima il corteo aveva modificato struttura. La «testa» era passata indietro, dopo il gruppo delle femministe. E proprio quando le ragazze imboccano via del Plebiscito gridando «Panzìeri libero, Panzieri libero», un commando di «autonomi» si sgancia e cerca di aprirsi un varco verso la sede della de. In sequenza partono le «molotov», poi i lacrimogeni di risposta, poi colpi d'arma da fuoco. Piove a diluvio con grandine e tuoni. Gli agenti schierati all'imbocco del corso sparano i candelotti verso il centro di piazza Venezia. Il corteo si spacca in tre tronconi. La manifestazione è finita e comincia la guerriglia. Invano qualcuno tenta di riorganizzare le file. Ha via libera il teppismo contro le auto in sosta, contro le vetrine dei negozi. L'operazione di chi valeva lo scontro è riuscita; è fallito il tentativo di chi voleva scendere in piazza e mostrare la forza politica di questo movimento studentesco. ORE 18: mentre cominciano ad arrivare le prime notizie di agenti feriti, ma non gravemente, da colpi di arma da fuoco, scoppia il secondo scontro in Largo Argentina. « Molotov » contro la Banca d'America e d'Italia (un principio d'incendio viene domato), auto in mezzo alla strada, barricate, sassaiola, altri colpi di rivoltella. Rispondono le forze di polizia con cariche e gas lacrimogeni. Ma i focolai di guerriglia si estendono verso via Arenula, Campo de' Fiori, Largo Cairoli. Compaiono carabinieri con i giubbetti bianchi antiproiettile. L'aria è irrespirabile per i gas. La scena è irreale. ORE 18,30: viene presa d'assalto l'armeria « Indoni ». La saracinesca è stata forzata e viene fatta man bassa di armi! Intanto il primo troncone del corteo arriva in Piazza del Popolo, dove si sarebbe dovuto svolgere un comizio. Ma anche qui un commando si è lanciato contro la sede della legione carabinieri Lazio sparando colpi di pistola, lanciando «molotov». Il bar «Rosati» è stato saccheggiato. Ormai diventa impossibile controllare le mosse della guerriglia. E' un piano prestabilito: vengono formati sbarramenti con autobus e poi si scatena la violenza. ORE 19,30: cortei di mille, millecinquecento persone si muovono in direzioni opposte: verso via Veneto, al quartiere Flaminio, oltre Ponte Margherita, in via Cola di Rienzo. Verso corso d'Italia un assalto alle vetrine dell'Alfa Romeo, e un lancio di «molotov» contro il palazzo dove ha sede l'ambasciata del Cile. Si inizia un incendio, ma i vigili del fuoco non riescono ad avvicinarsi alla zona, interviene la polizia con altre cariche. ORE 20,30- polizia e carabinieri si spostano velocemente con grossi contingenti nelle direzioni in cui scoppiano i nuovi focolai di guerriglia. Dove è passata la furia devastatrice, ed è tornata la calma, lo spettacolo mostra file e file di auto senza finestrini, negozi in frantumi, vetrate di bar e alberghi fracassate. Si comincia a fare un primo bilancio dei feriti: nove agenti sono in ospedale per ferite d'arma da fuoco alle gambe o di striscio: Carmine del Prete, colpito allo zigomo destro, Giovanni Stigliano alla gamba destra, guariranno in 15 e 10 giorni. La sala operativa comunica danni a due centraline Sip incendiate e un assalto ad un posto di polizia nel rione Campitelli. Dieci persone sono arrestate, altre fermate. ORE 21: la guerriglia si sposta in piazza Navona e in piazza Cavour, due zone rimaste indenni in un primo momento. Fitto lancio di lacrimogeni a protezione della sede del Popolo, il quotidiano della democrazia cristiana che un ennesimo « commando » cerca di attaccare partendo dai vicoli intorno a piazza delle Cinque Lune e corso Umberto. Dall'altra parte del Tevere la situazione è precipitata: automobili incendiate in via della Conciliazione; in via Cicerone distrutto un concessionario della «Ford». Si sentono continui colpi di pistola, confermati da testimoni oculari. Il ministero dell'Interno ha disposto l'invio nelle zone più «calde» di mezzi blindati. Un'auto della polizia è stata assalita a colpi di fucile da caccia, probabilmente rubato nell'armeria svaligiata. E' un susseguirsi di assalti. Sembra impossibile che giovani provenienti da altre città d'Italia conoscano punti e luoghi dove operare e si muovano in perfetta sincronia nel buio di una città deserta e sgomenta. Si parla di gruppi di provocatori e di fascisti che si sarebbero mischiati alle bande dell'«autonomia», contando nella confusione, nella pioggia, nello sbandamento dei cortei. ORE 21,15: il commissariato Borgo di piazza Cavour è stato attaccato con « molotov » e colpi di pistola. Un ordigno — segnala un'agenzia — è esploso in piazza del Campidoglio. Sul ponte Margherita viene ferita una guardia di 25 anni, Cesare Onofri, alla scapola sinistra: è ricoverato al policlinico con prognosi riservata. Incredibilmente ci sono tronconi di cortei bloccati sui lungotevere. Si tratta di studenti che, quando è scoppiata la scintilla della guerriglia in piazza Venezia, erano ancora fermi al punto di raduno. Questi giovani scandiscono slogan contro i commandos di « provocatori ». Nessuno si muove perché tutti i ponti sono bloccati. Un gruppo di manifestanti sfonda la saracinesca dell'armeria Casciano, in largo Benedetto Cairoli e penetra all'interno. La polizia converge in largo Cairoli. ORE 21,30: giungono notizie di arresti e fermi di giovani. Due — non si conoscono i nomi — sono stati bloccati per l'assalto all'armeria. Tre per l'attacco al commissariato Borgo. Decine sono le persone portate in questura per accertamenti. La situazione non è ancora normalizzata. I focolai di guerriglia continuano. ORE 22: fucili da caccia e centinaia di cartucce sono stati ritrovati vicino alle due armerie svaligiate. Dopo le 22 nella zona si sono udita ancora colpi d'arma da fuoco. ORE 22,15: posto di blocco dei carabinieri sul lungotevere all'altezza di ponte Mazzini, per individuare i responsabili dei furti di armi. Un'automobile con quattro passeggeri è stata fermata: sul sedile posteriore c'era un pacco di plastica trasparente con cartucce. L'uomo al volante è sceso ed ha sparato contro il capitano Iachetti, ferendolo a un braccio, e un brigadiere. Gli altri carabinieri hanno risposto al fuoco e il giovane è stato ferito. Gli altri tre, tra cui una donna, sono stati arrestati e condotti negli uffici della caserma « Podgora » di via Corsini. ORE 22,30: tutta l'area intorno al carcere di Regina Coeli è chiusa al traffico e presidiata da reparti di polizia e carabinieri che vogliono prevenire un possibile assalto armato all'istituto di pena. Nelle altre zone della città sembra tornare la calma. ORE 23: tre giovani sono stati fermati nei pressi di Campo de' Fiori perché trovati in possesso di armi. Intanto la polizia ha predisposto posti di blocco. Vengono controllate le zone della stazione, da cui molti dimostranti dovranno ripartire, e quella del Colosseo, dove sono ancora parcheggiati decine di autopullman che devono tornare alle città di provenienza. Squadre di artificieri lavorano per disinnescare ordigni incendiari, abbandonati per le vie del centro. Lentamente la situazione sta tornando calma. Fabrizio Carbone Liliana Madeo

Luoghi citati: Cile, Italia, Lazio, Roma