I lettori discutono di Vittorio Gorresio

I lettori discutono I lettori discutono Gli invalidi guardiani dei fati Ci spiace che sia sfuggita alla sensibilità di Vittorio Gorresio l'inopportunità di abbordare temi dolorosi — quello, nel nostro caso, dell'inserimento lavorativo degli handicappati — col tono ironico e scanzonato adottato nel «Taccuino» del primo marzo «Invalidi guardiani dei fari». Ci permettiamo ricordare l'esperienza altamente positiva eseguita in Provincia di Parma (illustrata per nostra iniziativa dal dottor Bagnasco alla Galleria d'Arte moderna 1*11 novembre u.s.) per l'inserimento di handicappati, anche di grado elevato, in attività lavorative, fruendo all'uopo non solo di una preziosa collaborazione da parte dei sindacati, ma anche di appositi contributi Cee; e ricordiamo anche che il nostro Coordinamento sta adoperandosi per avviare a Torino in collaborazione coi sindacati un'analoga iniziativa, la cui realizzazione potrebbe certo esser favorita da un serio lavoro di informazione curato dalla stampa cittadina. L'obbligo di inserire nelle forze lavoro determinate percentuali di handicappati deriva da vecchie disposizioni e la giustificazione è ovvia. Il loro inserimento è in mansioni non intralciate dal deficit di cui essi soffrono. Ferida Tonizzo, Torino per Coordinamento Sanità Assistenza fra i movimenti di base / cisternisti e il ministro dell'Industria Egregio direttore, continuo a dover notare che si scrivono sul Suo giornale alcune notizie senza una precisa informazione. Non è vero che io non mi sia incontrato il giorno 8 scorso con le categorie interessate alla vertenza degli autotrasportatori di carburante. L'ho fatto, come è riferito da gran parte della stampa nazionale, nel corso di una giornata di lavoro di quasi 13 ore. Dalle ore 16 sono stato impegnato in una riunione con rappresentanti dei lavoratori delle aziende del gruppo ex Egam. Poco dopo le 20 ho ripreso una riunione per la Orsi-Mangelli di Fori), in crisi, ed alle 22,30 sono intervenuto fino alle 24 alla riunione per gli autotrasportatori che il mio direttore generale, professor Ammassari, aveva iniziato alle 19,30. Aggiungo: la questione non è di competenza del ministero dell'Industria, ma di quello dei trasporti e, tuttavia, ce ne siamo occupati superando forme e pregiudiziali per arrivare al più rapido sbocco. Quanto alla scarsa conoscenza del Paese da parte di chi governa, ho registrato nei colloqui del giorno 8 scorso che i rappresentanti sindacali degli autotrasportatori sono stati scavalcati dall'assemblea di base tal che il blocco dei trasporti è stato deciso senza che fosse presentata alle controparti alcuna piattaforma di richieste. Al di là della singola rettifica constato lo spirito malevolo che quasi quotidianamente mi viene dedicato dal suo giornale. Sono soritti di giornalisti che non conosco, non parlano con me delle cose che scrivono e non chiedono né verifiche, né controlli. Tutto questo è tollerabile nel quadro della libertà di stampa che non può evitare deformazioni e faziosità. Non ritengo invece di poter accettare rilievi sulla intensità del lavoro che mi compete: se lo desidera sarò a disposizione ogni 24 ore di un suo redattore che potrà compilare il rendiconto della mia attività. Carlo Donat-Cattin ministro dell'Industria P.S. Leggo in ritardo, perché indisposto, una lettera sull'argomento dell'onorevole Libertini, presidente della commissione trasporti della Camera. La lettera mi sembra diretta soprattutto a porre in rilievo l'attività della commissione trasporti nel settore specifico, ma non può rinunciare alla polemica contro la mediazione del ministero dell'Industria per i suoi «ritardi seri e deplorevoli». Lo stesso fatto che a scriverla sia stato il presidente della commissione trasporti svuota quell'accenno di polemica ed è chiara prova che il ministero dell'Industria è intervenuto con buona volontà, anche se non competente. Devo sottolineare che è intervenuto a coprire alcuni vuoti lasciati non tanto dal settore competente dell'amministrazione di governo quanto dalle sedi parlamentari competenti in termini legislativi e nella concessione di proroghe nell'attuazione della legislazione. La grande paura delle centrali nucleari Concordo con quanto scritto da Ceronetti e Fazio a proposito delle Centrali nucleari. Tra l'altro l'Italia è in buona parte zona sismica: che accadrebbe di una centrale nucleare durante un terremoto? Desidererei una risposta a questa eventualità tutt'altro che remota e per noi agghiacciante. Mariarosa Reich, Torino

Persone citate: Ammassari, Bagnasco, Carlo Donat-cattin, Ceronetti, Ferida, Libertini, Tonizzo

Luoghi citati: Italia, Torino