A fini elettorali vanta una medaglia mai avuta? di Alberto Cavallari

A fini elettorali vanta una medaglia mai avuta? A fini elettorali vanta una medaglia mai avuta? Ex resistenti gollisti denunciano il ministro della cultura Giroud (Dal nostro corrispondente) Parigi, 10 marzo. Francoise Giroud, segretario di Stato alla Cultura, ex direttrice dell'Express, è al centro di pesanti accuse provocate dagli ultimi giorni di battaglia elettorale. La giornalista radicale passata al giscardismo è stata denunciata alla magistratura per «essersi spacciata come medaglia d'oro della Resistenza e per usurpazione di tìtolo a fine elettoralmente doloso». La denuncia è stata firmata da un folto gruppo di donne decorate come resistenti o come deportate, e il procuratore della Repubblica ha trasmesso immediatamente copia al ministro della Giustizia, Guichard. La risposta di Francoise Giroud è stata laconica: «Arrestata dalla Gestapo nel marzo '44 come staffetta di collegamento, incarcerata a Fresnes, ho ricevuto la medaglia della Resistenza nel settembre 1945 insieme a mia sorella, rientrata dalla deportazione. Come possono uomini e donne che si richiamano al generale De Gaulle contestarmi il diritto di farne menzione? Poiché c'è giustizia, la giustizia giudicherà». Dal settore gollista si sono immediatamente alzate bordate di fuoco in direzione della Giroud. «La signora Giroud — ha dichiarato pubblicamente Yves Guéna, delegato politico del Bpr — ha l'aria di chiudere la questione dicendo che la giustizia dirà se la medaglia è in suo possesso oppure no. Ma il problema non è questo. O si ha questa medaglia o non la si è mai avuta. Il ruolo della giustizia è di stabilire che pena si deve infliggerle per abuso di fiducia rispetto agli elettori. Ciò che mi assale è una profonda tristezza pensando che nella nostra Repubblica, fondata da De Gaulle, un ministro possa scendere così in basso, attribuendosi una decorazione che non ha». La Lettre de la Nation, giornale ufficiale del movimento di Chirac va oltre e chiede che la Giroud sia deferita all'Alta Corte di Giustizia: «Come membro del governo la Giroud deve essere giudicata dall'Alta Corte. Ma ricordiamo che non è mai avvenuto che simili delitti abbiano dovuto essere giudicati a questo livello». Ancora più dr. destra L'Aurore rincalza: «Nessuno ignorava che ci fossero in Francia molti più resistenti di quanti ce ne fossero durante l'occupazione. Ma i falsi resistenti non si lasciavano mai scoprire senza attestati. La Giroud ha forse avuto il torto di credere eh? il suo passato le servisse da salvacondotto?». Naturalmente non è facile giudicare se si tratti di una speculazione elettorale o di un grosso incidente politico per il ministro della Cultura. D'Ornano, candidato giscardiano nella battaglia di Parigi, nella cui lista figura la Giroud, l'ha difesa definendola «una delle più celebri donne di Francia esposta agli attacchi più bassi che la campagna elettorale abbia potuto scatenare». La signora Marie Madeleine Fourcade, presidente del Comitato d'azione per la Resistenza, ha però rafforzato le accuse con un ironico commento: «La medaglia della Resistenza non è di cioccolata, è una cosa seria, attribuita con tanto di decreto del Journal Officiel. Noi abbiamo constatato che, purtroppo per lei, la Giroud credeva di averla, ma che non l'aveva mai ricevuta. Nei titoli per la sua campagna elettorale aveva messo questa medaglia in testa a tutto, in grande evidenza. E noi abbiamo pensato che si stava esagerando». L'ex ministro degli Esteri Jobert è stato ancora più ironico: «Roba da poco — ha detto — sono incidenti che succedono all'ultima ora. Tutti sono pieni di decorazioni, a condizio¬ ne di comportarsi normalmente nella vita. Ma bisogna portarne il meno possibile. Morale: non metterle mai sui vostri manifesti elettorali». A parte questo «incidente di percorso» per i giscardiani la campagna sta volgendo verso la chiusura senza fatti di rilievo. Si nota una certa inclinazione da parte di D'Ornano ad accettare il patto maggioritario offerto da Chirac avanti il primo turno. Ma nessun accordo è ancora intervenuto. Si moltiplicano i sondaggi, a decine, in favore di queste o quelle forze politi, che. Ma l'inflazione è tale che Le Monde chiede ai giornali un «minimo di deontologia nelle loro manipolazioni». La loro credibilità scende, infatti, più il loro numero cresce. Non è facile comunque calmare una tensione politica sempre più forte, e che ha persino spinto il prefetto di Parigi a denunciare «l'eccesso di affissioni elettorali». Alberto Cavallari Francoise Giroud

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