Processo per sequestro Boldrin "Erano gentili" dice la vittima

Processo per sequestro Boldrin "Erano gentili" dice la vittima Roma: cinque imputati tra cui una donna Processo per sequestro Boldrin "Erano gentili" dice la vittima (Dalla redazione romana) Roma, 9 marzo. E' cominciato, oggi, dinanzi ai giudici della settima sezione penale del tribunale, il processo ai rapitori di Marina Boldrin, la figlia dell'ex presidente del «Padova Calcio» rapita 1*11 gennaio scorso nella città veneta e liberata a Roma nove giorni dopo durante una violenta lite scoppiata tra i suoi carcerieri conclusasi con una sparatoria. Imputati di sequestro di persona, ricettazione, falso, appropriazione indebita, favoreggiamento e lesioni personali, sono: Sergio Baccetti, Danilo Marigo, Luigi Varotto, Paolo Michelotto (per l'accusa l'ideatore del rapimento) e Silvia Spanu. Di questi Baccetti e Marigo rimasero feriti nella sparatoria del 20 gennaio. Furono arrestati a Roma mentre tentavano di fuggire su ajto rubate per le vie del centro. Varotto venne rintracciato a Padova e, per ultimi, furono arrestati il Michelotto e la Spanu. Su richiesta dell'avvocato di parte civile, gli imputati sono stati interrogati uno per volta, mentre gli altri venivano trattenuti fuori dell'aula. Baccetti ha tentato di scagionare Paolo Michelotto che, secondo lui, è estraneo al sequestro. L'imputato ha confermato di aver curato i rapporti con la famiglia Boldrin e ha detto che custodi a Roma la donna insieme con il Marigo, Varotto e con un'altra persona. Sulla sparatoria avvenuta nella «prigione» della Boldrin, Varotto ha precisato di aver litigato con gli altri perché questi non volevano che lui li abbandonasse: «Del riscatto — ha aggiunto — non mi interessava più nulla». Paolo Michelotto ha escluso la sua partecipazione sia come mente sia come esecutore del rapimento; ha ammesso di aver conosciuto in passato Baccetti e ha fornito alcuni elementi per il suo alibi. E' stata infine ascoltata Marina Boldrin. La donna, tranquilla e sicura di se, ha rivissuto e narrato ai giudici le fasi del suo rapimento. Durante la prigionia, la donna si rese conto che i carcerieri, nonostante parlassero con accento meridionale, erano del Nord. «I miei sorveglianti, tre o quattro persone, furono sempre molto gentili, quasi premurosi. L'unico momento drammatico fu quando litigarono tra loro e udii numerosi colpi di pistola». Il processo e stato aggiornato a venerdì 11 marzo. Roma. Luigi Varotto, uno dei rapitori di Marina Boldrin, mentre giunge in aula (Ap)

Luoghi citati: Padova, Roma