Uri Geller, Majorca, Fogar tornati dal mare maledetto di Paolo Bertoldi

Uri Geller, Majorca, Fogar tornati dal mare maledetto Nel triangolo delle Bermude Uri Geller, Majorca, Fogar tornati dal mare maledetto Milano, 9 marzo. La spedizione italiana nel triangolo delle Bermude è terminata. Non è stata un'impresa eccezionale, ma neppure una crociera di divertimento. Personaggi noti quali Uri Geller, l'israeliano dotato di poteri extrasensoriali, Enzo Majorca, primatista mondiale di profondità, Ambrogio Fogar, il navigatore del giro del mondo in solitario, hanno studiato la zona insieme con professori di università e tecnici di ogni genere. Il mare dove hanno lavorato è compreso, grosso modo, tra Miami (Florida), Portorico e le Bermude, un settore maledetto dell'Atlantico, dove navi ed aerei svaniscono nel nulla, gli strumenti elettronici impazziscono. «E' stata un'esperienza avvincente — racconta Fogar —. Le apparecchiature speciali di bordo hanno denunciato fenomeni inconsueti. Quando ci imbattevamo in una zona "strana" Majorca si tuffava per esperimenti o per raccogliere pezzi di roccia». Il viaggio di studio è stato compiuto con due battelli: uno a vela, il Koala 50 «Aventure» proveniente dall'Italia ed uno a motore adatto a muoversi in acque basse, affittato in Florida. Fogar comandava il primo. Al capitano statunitense Cook era affi¬ dato il barcone. Sui due natanti si sono alternati Enzo Majorca, con la figlia Patrizia, Uri Geller, il dottor Camini, l'operatore cinematografico Mangiali, tutti esperti sub, il prof. Carabelli docente in geofisica all'università di Milano, alcuni tecnici di una ditta specializzata in rivelatori di campi magnetici «Avete avuto avventure impressionanti?». «Nessuna — dice Fogar — ma non per questo si può parlare di una leggenda delle Bermude. Professori dell'università e dell'Istituto Oceanografico della Florida hanno seguito con attenzione il nostro lavoro, confermando con dati e statistiche che "laggiù" qualcosa di strano esiste. Perfino la Coast Guard statunitense, sebbene ufficialmente neghi l'esistenza del triangolo della morte, si è interessata alle nostre ricerche, intervenendo anche con i suoi mezzi». Geller, dopo essersi tuffato più volte, si è detto «certo» che gli strani rilevamenti sul fondo marino sono opera dell'uomo, Majorca ne è «quasi certo». Fogar, invece, ritiene si tratti di un fenomeno naturale. Sempre presso il Muro, Geller ha fuso dei metalli a dieci metri di profondità. Paolo Bertoldi

Luoghi citati: Florida, Italia, Miami, Milano