Assalto in banca e sparatoria due morti; catturati i banditi di Francesco Fornari
Assalto in banca e sparatoria due morti; catturati i banditi Assalto in banca e sparatoria due morti; catturati i banditi (Dal nostro inviato speciale) Milano, 9 marzo. Tragica conclusione di una rapina in banca a Milano: nella sparatoria fra i banditi ed i vigili urbani che li inseguivano due persone sono state uccise, altre quattro ferite. Fra i morti una ragazza di 26 anni, vittima innocente della violenza dei delinquenti che si sono serviti di lei per farsi scudo e fuggire. Protagonisti di questa drammatica mattinata di terrore e sangue sono tre giovani delinquenti. Due di loro, Alfredo Bigiani, 19 anni, e Vincenzo Andraus, ventitreenne, cinque giorni fa avevano ferito a pistolettate due carabinieri che stavano per arrestarli. Anche in quell'occasione una giovane donna era rimasta gravemente ferita. Era accaduto sabato sera al «Bounty», un locale notturno di via Baracchini, dove i due, già appartenenti alla banda Vallanzasca ed evasi nel gennaio scorso dal carcere di Treviso, erano stati scoperti dai carabinieri. Il Bigiani era stato subito disarmato ed ammanettato mentre FAndraus era riuscito a nascondersi: estratta la pistola aveva sparato contro i carabinieri, ferendone due ed era riuscito a scappare col complice. Con loro stamane ha preso parte alla rapina in banca, Enzo Mencucci, 23 anni, un balordo alle prime armi. Verso le 11,30 da un'«Alfa GT» parcheggiata davanti alla filiale del Banco di Roma in corso XXII Marzo, angolo via Anzani, scendono i tre rapinatori. Non sono mascherati, impugnano le pistole. L'An- draus ha il braccio sinistro ingessato in seguito ad un incidente motociclistico. Il metronotte Cosimo Arboleo, 30 anni, in servizio davanti alla banca viene stordito col calcio di una pistola e trascinato all'interno. I pochi clienti e gli impiegati sono costretti ad allinearsi contro il muro, le mani sulla testa. Il cassiere consegna tutto il denaro che c'è nella cassaforte (oltre 28 milioni) ad uno dei banditi che lo mette in un sacchetto di plastica. I tre escono rapidamente: la rapina non è durata più di tre, quattro minuti. Balzati suini Alfa GT », i rapinatori ar¬ rivano in via Marcona dove si trasferiscono su un'altra vettura, ima « Renault 5 ». La manovra viene notata da una pattuglia di vigili urbani. Si inizia un veloce inseguimento per le vie della città, che si conclude in viale Campania. I banditi abbandonano l'auto e fuggono a piedi, rincorsi dai vigili Pietro Filia, Ferruccio Boffi e Pietro Villa. Enzo Mencucci, terrorizzato, getta la pistola e si arrende, il Bigiani, che impugna una « Smith & Wesson » e ha la borsa col denaro, affronta il vigile Villa. Sparano entrambi: colpito ad una gamba il Bigiani si accascia urlando per il dolore. Del terzo complice si sono perse le tracce. Portati in questura, i due banditi vengono interrogati. Anche il terzo rapinatore è identificato: si tratta dell'Andraus, «fratello di sangue» del Bigiani. Nelle tasche del Bigiani viene trovato un numero telefonico: corrisponde all'abitazione della suocera, in via Marco na 90. Un equipaggio della polizia e uno dei vigili urbani vanno sul posto. Salgono al terzo piano, non c'è nessuno. Gli agenti non possono immaginare che da circa mezz'ora il terzo rapinatore è nascosto nel negozio da pettinatrice di Ada Fornaro, 26 anni, e Melina Saporito, 25 anni, al pianterreno del palazzo. Era entrato con un pretesto («Ho un appuntamento con mia moglie»), ed aveva chiesto di poter restare ad aspettarla. Probabilmente il bandito non si era fidato a salire nell'alloggio e aveva preferito resta- re nei pressi, a controllare se arrivava la polizia. Quando ha visto gli agenti l'Andraus si è nascosto nella retrobottega, minacciando le donne con la pistola. Un passante intravede la scena dalla vetrina del negozio ed avverte il vigile urbano Antonio Romano, rimasto sul controviale, in attesa. Viene dato l'allarme, arrivano altri due equipaggi di vigili urbani. L'Andraus, facendosi scudo del corpo della Fornaro, esce dal negozio: gridando ai vigili di allontanarsi, percorre una ventina di metri, entra in un bar e si trova a tu per tu col vigile Armando Pagliaro, 33 anni, che si era nascosto nel locale. Gli spara a bruciapelo: due colpi che gli trapassano il torace. Nel bar rimangono l'Andraus e l'ostaggio. Fuori uno dei vigili, Vincenzo Ugga, 34 anni, visto cadere il compagno, corre verso il bar sparando all'impazzata. Il bandito ha la giovane donna con sé, un ostaggio dietro cui si ripara per affacciarsi alla porta e rispondere ai colpi. Ugga, colpito, si accascia in mezzo alla strada, morto. Cade anche la Fornaro, crivellata dai colpi. Sulla soglia, insanguinato, barcollante, l'Andraus continua a sparare. Tenta ancora di scappare, attraversa di corsa la strada, ma i vigili gli balzano addosso, lo colpiscono col calcio delle pistole. Ferito alle gambe, il bandito stramazza al suolo, echeggia ancora un colpo, una pallottola lo colpisce ad un polmone. Arrivano a sirene spiegate polizia e carabinieri, i feriti vengono portati all'ospedale. Per due di loro, il vigile Ugga e la povera Ada Fornaro, ogni soccorso è inutile. Gravi le condizioni del vigile Pagliaro. Nessuno sembra rendersi conto che nella sparatoria ha perso la vita anche una vittima innocente, nessuno sembra sospettare che questa carneficina avrebbe potuto essere evitata. Circondato, bloccato all'interno del bar, per l'Andraus non c'era via di scampo. La sua folle avventura avrebbe potuto avere un finale meno cruento se di fronte a lui invece di vigili, poco avvezzi a «trattare» con i banditi, ci fossero stati funzionari esperti, magistrati. Ma la foga, il cieco furore, hanno avuto il sopravvento sulla ragione e Ada Fornaro ha pagato con la vita. Un'altra vittima innocente della lunga catena di orrori e violenze che insanguina la città. Francesco Fornari (.Altro servizio a pag. 13)
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