I trecento della Generalmoda messi in Cassa integrazione

I trecento della Generalmoda messi in Cassa integrazione Da domani, a giorni alternati I trecento della Generalmoda messi in Cassa integrazione Triste storia di un'industria solida, con un nome affermato, oggi in grave difficoltà - Manifestazione in piazza Castello - La vertenza lite Ancora una fabbrica tessile con il flato grosso. E' la Generalmoda, ex Caesar, 300 dipendenti, stabilimento in via Bazzl 4. Da domani la produzione sarà dimezzata e soatterà la cassa integrazione a giorni alternati. Ma c'è I anche il pericolo della chiusura e del licenziamento collettivo. I lavoratori, In maggior parte donne, sono esasperati, da quindici giorni scioperano due ore per turno per attirare l'attenzione del governo sulla loro condizione, ma finora gli appelli sono rimasti lettera morta. Perché si è arrivati a questo punto, a sfiorare cioè la liquidazione dell'azienda? La cronistoria delle ultime vicende è un esemplo di come si può affossare un'industria solida, con decenni di esperienza alle spalle e un nome affermato sul mercato. La gestione che ha portato la Generalmoda sull'orlo del fallimento risale al dicembre '75 quando la Gepi, finanziaria pubblica, cedette le azioni Generalmoda ad una finanziaria di Milano, la Codafi, presieduta da un canadese, mister Fayer. Nel contratto di vendita si prevedeva tra l'altro che la Codafi si Impegnava a mantenere 1 livelli di occupazione per due anni. La Gepi saldò i debiti (un miliardo e seicento milioni), fu aumentato 11 capitale sociale (da mezzo miliardo a uno), mister Fayer incassò parecchi milioni, naturalmente dello Stato. Poi cominciò a darsi da fare per rivendere tutto e infine volò oltre oceano incaricando un commercialista di Milano di curargli gli interessi. Ora la Generalmoda è diventata una « fabbrica fantasma », il padrone se c'è non si fa trovare, 1 creditori sono preoccupati, 1 debiti sfiorano il mezzo miliardo, non si sa neppure se siano stati accantonati 1 soldi per le liquidazioni. Un esempio insomma di spreco pubblico, di inefficienza, di disinteresse. Eppure 11 portafoglio ordini dell'azienda non è mal stato così solido come In questo periodo. « Vi sono commesse per un miliardo e 200 milioni — assicura il consiglio di fabbrica —. In questi giorni dovrebbe iniziare la lavorazione degli abiti maschili per la stagione autunno-inverno, ma mancano i finanziamenti. E' da mesi che sollecitiamo il ministro dell'industria ad intervenire. Non abbiamo avuto risposta. Ogni giorno che passa è un passo verso la chiusura e i licenziamenti. Perché il ministro non ci fissa un incontro? ». Capacità produttiva di 70 mila capi l'anno, fatturato di sette mi¬ I liardi, personale specializzato, clientela medio-alta, la Generalmoda potrebbe insomma continuare a produrre in tutta tranquillità se avesse un assetto proprietario definito. Proprio per questo, alcune ditte si sono fatte avanti per rilevare l'azienda. « Ma nel frattempo — dice il consiglio di fabbrica — dovrebbe intervenire ancora la Gepi, responsabile del "regalo" a mister Fayer e dell'accordo non rispettato dalla Codafi ». Per sensibilizzare le autorità, 1 300 dipendenti faranno una manifestazione stamane in piazza Castello davanti alla Prefettura. BURNDY ELECTRA — Continua nell'azienda di Strada del francese 137 l'agitazione delle maestranze che richiedono la riapertura del tur-ovor, la prevenzio¬ ne malica, perequazicr.e salariale e •"■"•stlmentl. «Di fronte all'irresponsubile comportamento della direzione aziendale » 1 lavoratori hanno deciso di continuare la mobilitazione. Finora hanno scioperato per cinquanta ore. FISMIC-SIDA — L'aumento del 4 per cento del prezzo delle auto Fiat è stato criticato « fermamente » dall'organizzazione che lo giudica tt tanto più grave poiché la decisione avviene mentre st sta discutendo la piattaforma aziendale del gruppo ». ILTE — Oggi pomeriggio, incontro tra organizzazioni sindacali e Interslnd. All'ordine del giorno la situazione dell'azienda di Moncallerl dopo la decisione di mettere in cassa integrazione a zero ore parte dei circa duemila dipendenti. Manifestazione di protesta delle operaie nelle strade intorno alla «Generalmoda»

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