E confermato che Frugali lascia la presidenza della Confapi (ma sarà probabilmente rieletto) di Emilio Pucci
E confermato che Frugali lascia la presidenza della Confapi (ma sarà probabilmente rieletto) Assemblea di 350 delegati per 18 mila piccole aziende E confermato che Frugali lascia la presidenza della Confapi (ma sarà probabilmente rieletto) Roma, 5 marzo. Trecentocinquanta delegati in rappresentanza delle 18 mila piccole aziende associate alla Confapi sono da oggi riuniti in assemblea straordinaria, nel tentativo di sanare i contrasti sorti all'interno della Confederazione. I lavori (che si svolgono a porte chiuse) sono stati aperti da una relazione del presidente Fabio Frugali che ha confermato il proprio intendimento di rassegnare le dimissioni al consiglio generale di domattina. « Se la spaccatura interna che ci ha travagliato negli ultimi mesi — ha detto Frugali — dipendeva dalla mia presenza al vertice della Confapi, questo motivo viene ora a cadere ». Con le dimissioni del presidente verranno rimessi anche i mandati dei membri del comitato direttivo e della giunta e si dovrà procedere a nuove elezioni. Ma la minoranza, a detta degli osservatori, non rag¬ giungerà il suo obiettivo di spodestare il presidente; la rielezione di Frugali sembra infatti molto probabile, anche perché il fronte dei contestatori non appare molto compatto. C'è infatti chi accusa gli attuali vertici di scarsa efficienza e di « eccessiva burocratizzazione »; altri si lamentano che sia stato fatto cadere il tentativo di avvicinamento con la Conflndustria (che conta fra i suoi iscritti circa 80 mila piccoli industriali); altri ancora reclamano una linea di condotta ancor più dura nei confrouli dei sindacati e rapporti più decisi con i partiti. Tutte queste diverse posizioni rischiano però di portare la Confapi ad una situazione di stallo, in fondo non voluta da nessuno degli iscritti. Ecco perché si tenterà la via della mediazione, assegnando, nel rinnovo delle cariche di domani, diversi posti alla minoranza e tenendo conto delle diverse esigenze emerse dal dibattito. Lo stesso vicepresidente, Paolo Fadda, uno dei candidati della minoranza assieme a Nerio Bentivogli, alla successione di Frugali nel suo intervento odierno ha chiesto all'assemblea un « atto di realismo », proponendo la costituzione di un « governo di emergenza » Anche nella relazione di Frugali si avverte il tentativo di superare in una chiave unitaria la tendenza alla radicalizzazione dello scontro. «L'autonomia della Confapi — ha esordito il presidente — non può essere messa in discussione, però dobbiamo ispirare i nostri comportamenti in modo da facilitare l'avvento di un'unica organizzazione autonome di piccole e medie industrie; la nostra azione deve essere capace di cogliere tutta la problematica comune alle piccole imprese, pur appartenenti ad altri settori, ponendosi nel lungo periodo, l'esigenza di superare gli schemi organizzativi setto¬ riali che sono presenti in Italia, mentre sono superati da tempo in altri Paesi europei». Rivolgendosi al nuovo presidente della «piccola indù stria» della Conf industria, Marcello Modiano, Frugali ha rilevato che «non è mai stato nei nostri intendimenti portare avanti una specie di lotta di classe con le grandi imprese: vogliamo solo rappresentare la diversità degli interessi delle piccole imprese». Circa i rapporti con i sindacati, il presidente della Confapi ha rivendicato l'autonomia dell'organizzazione, al fine di arrivare «alla determinazione di piattaforme rivendicative non uguali in tutto e per tutto a quelle d avalere per le grandi imprese... Quello di essere duri e morbidi nei confronti del sindacato è quindi un falso problema: il problema reale è quello di saper rappresentare gli interessi del nostro settore dimensionale». Emilio Pucci
Persone citate: Fabio Frugali, Frugali, Marcello Modiano, Nerio Bentivogli, Paolo Fadda
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