"Nessuno disse a Luciano quella tremenda verità,.

"Nessuno disse a Luciano quella tremenda verità,. Laura Vendemini ricorda il marito "Nessuno disse a Luciano quella tremenda verità,. "I medici hanno sempre taciuto con lui, più volte lo hanno tranquillizzato" • "In casa mai si è vista traccia di certificati e diagnosi" (Dal nostro Inviato speciale) Roma, 5 marzo. • Luciano non ha mal saputo niente, niente. Nessun medico nessuna persona al mondo gli ha mai rivelato la verità sul suo male ». Laura Vendemini, 22 anni compiuti da due mesi, ricorda suo marito. Ha taciuto fino ad oggi, adesso vuole dire qualcosa che serve come slogo per lei ma soprattutto come contributo alla verità per tutti quelli che hanno seguito — da protagonisti o testimoni o lettori — la dolorosa storia di Luciano Vendemini, il gigante dal cuore malato, morto in palestra a 25 anni. Una fine rapida seguita da una • coda » avvelenata, con I nodi dei dubbi e delle polemiche. Almeno un interrogativo possiamo cancellare, oggi. Con l'aiuto della signora Vendemini che ci conferma quanto avevamo sempre pensato, temuto e sostenuto: « Tanti medici hanno visitato mio marito da marzo in poi — dice — ma a lui dissero ben poco, semmai lo tranquillizzarono, nessuno gli spiegò cosa significava una certa diagnosi che, come risulta ora, apparve chiara già ad aprile-maggio. Qualcuno ha pensato a Luciano come ad una specie di suicida, ad un uomo che scelse il rischio di morire sul campo per giocare a basket. Non è cosi, lui non nascondeva alcun segreto perché non sapeva ». Parliamo In un pomeriggio sereno, attorno ad un tavolo. A fianco di Laura sono la mamma, Rosa Bruno, e II fratello Carlo di 20 anni; con me c'è un collega romano, Andrea Girelli del • Corriere dello Sport ». Un colloquio di due ore, una meravigliosa prova di maturità da parte di due donne, suocero e moglie, che volevano bene a Luciano ed ora sanno rievocarlo con una commozione composta, una dignità estrema. Tante parole, nemmeno una lacrima. ■ Con noi Luciano si confidava sempre, anche per le cose più insignificanti — raccontano la signora Rosa e sua figlia — e ricordiamo benissimo che quando rientrò dall'esame al cuore del 13 maggio era stanco ma sollevato: allora e In seguito non portò a casa alcun certificato, né parlò mai di diagnosi e di buste. Tutti i suoi documenti sono a casa nostra, non c'è traccia di queste cose ». Luciano, sostengono I parenti, non fu mai messo al correnti della diagnosi che pure era lampante per qualche medico. E Laura Bruno rivela un altro episodio sconcertante: • Una volta ac¬ compagnai proprio lo Luciano a Roma, in aprile, per un esame alla vista presso II prof. Rizzo al quale, come ho letto, si era rivolto II prof. Sanglorgi. GII controllarono gli occhi, confermarono I difetti già noti, poi osservarono le dita della mano, chiesero dati sul suol fratelli: "Cosa c'entra, perché?" domandò Luciano. E allora saltò fuori una frasetta, "sindrome di Marfan", cosi, nel discorso. Tutto II, nessuna spiegazione, lo sono una studentessa In lingue, non so di medicina, alla sera cercai quelle parole su un libro ma non le trovai: pensavo a una malattia della vista, perché eravamo andati dall'oculista, e Invece... ». « Tutti quel controlli — continua Laura — non furono mai accompagnati da adeguate spiegazioni. E Infatti ha detto bene quel medico di Rimini, il dott. Corbari, che curò la ferita al braccio di mio marito poco dopo il cateterismo cardiaco: Luciano parlava dell'esame clinico come di una formalità, gli avevano detto che poteva andare alle Olimpiadi. E lui faceva progetti per un avvenire sereno, aveva comperato una villetta a Rimili:, non lontana dalla casa della madre, voleva finire la carriera di giocatore nella Sarila, magari trovare un lavoro in ufficio ». Luciano e Laura si sposarono il 7 agosto dell'anno scorso. • La decisione — ricorda lei — la prendemmo il 17 giugno, su mia proposta, quando era ormai definito II suo trasferimento alla Chlnamartini. Fu una bella festa, a Rieti, poi ci sistemammo a Torino, cominciò la vita In comune: a un figlio non pensavamo ancora, per adesso, non è vero che lo aspetto un bambino, qualcuno lo ha scritto ma è stato un errore ». Quando II discorso si fa troppo triste Interviene la madre, parla con dolcezza del fidanzamento di lui e lei. L'incontro a una testa di carnevale nel 1974 a Rieti, le prime telefonate Impacciate di Luciano (• Parlavano più di un'ora, una volta ho interrotto la comunicazione l'Impatto con II padre di Laura Imbarazzato per la differenza di statura: « Sa, lui è appena 1 metro e 65, scompariva vicino ai 2 metri e 12 del genero... ». Ridiamo tutti anche Laura. Poi lei si blocca e dice: « Cosa sto facendo? Non voglio ridere, non voglio ». E la madre: • No, devi ridere. Perché la vita continua per te e per noi e nella vita capita anche di ridere, qualche volta ». Antonio Tavarozzi Laura e Luciano Vendemini nella loro casa: 25 anni lui, 22 lei

Persone citate: Antonio Tavarozzi Laura, Corbari, Laura Bruno, Laura Vendemini, Luciano Vendemini, Rosa Bruno

Luoghi citati: Rieti, Rimini, Roma, Torino