Vercelli: in tribunale rapitori di Antonioli

Vercelli: in tribunale rapitori di Antonioli Vercelli: in tribunale rapitori di Antonioli Otto imputati - Il figlio del "re delle serrature" rapito 1*11 novembre - Liberato poco dopo (Dal nostro corrispondente) Vercelli, 5 marzo. Lunedì a Vercelli, davanti al tribunale presieduto dal giudice dottor Zeoli, inizierà il processo a carico dei rapitori del giovane Roberto Antonioli, 18 anni, residente a Cinzano Torinese, figlio del «re delle serrature», l'industriale Giuseppe Antonioli, contitolare di un'azienda di serrature e casseforti. Gli imputati in stato di detenzione sono: Salvatore Scattaretica, 33 anni; Giorgio Tinti di 27; Antonio Lo Giudice, 25 anni; Lorenzo Fiaré, 34 anni; Michele De Biase, 38 anni; Sebastiano Del Piombo, 19; Giuseppe Vacca, 31 anni; Mario Cannellino, 52 anni e Filippo Gasparro, 30 anni. Devono rispondere di concorso fra loro di sequestro di persona a scopo di estorsione; del furto di due autovetture Bmw servite per compiere il sequestro, di proprietà di Carlo Meroni, di Arosio, e Gualtiero Marchesi, di Milano; di detenzione abusiva di armi. Giuseppe Vacca deve rispondere anche del reato di contraffazione della patente di guida, stratagemma con il | quale ha potuto denunciare, all'atto del suo arresto, false generalità spacciandosi per Pier Luigi Cavina, residente a Cornaredo, suo cugino. Roberto Antonioli fu sequestrato la mattina dell'll novembre nei pressi di Cinzano, mentre viaggiava su una Volkswagen guidata dall'autista della famiglia. Paolo Origlia, che venne legato, imbavagliato e poi abbandonato dai rapitori sui sedili dell'auto nei pressi di S. Raffaele Cimena. Ma la prigionia dello studente, rinchiuso in una baracca della Valsesia, durò soltanto poche ore: scoperto il nascondiglio, reparti armati dei carabinieri (fu un'operazione coordinata fra i gruppi di Vercelli e di Torino, le compagnie di Chivasso e Varallo Sesia, unitamente al nucleo investigativo di Vercelli e al nucleo elicotteri e cinofili) circondarono la casa e liberarono il ragazzo alle 17 dello stesso giorno. Dopo il sequestro, Roberto Antonioli, narcotizzato con un tampone intriso di etere, fu trasferito con una delle Bmw rubate alla frazione Vogna di Sotto di Riva Valdobbia, in Valsesia, da tre dei banditi: De Biase, Scattaretica e Vacca; preso in consegna dallo stesso Scattaretica, Giorgio Tinti e Mario Cannellino, venne quindi trasferito, deposto in una cassa priva di coperchio e trasportato in spalla, fino alla baracca di proprietà del Carmellino, in frazione Oro, a 1500 metri d'altezza. Quando i carabinieri fecero irruzione nella baita, il ragazzo si trovava in uno scantinato dell'edificio privo di riscaldamento, deposto su un materasso con il piede e la mano destri assicurati, mediante una catena, al muro. I primi ad essere arrestati furono i carcerieri Scattaretica, Tinti e Cannellino. Nella stessa serata, a Riva Valdobbìa, cadevano nella rete dei carabinieri Lorenzo Fiaré e Antonio Lo Giudice e la mattina successiva, a Balmuccia, il Vacca e il De Biase. Filippo Gasparro fu invece arrestato il 26 novembre, quando venne a Vercelli su invito del giudice per essere interrogato. Al processo, che dovrebbe concludersi entro l'arco di alcuni giorni, compariranno come parte lese il giovane sequestrato, il padre, Giuseppe Antonioli, l'autista della famiglia dell'industriale, Paolo Origlia, i proprietari delle Bmw rubate, nonché Pier Luigi Cavina, delle cui generalità si è valso il Vacca al momento dell'arresto. I testimoni da sentire sono una ventina. Walter Nasi