Il sindacato nello sport

Il sindacato nello sport Lunedì un incontro con la giunta del Coni Il sindacato nello sport Intervista con Vittorio Magni: in un documento presentati la linea politica e i programmi sulla gestione delio sport sociale (Dal nostro inviato speciale) Roma, 4 marzo. // sindacato entra nello sport. Lo hanno chiamato come comprimario in una pseudo riforma che nulla avrebbe cambiato, ed esso si presenta Invece come protagonista, con piani concreti e tempi precisi, una linea politica generale e un programma definito sugli interventi Immediati, la determinazione a non delegare poteri a nessuno, soprattutto a chi II ha detenuti di fatto finora. Nella riunione che I rappresentanti delle tre Confederazioni avranno lunedì con la giunta del Coni, il discorso sarà molto chiaro. I sindacati presenteranno nella riuntone di lunedì un documento unitario e su di esso verte l'intervista condotta a Vittorio Magni, membro del Consiglio generale della Cgll, delegato alla trattativa insieme con De Luca della UH e Roberto Magni della Clsl. Toscano, sulla cinquantina, impegnato finora genericamente sul tempo di non lavoro, Vittorio Magni è conversatore piacevole ma estremamente concreto, e dal fatti preferisce cominciare, da quell'evasione fiscale ad esemplo che ha riportato II Coni alla ribalta degli scandali. « Noi andiamo lunedi a parlare delle nostre linee programmatiche sullo sport nazionale, ma se le accettano, se accettano II confronto, allora non potranno più tirar su muri di gomma come fanno ora. Vi parlano volentieri di tutto, quando vai ad Informarti al Foro Italico, sinché non gli tocchi II Totocalcio: allora I funzionari si irrigidiscono, si moltiplicano i "non so", e I "non conosco" e tutto si deve fermare. Se ci vogliono, non chiediamo di conoscere ogni particolare e Intervenire su tutto, ma nel caso ci rifiutassero è meglio dir subito che noi andremo avanti per conto nostro anche su un terreno di scontro aperto ». A parte c'è la cronologia esatta dei tempi di Intervento del sindacato, delle chiamate del Coni e del progressivo definirsi del ruoli. « Ci hanno chiamato quando hanno scoperto che potevamo essere per loro un buon alibi — dice Magni — ma soprattutto quando hanno avuto Informazione che ci stavamo muovendo nel settore sportivo per con¬ to nostro ormai da tempo. La nostra intenzione nel valorizzare i crai è quella più generale di migliorare la qualità della vita dei lavoratore, e per questo nelle prossime contrattazioni di categoria entrerà anche questo argomento finora mal sfiorato, intervenendo nullo sport nazionale, ampliamo soltanto il campo d'azione mantenendo inalterati I principi. Ed è proprio sui principi che non sarà facile trovare un punto di intesa. Il Coni, le Federazioni, sono centri di potere senza nessun confronto con la base. Basta vedere quanto durano le medesime persone nei ruoli dirigenti, la loro selezione In base alla classe sociale: mai visto un operaio nemmeno nel consiglio direttivo delle bocce. Noi siamo diversi, ci confrontiamo con la base ogni momento, abbiamo linee politiche non clientele personali. Dicono di voler cambiare, hanno coinvolto gli enti di promozione e con essi sprecano fiumi di parole, ma poi ci sono già state quattro assemblee di sport diversi e mutamenti nei fatti nemmeno uno ». Per questo all'incontro con la giunta si porta la piattaforma, semplice nella strutturazione generale, esatta nella richiesta di cinque garanzie che, come è scritto all'inizio, debbono diventare operanti in tempi politici (qualche settimana, un palo dì mesi) e non storici. La linea polìtica. « L'assetto attuale è assolutamente Inadatto per realizzare uno sport sociale. Esso ha prodotto lo spettacolo, ha creato gli idoli, Inventato lo sport come industria. Finora non sono state mai prese iniziative sul territorio, se non sporadiche e scoordinate, e >a maggior parto dei finanziamenti è finita nelle cattedrali dello sport. E' distorto il rapporto Coni-Federazioni, cosi come quello Federazione-Enti di promozione, ma comune a tutti i vertici federali è l'assoluta mancanza di democraticità. Il potere pubblico ha delegato al Coni ogni suo compito (del resto ha fatto altrettanto per ogni problema sociale con parti diverse) per incapacità o scelta precisa a seconda del casi. Tutto questo deve finire nel quadro di una riforma generale, ma noi vogliamo obiettivi immediati e concreti ».

Persone citate: De Luca, Magni, Roberto Magni, Toscano, Vittorio Magni

Luoghi citati: Roma