"Commando,, di guerrigliere assolta un'azienda di Milano

"Commando,, di guerrigliere assolta un'azienda di Milano Con la pistola in pugno e a volto scoperto "Commando,, di guerrigliere assolta un'azienda di Milano Sono del "Nucleo di donne comuniste combattenti" - La ditta fabbrica penne a sfera - E' accusata di sfruttare il lavoro a domicilio (Dal nostro corrispondente) Milano, 4 marzo. Un «commando» di estremisti di sinistra, formato da 3 giovani donne e due uomini, ha fatto irruzione stamane negli uffici di direzione di un'azienda produttrice di penne a sfera e materiale di cancelleria: dopo aver legato ed imbavagliato gli impiegati trovati negli uffici, i terroristi sono fuggiti portando via documenti e schedari. Con una bomboletta spray le 3 donne hanno firmato la loro impresa come «Nucleo di donne comuniste combattenti», una organizzazione della quale finora non si era mai sentito parlare. Motivi dell'irruzione la lotta contro il «lavoro nero». Mancavano pochi minuti alle 9, quando all'ingresso della ditta «Mondial Lus» di via Varese 10, sono entrate 5 persone: due uomini e 3 giovani ed avvenenti ragazze. I primi, armi illa mano, hanno bloccato quanti erano nell'atrio, mentre il «commando» di donne, a visi scoperti, è salito fino al primo piano facendo irruzione negli uffici. Impugnando pistole, le «guerrigliere», che indossavano pantaloni scuri ed eschimo grigio-verdi, hanno intimato ai 3 impiegati — Franco Giannetti di 40 anni da Saronno, Maria Rosa Ceriani di 29 da Monza e Giuseppa Casubolo di 19 anni — di alzare le mani e sdraiarsi a terra. Subito dopo una delle donne del «commando» ha imbavagliato i 3 dipendenti della ditta, legandoli poi con una fune alle scrivanie. Mentre l'operazione era in corso le «guerrigliere» si sono accorte che nell'ufficio di fronte c'era un fattorino — Tarcisio Ravasio di 43 anni, abitante a Cormano — che resosi conto di quanto stava accadendo si accingeva a dare l'allarme per telefono: le 3 donne si sono subito gettate su di lui costringendolo a sua volta a sdraiarsi a terra dove è stato legato ed imbavagliato. Il «commando» ha quindi cominciato a rovistare nei vari cassetti dai quali sono stati asportati documenti e schedari. Prima di andarsene, le 3 donne hanno firmato la loro impresa scrivendo sulle pareti con una bomboletta spray «Abbasso il lavoro nero» -«Nucleo donne comuniste combattenti». Raggiunto l'ingresso, le «guerrigliere» si sono riunite ai due giovani rimasti a fare la guardia e con loro si sono allontanate a bordo di una «124» blu. Un dirigente della «Mondial Lus» ha smentito che la ditta I effettui lavoro a domicilio. Quasi tutta la produzione avviene nello stabilimento di Saronno dove lavorano circa 150 dipendenti quasi tutte donne. La «Mondial Lus» fuori dall'azienda si avvale del lavoro nelle carceri che viene effettuato con regolari contratti: attualmente però vengono utilizzati solo una decina di detenuti a San Vittore. Verso mezzogiorno in una cabina telefonica di piazza San Marco è stato trovato un volantino firmato dal «Nucleo donne comuniste combattenti» che hanno rivendicato l'impresa spiegandone i motivi: «Una unità di donne combattenti per il comunismo attacca e perquisisce la sede della Lus», inizia il volantino scritto a macchina e con la data odierna. «Si tratta di una ditta — prosegue lo scritto — che fonda lo sviluppo del proprio profitto sulla pelle di lavoratrici a domicilio organizzale in gruppi, su una mole significativa di lavoro nero nelle carceri e nei manicomi... Il fenomeno sempre esistente del lavoro nero, a cui le donne forniscono la maggioranza di forza lavoro, acquista oggi, nella crisi, un ruolo determinante per i pa droni: si tratta di rompere l'unità della classe e la forza operaia ». Gino Mazzolili

Persone citate: Franco Giannetti, Gino Mazzolili, Maria Rosa Ceriani, Tarcisio Ravasio

Luoghi citati: Cormano, Milano, Monza, Saronno