Grande Juve, ma niente miti

Grande Juve, ma niente miti Pericolosa, e da respingere, l'esaltazione del calcio all'italiana Grande Juve, ma niente miti I bianconeri costretti alla difesa ed al contropiede dal furore del Magdeburgo, non per scelta (allora, con Causio avrebbero perso?) - Le lucide spiegazioni del trainer Trapattoni Si rientra da Magdeburgo entusiasti per la grinta, e per il 3 a 1, della Juventus, stanchi per un viaggio reso rocambolesco dalla nebbia che ha chiuso l'aeroporto di Berlino Est (allora quattro ore di autobus sino a Dresda compresa una « panne > sull'autostrada, arrivo a Caselle alle 3 di mattina), un po',preoccupati per i discorsi di colleghi, discorsi che trovano riscontro nei titoli a commento della partita: « vittoria all'taliana », quindi elogio dell'ammucchiata e del contropiede. Come dire — scusate la forzatura, ma è la verità — che tutto va meglio In certe occasioni con un terzino (sia pure d'attacco) all'ala e senza Causio. Ci viene il « sospetto > che il Torino, al di là dei colpevoli isterismi, abbia giocato bene a Dusseldorf contro II Borussia perché Claudio Sala non c'era. Per fortuna, Trapattoni spiega nelle tappe del lungo viaggio, anche lui affaticato per la tensione e le preoccupazioni, che la Juventus è stata costretta spesso a subire a causa del forcing magari poco lucido ma asfissiante di Sparwasser e colleghi, che se ha un appunto da muovere al suoi — e lo motiva con la scarsa esperienza Internazionale dei più giovani — riguarda la precipitazione di certi rilanci, la mancanza della calma necessaria per trasformare ogni takle vinto in una occasione per fare il proprio gioco. Che il trainer bianconero muova bonari rimproveri dopo un 3 a 1 In trasferta in Coppa, e che gli stessi atleti siano d'accordo nell'ammettere certe « colpe » sino a dire che il Magdeburgo è stato punito oltre i suoi demeriti, allarga il cuore alla speranza. Dunque anche gli « addetti ai lavori » riescono a superare senza sollecitazioni la giustificata euforia per una bella e meritata affermazione, trovano II tempo per pensare che l'Interpretazione migliore del football moderno sarebbe ancora un'altra, se ci fosse una maggiore abitudine a certe battaglie. Evviva alla Juve ed a Trapattoni, quindi, se la consapevolezza dell'evoluzione del calcio permette di considerare in chiave critica persino una vittoria come questa. Dopo tali premesse, si può allora parlare davvero di una grossa impresa dei leaders del campionato, che hanno saputo superare una difficile trasferta, contro una squadra scatenata, capace di un ritmo d'attacco addirittura ossessivo. Una Juventus lucida al punto da ribattere colpo su colpo, grazie alla dedizione di tutti, all'Impegno agonistico ma anche alla freddezza dimostrata nelle situazioni delicate, sia In difesa che in attacco. Bonetti, autore del gol del due a uno che ha tagliato le gambe, Il flato, abbattuto il morale degli avversari, à anche lui dell'idea che con una maggior calma si sarebbe potuto approfittare della foga di Sparwasser e colleghi per mandarli fuori misura con un fraseggio più calmo, più furbo. Tutti sono poi d'accordo nel dire che il gol a freddo di Cuccureddu In un certo modo li ha condlzoinati, facendo tornare in mente le vecchie regole di un football ormai superato: « adesso che slamo in vantaggio, badiamo a limitare i dan- ni ». In sostanza, la gara della Juventus è stata un modello di tattica nei confronti dell'andamento della partita, ma non può essere presa a • campione » In assoluto. Del resto gli stessi bianconeri, in campionato, dimostrano una ben diversa concezione del football. Credono In modo assoluto nell'attacco, nella loro capacità di offendere, di Imporre le proprie condizioni all'avversario. Si dirà che il livello medio della nostra serie A è diverso, ma conta per il futuro del nostro calcio che sia salvo un certo principio, ovvero che II punto primo sia quello di comandare il gioco. Il subire le manovre avversarle e replicare quando si può è una tattica contingente, non un sistema. Semmai il grande merito della Juve è quello di sapersi adattare ad ogni situazione di gioco, questo si è il vero « segreto » della vittoria di Magdeburgo. Una vittoria divisa, per quanto riguarda i meriti, fra tutti, compresi Cabrinl e Gori entrati nel finale per dare fiato, in vista di Catanzaro, a Bottega e Bonlnsegna. Magnifici I difensori, attorno a Morini e Spinosi (doppio il merito di quest'ultimo, per la sua scarsa abitudine al ritmi delle competizioni), davanti ad uno Zoff che — non è una novità — dà alla squadra in ogni gara un tangibile vantaggio di partenza. Al cospetto del grande Dino, il portiere tedesco Dorendorf ha fatto la figura di un principiante: dov'era sul cross di Boninsegna messo dentro con assoluta freddezza da Cuccureddu, cosa ha opposto alla botta di Boninsegna se non un goffo balzo in ritardo? Davanti alla difesa, una barriera efficace. Bettega, sacrificandosi, ha dato una grossa mano a Belletti, lardelli e Furino. Furia ormai soprannominato — non ci si può sottrarre alle emozioni popolari — « cavallo del West » ha disputato una gara esemplare, caricato dall'amore per la sua squadra e dalla rabbia per una carriera non abbastanza onorata a livello di Nazionale, almeno negli anni passati visto che ora le idee di Bearzot sono comprensibilmente rivolte al futuro. Benetti è stato un leone: perso di brutto il primo takle, affrontato a « mezza forza », ha poi messo il piede come sa e per I rivali di turno è stata dura. Davanti Boninsegna, per quanto a volte Isolato, ha accettato la parte, con lo spirito di sacrificio che era necessario, adattandosl alle contingenze, propiziando due gol e mettendo a segno quello del trionfo. Adesso il Magdeburgo non fa più paura, la Juventus può pensare al campionato e già alle semifinali di Coppa. Con I tedeschi Est, sembrano già fuori dall'Uefa i greci dell'Aek, battuti per 3 a 0 a Londra dal Queen's Park Rangers. Il Barcellona per quanto battuto 2 a 1 a Bilbao può capovolgere la situazione nel ritorno, fra Feyenoord e Moelenbeck (Belgio) la gara è ancora aperta dopo lo zero a zero dell'andata. I bianconeri sognano una finale con il Barcellona, sarebbe il più esatto epilogo della Coppa anche se c'è ancora un sorteggio di mezzo. E sarebbe-il momento migliore per far fuori I « mostri » spagnoli, considerando che Cruijff è sul punto di lasciare il sodalizio « azulgrana » e non ha più le motivazioni di un tempo. In Coppa Coppe, Il Napoli uscendo finalmente allo scoperto dopo una serie di avversari agevoli ha ottenuto in Polonia un significativo pareggio, ma nel torneo solo il forte Anderlecht (2 a 0 al Southampton) sembra già al sicuro. Sorprese in Coppa dei Campioni per il pareggio (2 a 2) del Borussia in casa contro II Bruges, ma conferma del calcio belga, rinforzato dagli assi olandesi. Il Borussia però è molto valido in trasferta, non è certo eliminato. Cosi come II Bayern Monaco malgrado lo stentato uno a zero In casa può affrontare con fiducia II ritorno a Kiev. Il Saint Etienne, invece, con l'uno a zero in casa non andrà tranquillo a Liverpool (« il calcio inglese non è morto — dice Bearzot che se ne intende — non deve solo ripudiare le sue caratteristiche migliori ») mentre lo Zurigo non è affatto sicuro dopo il 2 a 1 dell'andata contro la Dinamo di Dresda. Con Juventus e Napoli in corsa, il football Italiano risale posizioni dopo il negativo avvio nei primi turni di Coppa. Bearzot si rammarica che il Torino non sia riuscito ad andare avanti, a fare altra esperienza, ma Intanto si coccola questo Indomito blocco Juventino. Bruno Perucca