Ucciso al night il pregiudicato che rubò un "Tiziano,, ad Ancona di Gino Mazzoldi

Ucciso al night il pregiudicato che rubò un "Tiziano,, ad Ancona A Milano la tragica fine di un "balordo,, di ventotto anni Ucciso al night il pregiudicato che rubò un "Tiziano,, ad Ancona La sparatoria per una lite banale o per un regolamento di conti - La polizia sulle tracce dell'assassino - La vittima, scarcerata per una licenza, non era più rientrata (Dal nostro corrispondente) Milano, 3 marzo. Un pregiudicato, ricercato dalla polizia perché non era rientrato alla casa di pena al termine della licenza premio, è stato ucciso la scorsa notte all'uscita di un night club: due suoi amici, uno dei quali a sua volta ricercato, sono rimasti feriti nel corso della tragica sparatoria. La polizia è già sulle tracce dell'assassino e dei suoi complici e sta cercando di far piena luce sul drammatico episodio: non si sa ancora se la sparatoria sia stata originata da una banale lite o se si tratti di un regolamento di conti tra «gang» rivali. L'ucciso, Bruno Sala, 28 anni, di Como, era un personaggio assai conosciuto dalle questure di tutta Italia, per una lunga serie di reati e per essere stato protagonista di un clamoroso episodio: aveva infatti rubato in una chiesa di Ancona due dipinti, uno di Tiziano, l'altro del Guercino, valutati più di un miliardo e mezzo, ritrovati poi abbandonati in un cascinale. Era ricercato da oltre un anno per non essere rientrato al penitenziario di Porto Azzurro al termine di una licenza premio: di lui si era ormai perduta ogni traccia, e si sospettava fosse fuggito all'estero. Bruno Sala, invece, viveva a Milano in un appartamento al terzo piano di via De Amicis 7: si faceva chiamare Paolo Saturni e con questo nome era riuscito a farsi intestare una carta d'identità rubata, dalla quale risultava avere 31 anni e di essere residente a Milano in via Mantegani 42. Il pregiudicato, la scorsa notte, era entrato con due amici, al «Gipsy» di via Pappette, un locale notturno notissimo e lussuoso di Porta Ticinese. Bruno Sala aveva trascorso alcune ore a bere e a danzare senza dare nell'occhio. Verso le due, secondo quanto hanno riferito alla polizia i suoi due amici, rintracciati subito dopo la sparatoria, si era avviato alla toilette, dove proprio in quel momento era arrivato un altro cliente del locale. I due hanno cominciato a discutere su chi doveva avere la precedenza e ben presto dalle parole si è passati ai fatti: i camerieri, accorsi al trambusto, hanno visto volare qualche ceffone seguito da insulti. Divisi e costretti ad allontanarsi, i due antagonisti si sono dati appuntamento fuori del locale per regolare la controversia. Pochi minuti dopo Bruno Sala, seguito dai suoi due amici e il rivale, a sua volta spalleggiato da altre due persone, si sono affrontati proprio davanti all'ingresso del Gipsy: sono volati ancora ceffoni, pugni e calci. Ad un certo punto, secondo la ricostruzione fatta dai funzionari della mobile, è apparso un coltello a serramanico (trovato poi sul posto), presumibilmente impugnato o dal Sala o da uno dei suoi amici: a questo punto gli avversari hanno estratto le pistole ed hanno fatto fuoco alla cieca. Bruno Sala, colpito in pieno petto, è stramazzato a terra: gli altri sono subito fuggiti. L'allarme è stato immediatamente dato dall'interno del locale e due «volanti» che erano in zona sono accorse: uno degli equipaggi si è occupato della vittima, che è stata subito avviata all'ospedale Policlinico, dove però è giunta cadavere: il colpo mortale aveva reciso l'aorta. Gli altri poliziotti hanno dato inizio ad una battuta nella zona. Proprio davanti all'ingresso dello stabile di via De Amicis 7, gli agenti si sono imbattuti in un uomo che correva premendosi al petto il braccio destro. Bloccato, è stato identificato per Giulio Cesare Molinari, 24 anni, ferrarese, che ha ammesso di essere assieme al Sala al momento della sparatoria. Sul portone, i poliziotti hanno trovato tracce di sangue visibili anche nell'ingresso dell'ascensore dello stabile e sul pianerottolo del terzo piano, dove l'uscio di uno dei due appartamenti era aperto: all'interno c'era Michele Picardo, 23 anni, originario di Bari ma ora residente a Milano in via Fabio Filzi, La polizia avrebbe già identificato l'assassino e i suoi due compiici: sarebbero dei comaschi pregiudicati in contrabbando e traffico di droga, notati la scorsa notte al Gipsy e spariti dalla circolazione dopo la tragica sparatoria. Bruno Sala, nonostante il suo lungo curriculum, non è quel malvivente che amava farsi credere: tutte le sue imprese, anche le più clamorose, si sono sempre rivelate un grosso insuccesso. Aveva cominciato all'età di 14 anni con furti di biciclette e motorini che l'avevano portato quasi subito al Beccaria. Tornato in libertà, aveva continuato a battere la sua strada inseguendo i sogni di tutti i balordi: belle donne, auto di grossa cilindrata, serate al night. Mentre stava scontando una pena a Iesi nelle Marche, venne a sapere da altri detenuti che ad Ancona, nella chiesa dei Domenicani c'erano due dipinti di ingente valore che potevano essere trafugati con facilità. Tornato libero, organizzò il colpo. Prese contatti col pregiudicato svizzero Silvio Del Frate — che doveva portare all'estero le tele — e la notte del primo marzo 1972 assieme a due complici riuscì ad impadronirsi della « Crocifissione » del Tiziano e dell'» Annunciazione » del Guercino: ma il giorno dopo fu arrestato in una camera d'albergo mentre era in compagnia di Katia Del Frate, figlia del pregiudicato svizzero che si era impegnato a vendere le tele ad un antiquario tedesco. Il Tiziano e il Guercino qualche giorno dopo vennero ritrovati in un cascinale abbandonato alla periferia di Ancona. Gino Mazzoldi Bruno Sala