Alle spalle dei rapitori di Sara né mafia, né Anonima sequestri

Alle spalle dei rapitori di Sara né mafia, né Anonima sequestri I banditi avrebbero agito "in proprio,, Alle spalle dei rapitori di Sara né mafia, né Anonima sequestri Salvatore Mascia, l'unico degli organizzatori in carcere, dice ai giudici di Alessandria: "Sono un delinquente comune, e ci tengo" (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 3 marzo. «Si proclama anche lei un detenuto politico?». Questa la domanda, tra il serio e il faceto, rivolta durante uno dei tanti interrogatori dal sostituto procuratore Marcello Parola a Salvatore Mascia, il trentatreenne sardo di Rapallo, unico arrestato dei quattro presunti organizzatori ed esecutori del sequestro di Sara Domini. «Dottore — è stata la risposta — lei è una persona intelligente, vorrà mica scherzare? Sono un delinquente comune, ci tengo a precisarlo. La politica non c'entra. Non facciamo ridere». E la mafia, l'Anonima sequestri? Neppure, a sentire il Mascia. Una convinzione che, tutto sommato, è anche degli inquirenti. Salvatore Mascia ha precedenti penali, specialmente in materia di contrabbando; a Rapallo poi, con i proventi della sua attività poco lecita, aveva aperto un negozio di moquettes dandolo in gestione all'amica del cuore. Un negozio che rendeva abbastanza bene, ma non per fare il gran signore. «Per questo — spiega il sardo che durante l'istruttoria è apparso molto canterino — ho studiato il piano del sequestro della piccola Sara, assieme ai miei complici». Chi sono i suoi complici? Ubaldo Mario Rossi e Bruno Turci, 23 e 22 anni, due balordi genovesi da tempo ricerca ti, definiti, specialmente il primo, dal «grilletto facile». Due delinquenti comuni. Del quarto, che dovrebbe avere ancora 800 milioni circa dei due miliardi pagati dalla famiglia Geloso Domini e che perciò è importante rimanga libero. Salvatore Mascia non fa il nome, dice di non saperlo: lo conosceva come Franco, parla con accento piemontese, è un pregiudicato. Qualcuno ha avanzato l'ipotesi che possa essere Francis Turatello, il nemico giurato di Vallanzasca. «Non diciamo cretinerie», ha esclamato Mascia quando ha letto la notizia. La polizia pensa di aver identificato questo fantomatico Franco — che poi non si chiamerebbe così — lo sta ricercando per dimostrare la fondatezza dei sospetti; per il momento il magistrato lo indica nel capo di imputazione come «persona non identificata». Niente politica, quindi, niente mafia, nessuna organizzazione alle spalle. Mascia, i latitanti Turci e Rossi e il signor X sono soltanto quattro delinquenti comuni che per far soldi hanno deciso, sull'onda del successo di tanti casi del genere, di rapire una bimba. «Non è cosa difficile — spiega Mascia — poi avevo pensato a tutto; vedete solo come avevo preparato la baracca che nessuno avrebbe potuto scorgere. Soltanto per questo dovrebbero farmi generale». Arrestato Mascia, identificati Turci e Rossi — gli altri dieci coimputati nella vicenda sono soltanto comparse, utili ma senza la responsabilità dell'organizzazione e della esecuzione del sequestro —, non rimane quindi che scoprire la quarta persona «non identificata» e la banda sarebbe sgominata. «Sì, sono loro e soltanto loro — dice il dott. Feola, capo della mobile di Alessandria, che ha partecipato alel indagini —; alle loro spalle non c'è nessuno. Nessun cervello superiore. Tutti gli elementi raccolti durante le indagini lo confermano, lo provano. D'altra parte la prova migliore e maggiore l'hanno data proprio loro, affidando gran parte dei duemila milioni da riciclare (la polizia ha già recuperato oltre 1200 milioni n.d.r.) a gente sprovveduta, che si affidava a metodi molto artigianali per "pulire" i biglietti sporchi da 100 e 50 mila lire: girando da una banca all'altra, oppure nelle sale di un casinò. Ci fosse stata una vera organizzazione alle spalle, avrebbero agito in modo ben diverso». In realtà Felicetti, Fregoso, Omacini, Santelli, Germani, la Rama ioli, non hanno agito molto accortamente. Lo stesso Mascia, quando gli hanno fatto vedere la valigia piena di milioni recuperati, ha avuto una crisi di nervi, li ha definiti imbecilli, ha detto che «dovrebbero tutt'al più andare a pulire le finestre». Quando il primo aprile il tribunale di Alessandria (presidente Di Serafino, giudici a latere Garavelli e Briata) processerà gli attuali quattordici imputati ;.er il sequestro di Sara Domoni, nell'aula non volteggerà l'ombra della mafia o della Anonima sequestri. Franco Marchiaro Salvatore Mascia

Luoghi citati: Alessandria, Rapallo