Università: scontri, feriti, 2 arresti

Università: scontri, feriti, 2 arresti La tensione tra gli studenti è esplosa in irragionevoli violenze Università: scontri, feriti, 2 arresti Nel pomeriggio picchetti di studenti e operai controllano che chi entra a Palazzo Nuovo non porti armi - Le "avanguardie autonome" si ribellano: "Via, via, la nuova polizia" - Teste sanguinanti, tramortiti sulle gradinate - Il rettore chiede l'intervento della Regione e della polizia - Una colonna di "autonomi" occupa l'istituto Avogadro - Qui irrompono le forze dell'ordine: lacrimogeni, corso San Maurizio trasformato in campo di battaglia - Colpi di pistola (a vuoto) contro funzionari di polizia a e l a r i i a n cui tutti potranno parlare democraticamente. Nel primo pomeriggio 1 picchetti del comitato di agitazione e del giovani comunisti, affiancati dagli operai, controllano che nelle borse e nelle tasche non vi siano anni vere o improprie. Alle 17, la prima avvisaglia degli scontri. Le «avanguardie autonome» si ribellano «contro gli operai che controllano gli studenti». Gridano lo slogan ormai usuake «Via, via, la nuova polizia». 11 rettore professor Cavallo a questo punto informa 11 presidente della giunta regionale Vigliane e del consiglio Sanlorenzo. Dirà: «Volevo cercare una composizione polìtica prima di chiamare la polizia». Ma non c'è tempo per le mediazioni. Alle 17,15 i primi tafferugli. Lo spunto è dato da un ragazzo del D'Azeglio, simpatizzante pel, che chiede di entrare. «Vattene, tu hai picchiato i nostri». SI difende. Intervengono gli altri. A questo punto sulla scalinata prendono possesso i gruppi delle « Avanguardie autonome » scaraventando verso 11 basso chiunque non sia palesemente d'accordo con loro. Inutili gli inviti alla calma. Chi ha cominciato? Impossibile dirlo: dai basso c'è chi dice di aver visto un sacco di pietre uscire dall'Ateneo per essere subito usato sulle teste del comunisti; chi stava dall'altra parte sostiene di avere invece visto le pietre partire dal basso della gradinata. Conclusione: c'è una rissa rapida e durissima, a colpi non soltanto di pietra, ma di chiavi Inglesi, bastoni, spranghe di ferro che calano sulle teste, insieme al cestelli divelti dall'atrio, parti di sedie, oggetti di qualsiasi genere. Un bidello dirà: « In pochi minuti ho visto molte teste sanguinanti, corpi tramortiti sui gradini. Pareva un'ecatombe ». Alle bastonate è seguita una battaglia di slogans: « Non si /a nessuna conquista senza il grande partito comunista », gridavano da una parte. Gli altri rispondevano: « Via la Gestapo di Berlinguer, la libertà è nostra, gli operai sono con noi, non con i sin dacatì servi dei padroni ». « Curdo Ubero, Pajetta in galera. Mallatti alla forca », riprendevano gli autonomi, subito ribeccati da un: « Fascisti carogne, tornate nelle fogne. Gli operai sono qua, voi siete figli di papà ». Dall'interno gli studenti che erano a lezione o negli Istituti chiedono ed ottengono di andarsene attraverso una porta laterale. Il servizio d'ordine del pei riesce a riportare la calma. SI chiudono In basso 1 cancelli che portano alla scalinata. C'è una trattativa. Mediatore 11 comitato di agitazione che cerca di evitare altri scontri. Infine l'accordo. I dimostranti dal basso arretreranno in modo da lasciare un varco e far uscire tutti senza Incidenti. Ma c'è voluta pazienza e convinzione da parte dell'assessore provinciale Ardito, del consigliere comunale Fassino, di militanti nella Fcgl, operai. Oltre alla rinnovata promessa che oggi alle 16,30 ci sarà un'assemblea cui si potrà partecipare democraticamente. Il rettore intanto ha informato 11 prefetto e chiesto l'intervento della polizia. Ma prima che gli agenti arrivino, le « Avanguardie autonome » se ne vanno alla spicciolata. Sentita la notizia dei disordini i presidenti VIglione e Sanlorenzo si precipitano e parlano alla folla sull'angolo di via Verdi. Li seguono poco dopo 1 capigruppo (che hanno avuto mandato dal Consiglio regionale sospeso a causa degli Incidenti). La polizia perquisisce Palazzo Nuovo: alle solite scritte sul muri, si sono aggiunti altri danni: sedie fracassate, bacheche rotte, cestini per 1 rifiuti divelti. In un desolante disordine di volantini sparsi per terra. Controlla anche il rettore prof. Cavallo che sostiene: « Oggi l'Università è aperta, ci sarà la normale attività, almeno si spera ». Negli ospedali si fanno medicare soltanto due giovani: al San Giovanni Eugenio Gruppi, 24 anni, al Gradenlgo Massimo Camberà, 34 armi. Ma parecchi si sono allontanati sanguinanti. Forse si faranno medicare oggi, forse hanno preferito la strada più anonima del medico privato. Frattanto, usciti da Palazzo Nuovo i giovani delle « Avanguardie autonome » si sono di nuovo riuniti e hanno raggiunto di corsa l'Istituto tecnico « Avogadro » in corso San Maurizio, a meno di un chilometro dall'Università. Qui si sono riuniti in assemblea con gli allievi dell'istituto che già dalla mattinata avevano deciso l'occupazione contro la riforma Malfatti. La tensione che questi giovani avevano accumulato ali'Università si è scaricata in scene iste- rlche quando è giunta la notizia che la polizia stava per entrare con la forza e arrestare tutti. Prima, durante cinquanta minuti infuocati c'era stato uno scambio violento di pareri contrastanti. Dopo l'Intervento, condiviso dai più, di un operaio della « Materferro » che si è scagliato centro i comunisti, ha cercato di prendere la parola un rappresen¬ tanstuglini,a Sdislogmavogli tante del Comitato di agitazione studentesca per fare 11 punto sugli avvenimenti degli ultimi giorni, ma In pratica non è riuscito a parlare. Sono state fatte le proposte più disparate. « Non accettare il dialogo con nessuno e tornare domani ad occupare Palazzo Nuovo ». Altri hanno detto: « E' meglio occupare una Facoltà al 0or- no ». L'ultima proposta: « Concentramento stamattina alle 9 in piazza Solferino per un corteo di protesta ». Mentre ancora molti chiedevano di parlare è giunta la notizia che all'esterno c'erano 1 carabinieri pronti ad intervenire. La saia dei congressi al primo piano s'è vuotata in un attimo, molti giovani sono corsi alle fine¬ stdosccuè ciag« evq stre, altri su per le scale urlando: « Barrichiamoci dentro, sfasciamo tutto ». In corso San Maurizio con alcuni giovani dirigenti della Fgcl è giunto anche l'assessore provinciale Ardito che ha chiesto agli agenti di non intervenire subito. « Voglie .•nvincerli ad uscire ed evitare scontri», ha detto al vice questori; Hoti. Ma mentre il con¬ sigliere stava trattando l'uscita degli studenti, dalle finestre del secondo piano sono volati sulla testa del carabinieri che erano assestati in corso San Maurizio pietre, sassi bulloni e alcuni tubi di ferro lanciati come proiettili. A questo punto è partito l'ordine della carica ed 1 carabinieri che, colti alla sprovvista, erano stati costretti ad indietreggiare si sono raccolti in gruppi e sono entrati di corsa nella scuola. E' stato a questo punto che è successo l'episodio più grave. Da una finestra della scuola, probabilmente al secondo plano, sono stati esplosi quattro colpi di pistola contro il gruppo di commissari In borghese che erano fermi sulla scalinata dell'istituto. Le detonazioni sono state udite nettamente e forse sono state anche di più ma sono state coperte dal lacrimogeni che la polizia stava nel frattempo sparando in corso San Maurizio per allontanare un centinaio di giovani, estranei alla scuola, che si erano radunati nel controviale. Per circa mezz'ora tutto il tratto di corso San Maurizio tra i Giardini Reali e via Sant'Ottavio è stato un campo di battaglia. Sono stati sparati decine di lacrimogeni, molti ragazzi, fermati durante le cariche, sono stati messi contro il muro e perquisiti. Una ventina sono stati accompagnati in questura. Due trovati in possesso di coltelli sono stati arrestati. Molti altri identificati, verranno probabilmente denunciati. Intanto il fumo dei lacrimogeni esplosi all'interno dell'Avogadro ha fatto pensare ad un incendio. Sono accorse due autobotti dei vigili del fuoco e le sirene hanno contribuito ad aumentare la tensione. Ma si è trattato di un falso allarme. All'interno dell'Avogadro sono stati sequestrati una decina di molotov, alcuni fustini di benzina e centinaia di bastoni. Schierati sulla scalinata dell'Università gli Autonomi ma schernii e armati hanno impedito l'ingresso agli altri giovani