Il liceo classico di Novi Ligure rifiuta le proprie aule ai corsi per i lavoratori di Giorgio Lombardi

Il liceo classico di Novi Ligure rifiuta le proprie aule ai corsi per i lavoratori La preside ha denunciato quelli che erano entrati Il liceo classico di Novi Ligure rifiuta le proprie aule ai corsi per i lavoratori La motivazione della decisione (presa dal Consiglio d'istituto) è "segreta" - Ieri gli studenti e i lavoratori si sono introdotti nella scuola attraverso una porta secondaria - Roventi polemiche (Dal nostro inviato speciale) Novi Ligure, 2 marzo. Lavoratori, studenti, genitori, insegnanti del liceo classico, Comune, sono ai ferri corti. Scambio d'accuse, parole grosse, intervento di carabinieri e magistratura. Motivo: l'uso dei locali del liceo classico che il consiglio d'istituto ha rifiutato due volte ai corsi delle 150 ore, indetto dai sindacati in collaborazione con il Comune e l'Università di Genova. Ogni tentativo di mediazione è fallito. La preside ha denunciato alla procura della Repubblica di Alessandria una trentina di giovani « per invasione di terreno o edificio altrui ». La vicenda s'inizia a metà gennaio. Il coordinamento provinciale Cgil-Cisl-Uil per il diritto allo studio (le cosiddette 150 ore) ha programmato un corso per studenti lavoratori sul tema: «Organizzazione del territorio e realtà produttiva nel Novese». Vi collaborano studenti e docenti del seminario «Comunità e territorio», costituito presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Genova. Le «lezioni», in dodici incontri (ogni mercoledì dalle 15,30 alle 19,30), intendono esaminare i progetti di sviluppo del territorio novese, a cominciare dal piano regionale, per individuarne i criteri, le finalità, la rispondenza alle attese della popolazione locale. Il corso, che dedica la sua ricerca agli ultimi trent'anni, vuol vedere se la vocazione economica del Novese è un risultato di condizionamenti naturali, geografici ed ambientali, oppure se è la conseguenza di scelte economiche. Agli incontri collaborano i docenti del seminario, studenti universitari e medi, lavoratori, per uno scambio di esperienze, «contribuendo ciascuno per quella che è la sua specifica collocazione». Il coordinamento provinciale richiede l'utilizzo dei locali del liceo Andrea Doria e si impegna «ad ovviare a eventuali danni arrecati alle suppellettili e agli immobili mediante riparazione o sostituzione, nonché a disinfestare i locali utilizzati». L'assessore all'Istruzione del Comune, Franco Contorbia, socialista, esprime parere positivo. Il consiglio d'istituto, il 9 e il 22 febbraio, dice di no. Si ignorano i motivi. La preside, Ernesta Bacchi, si rifiuta di mostrare i verbali delle riunioni se non ai suoi superiori. (Il «classico» di Novi è una delle poche scuole in Italia dove i pnconsigli d'istituto si svolgono a" porte chiuse). Si dice: i I a membri del consiglio pensano che la presenza di estranei possa favorire epidemie. La preside, da parte sua, afferma: Qui ci sono delle attrezzature da difendere. Spariscono libri nelle mani di alcuni nostri professori, figurarsi se entrano degli estranei ». Mercoledì scorso il gruppo di lavoro, nonostante la diffida della preside, entra nei locali di viale Saffi e tiene regolarmente lezione. La preside non reagisce, pare anzi che, con il Comune, tenti una mediazione tra i «falchi» del consiglio d'istituto e i sindacati. Qualche giorno dopo, i membri del consiglio d'istituto e la preside, invitati in comune dall'assessore alla Pubblica Istruzione per un incontro chiarificatore, non si presentano. Un episodio, dice Contorbia, «di estrema gravità, che esaspera in modo irragionevole» i rapporti tra sindacato, scuola ed ente locale. La diserzione dell'incontro, continua, «assume il carattere intollerabile d'un rifiuto del dialogo con le altre parti sociali coinvolte nel caso» , che affonda le radici in un'idea della scuola «come corpo aristocraticamente separato, impermeabile a ogni rapporto con la realtà sociale». Il che significa voler gestire «in modo corporativo e autoritario» l'istituzione scolastica, «relegando fuori di essa ogni elemento di contraddizione e di disturbo, a cominciare dalle forze organizzate del movimento dei lavoratori». Stamane, un'altra sorpresa: sul tavolo del sostituto procuratore della Repubblica di Alessandria, Parola, arriva una lettera della professoressa Bacchi, con cui denuncia «gli invasori». Oggi pomeriggio lavoratori e studenti trovano la porta della scuola sbarrata. Per decidere come comportarsi, improvvisano un'assemblea in strada. Poi qualcuno, attraverso una porta secondaria lasciata aperta, riesce a introdursi nella scuola e a far entrare gli altri. La lezione si tiene in piena tranquillità. Fuori stazionano alcune pattuglie di carabinieri. Forse seguirà una seconda denuncia. La decisione finale, se non interverranno fatti nuovi, spetta comunque al pretore di Novi. Giorgio Lombardi zplcm

Persone citate: Bacchi, Contorbia, Franco Contorbia, Lavoratori, Novese, Parola

Luoghi citati: Alessandria, Genova, Italia, Novi Ligure