Pravda: nelle vie al socialismo anche la "violenza pacifica,, di Livio Zanotti
Pravda: nelle vie al socialismo anche la "violenza pacifica,, Le tesi sono soltanto in apparenza più "morbide" Pravda: nelle vie al socialismo anche la "violenza pacifica,, (Dal nostro corrispondente) Mosca, 2 marzo. Sulle condizioni della lotta rivoluzionaria e quindi sulle vie nazionali al socialismo, la Pravda torna con un lungo intervento catechistico («la missione storica della classe operaia»), autorevole soprattutto perché dietro lo pseudonimo di A. Biktorov che lo firma ci sono certi ideologi del Comitato Centrale del pcus. Privo di elementi nuovi, lo scritto offre tuttavia un'indicazione circa gli orientamenti che in questo momento sembrano prevalere al Cremlino nelle analisi delle tesi eurocomuniste. Vi si coglie una sfumatura di più esplicita rigidità rispetto al recente passato, quando Vadim Zagladin lasciava almeno senza risposta alcuni quesiti di fondo. Anche in questo caso, comunque, non viene neppure affrontata la autentica specificità della ricerca eurocomunista, che sta non nell'alternativa tra via pacifica e via violenta, bensì nell'ipotesi di un socialismo finalmente pluralista e non tale soltanto nella fase di transizione. La Pravda cita Engels e Lenin. E' possibile eliminare la proprietà privata in forma pacifica? Risponde il primo: se ciò fosae possibile, i comunisti sarebbero gli ultimi ad opporvisi. Aggiunge il secondo: «E' possibile la consegna pacifica del potere da parte della borghesia, se questa si convince della inutilità della resistenza e preferisce tenersi la testa sul collo». Ma, commenta il giornale: «L'esperienza storica dimostra che la borghesia è disposta a qualsiasi cosa, anche la più estrema, quando il suo dominio è minacciato. La Comune di Parigi fu annegata in torrenti di sangue, 70 mila tra fucilati, esiliati, carcerati, questo è il prezzo che il proletariato parigino pagò per aver tentato d'impadronirsi del potere e porre fine allo sfruttamento». C'è una «violenza pacifica», ammette la Pravda. E' quella che permette al proletariato e ai suoi alleati di espropriare la classe dominante dei suoi privilegi, sia materiali sia formali, senza l'uso della forza fisica. E' una violenza legittima, sostiene ancora il quotidiano del pcus, poiché è esercitata dalla grande maggioraza contro la minoranza. In ogni caso. Tuttavia, non costituisce la questione principale della costruzione di un potere socialista. Questa è piuttosto nella direzione delle masse rivoluzionarie verso la costruzione di una nuova società, quindi nel tipo di organizzazione della classe e nel rapporto tra partito e società. Segue una tesi già svolta altre volte: l'accresciuta forza del socialismo nel mondo intero rende possibile percorrere le vie delle istituzioni borghesi per marciare verso il socialismo. Le vie parlamentari, dunque, non sono sbarrate ma sono momenti di passaggio, che devono assicurare la transizione dal vecchio sistema capitalista al nuovo socialista. Dice la Pravda: «Sarebbe ingenuo pensare che con il trionfo elettorale la classe operaia abbia conquistato lo stato che serve ai sudi interessi. Il potere reale della società sta nelle mani di coloro i quali dispongono delle leve economiche, dell'apparato dello Stato e dell'esercito. Tutte forze controllate dalla borghesia». Il caso cileno e la sua tragica conclusione ne sono l'esemplificazione storica più attuale. Livio Zanotti
Persone citate: Engels, Lenin, Vadim Zagladin
Luoghi citati: Mosca
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