Oggi processo d'appello ai rapitori di Paul Cetiy
Oggi processo d'appello ai rapitori di Paul Cetiy Davanti alla corte d'appello di Potenza Oggi processo d'appello ai rapitori di Paul Cetiy Delle otto persone accusate del sequestro soltanto due vennero condannate a 16 e 8 anni - Gli altri furono condannati per traffici di droga Potenza, 1 marzo. Inizia domani, davanti ai giudici della corte d'appello di Potenza, presieduta dal dott. Arturo Moscato, il processo di appello per il rapimento di Paul Getty terzo, avvenuto a Roma il 10 luglio 1973. Del collegio giudicante fa parte come giudice a latere il dott. Lombardi, il quale svolgerà la relazione, mentre la pubblica accusa è sostenuta dal dott. Giuseppe Giannotta. Il rapimento del nipote di Paul Getty senior, che era ritenuto l'uomo più ricco del mondo, suscitò quattro anni fa enorme scalpore sia per la notorietà del ragazzo, appena diciottenne, e sia per la rilevante cifra del riscatto pagato: un miliardo e 700 milioni. All'epoca fu la più alta somma versata, mentre oggi illanguidirebbe rispetto a quelle pagate per tanti rapimenti. Il rapimento ebbe anche dei risvolti particolari in quanto si credette all'inizio ad una simulazione e di questa ipotesi rimase vittima dolorosamente il ragazzo sequestrato, al quale i rapitori tagliarono un orecchio per convincere i familiari (forse la stessa opinione pubblica) che facevano sul serio. Dopo la liberazione del ragazzo, avvenuta in una notte di pioggia e di vento del 14 dicembre 1973 vicino a Lagonegro, in Lucania, le indagini della polizia particolarmente serrate condussero in breve all'arresto di una decina di persone ritenute responsabili del rapimento. A conclusione della sentenza di rinvio a giudizio, furono nove le persone chiamate a comparire davanti al tribunale di Lagonegro, otto delle quali erano accusate di aver compiuto il sequestro e la nona (tale Pietro Selli) era accusata solo di aver aiutato Saverio Mammona uno dei principali imputati, a fuggire dal carcere di Nicotera. Il processo, durato 35 udienze dal 12 maggio al 29 luglio 1976, ebbe una conclusione a sorpresa. "Delle otto persone accusate del sequestro il tribunale di Lagonegro ne riconobbe responsabili solo due — Giuseppe La Manna che fu condannato a 16 anni e Antonio Mancuso a otto — le altre sei furono tutte assolte per insufficienza di prove, tra le quali Girolamo Piromalli, il presunto capomafia che l'accusa aveva indicato qualn cervello della banda e per il quale il pubblico ministero aveva chiesto la condanna più grave: 23 anni di reclusione. Piromalli, in particolare, fu assolto da tutte le accuse mentre invece le altre cinque persone accusate del rapimento, ma assolte da questa imputazione, furono condannate per altri reati, tra i quali il traffico di stupefacenti che sarebbe avvenuto a Roma e che si sarebbe svolto prima del rapimento di Getty. Questi ultimi sono: Saverio Mammoliti che venne condannato a nove anni e dieci mesi; cinque anni e sei mesi a Vincenzo Mammoliti; cinque anni e sei mesi per Domenico Barbino; sei anni ad Antonio Femia e tre anni e sei mesi a Pasquale Mammoliti. (Ansa) di costituirmi ». Così ha dichiarato ieri sera ad un funzionario della Squadra Mobile un uomo identificato successivamente per Giuseppe Coser di 40 anni. Immediati accertamenti eseguiti hanno permesso di stabilire che effettivamente il Coser, nativo di una cittadina jugoslava, era l'economo dell'Amministrazione provinciale di Ancona e che si era allontanato inaspettatamente dal suo ufficio ieri mattina poco dopo le 10. Sulle effettive responsabilità del Coser dovranno pronunciarsi ora i funzionari dell'Amministrazione provinciale di Ancona che dovranno verificare il bilancio della cassa affidata al funzionario che ieri sera di fronte al funzionario di turno della Squadra Mobile romana, dr. Carnevali, si è autoaccusato di un ammanco di 30 milioni. Per il momento il Coser è stato associato al carcere di Regina Coeli sotto l'accusa di peculato, in attesa di essere trasferito ad Ancona a disposizione della procura della Repubblica di quella città. Paul Getty
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