Prospettive del cinese
Prospettive del cinese Lo studiano ottocento giovani Prospettive del cinese A Venezia c'è Punico corso per l'insegnamento della lingua e letteratura cinesi (Dal nostro corrispondente) Venezia, 1 marzo. «Sono ottocento, in Italia, i giovani che studiano la lingua cinese, un numero più che sufficiente almeno per oggi alle necessità nazionali». Così afferma il professor Lionello Lanciotti, ordinario di lingua e letteratura cinesi all'Università di Ca' Foscari, a Venezia. Ma fino a quando? Basterebbe secondo Lanciotti valutare realisticamente la Cina, ricordare il suo peso culturale e politico e, fra non molto, economico, per rendersi conto di quanto sia importante. Un essere umano su quattro è cinese e fra qualche decennio il rapporto sarà, probabilmente, di uno a tre. «Ignorare l'esistenza di questo quarto d'umanità — dice — sarebbe una politica errata, un non senso in ogni campo, da quello economico a quello culturale». L'unica cattedra di ruolo per l'insegnamento della lingua e letteratura cinesi è, in Italia, quella appunto dell'Università di Venezia. Il corso di laurea in lingue e letterature orientali — cui l'insegnamento di cinese appartiene — è inserito, ed è questa un'altra particolarità dell'ateneo veneziano, nella facoltà di Lingue straniere, mentre in altre università (Roma, Napoli) è legata alla facoltà di Lettere o a quella di Scienze politiche. «L'insegnamento di cinese a Venezia — sottolinea Lanciotti — ha undici anni di vi ta ed è il solo, nel nostro Pae se, con carattere specifica mente linguistico. Nel nostro Seminario insegnano nove persone di cui otti docenti italiani e un lettore cinese, il signor Wu Pai-So. che è il so lo cinese residente nel Veneto. Gli studenti, circa 120, provenienti da tutta l'Italia centrosettentrione, nei quattro anni di frequenza apprendono la lingua cinese classica (usata nella maggior parte dei generi letterari fino al 1917) e quella "parlata" (assai diversa dalla prima), tanto da essere in grado, al momento della laurea, di leggere sia un testo classico di media difficoltà che un giornale cinese». «I contatti fra il nostro Centro e le Università stranie- re — aggiunge Lanciotti — sono assai frequenti; in particolare, cinque allievi dell'ateneo veneziano si trovano attualmente a Pechino, usufruendo di Borse di studio concesse da quel governo, mentre altri dieci seguono corsi di specializzazione in università europee (Londra), Leida, Praga). Ma quali possibilità di impiego esistono per i giovani laureati in cinese? Risponde, ancora, il prof. Lanciotti: «Le possibilità di inserimento nel mondo del lavoro sono, nel nostro Paese, assai scarse. Ciò è dovuto, principalmente, alla sordità assoluta da parte degli industriali, degli editori e dell'autorità governativa: sì tratta del vecchio problema della mancanza di collegamento tra università e lavoro» . «Eppure — ha precisato Lanciotti — in Italia tanto le industrie che i ministeri avrebbero bisogno di personale che conoscesse la lingua cinese; all'estero infatti, i laureandi vengono letteralmente "catturati'' dalle industrie. Perché, allora, una trentina di giovani, ogni anno, nell'Università di Venezia scelgono di laurearsi in cinese? E' uno studente a rispondere: «Oltre ad interessi linguistici generali — afferma Flavio, iscritto al primo anno — mi ha spinto a questa scelta la consapevolezza che la Cina ha operato una sintesi del tutto particolare tra la propria tradizione e il marzi smo Anche per una studentessa, Caterina, l'interesse per la tradizione cinese è stato determinante: «La Cina è un mondo completamente diver so dal nostro; è l'unico, forse, che nel bene e nel male, si è mantenuto fedele alle proprie origini, nonostante la rivoluzione». «Siamo dei potenziali disoccupati — osserva ancora Flavio — e, se c'è da fare un appunto all'università, si può dire che essa ci insegna sì la lingua "parlata", ma ci insegna a leggerla, non a parlarla veramente (sono cose diverse); d'altra parte, l'università non è e non vuole essere una scuola interpreti ». Gigi Bevilacqua
Persone citate: Gigi Bevilacqua, Lanciotti, Lionello Lanciotti
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