Se lo Stato non aumenta i fondi il "Regio" rischia di non aprire

Se lo Stato non aumenta i fondi il "Regio" rischia di non aprire Se lo Stato non aumenta i fondi il "Regio" rischia di non aprire Preoccupazione in Consiglio provinciale - "Per poter produrre bisogna tare mutui che costano ben di più dei 10 miliardi di sovvenzioni che ci spettano" La crisi degli enti lirici italiani, ed In particolare del teatro Regio, è approdata ieri in Consiglio provinciale dando qualche Interesse ad una seduta singolarmente breve (poco più di un'ora e mezzo) e priva delle ormai consuete polemiche. Il presidente Sai ve tti ha letto l'ordine del giorno, approvato dal Consiglio di amministrazione del Regio, che sollecita maggiori stanziamenti. - ir La legge attuale — ha spiegato — esclude praticamente ogni attività perché i fondi coprono soltanto le spese per il personale e per la conservazione del patrimonio. Le modifiche alla legge del '68 non hanno mutato la situazione e lo stanziamento è fermo al '73 ». Salvetti ha quindi chiesto al Consiglio l'adesione alla volontà dei lavoratori del « Regio » « di elaborare una nuova politica culturale strettamente collegata alla realtà e alle esigenze delle forze sociali che operano sul territorio ». Negro (pei) ha svolto un appassionato intervento sul problema, accusando la de di aver ir bloccato » l'aumento dello stanziamento da 60 a 70 miliardi: «In questo modo — ha detto — non si riuscirà neppure ad aprire la stagione prossima. Torino, pur essendo al secondo posto d'Italia per le presenze in teatro (250 mila) è al settimo per le sovvenzioni. Lo Stato ci dà soltanto il 7 per cento del totale. Così può capitare che al "Regio" ci siano « sarte e al "Massimo" di Palermo ce ne siano 67. Non ci tono soldi per la produzione, così slamo costretti a pagare soltanto il personale. Per poter produrre, il "Regio", come gli altri teatri, deve ricorrere a mutui, che costano ben di più dei 10 miliardi che dovrebbe dare lo Stato ». Bernardi (de) ha difeso 11 governo dicendo che i 60 miliardi sono stati dati in attesa della riforma degli enti lirici. L'ordine del giorno che invita governo e Parlamento a sollecite iniziative legislative è stato poi votato all'unanimità. In apertura del Consiglio l'assessore Sabbadini aveva risposto ad una interrogazione del de Puddu sull'abbattimento del muro di cinta dell'ospedale psichiatrico di Collegno. La spesa prevista per la demolizione non è di 600 milioni, come pubblicato da un giornale locale, ma di 6 milioni e 200 mila lire. Per la sistemazione della zona saranno spesi inoltre 350 milioni anche con il contributo della Regione.

Persone citate: Bernardi, Negro, Puddu, Sabbadini, Salvetti

Luoghi citati: Collegno, Italia, Torino