Referendum anti-stranieri (ma il clima è più tiepido)

Referendum anti-stranieri (ma il clima è più tiepido) Tra due settimane svizzeri alle urne Referendum anti-stranieri (ma il clima è più tiepido) (Dal nostro corrispondente) Berna, 28 febbraio. Mancano due settimane al referendum su due nuove iniziative xenofobe, ma, a differenza delle movimentate ed astiose campagne che precedettero le votazioni popolari del '70 e '74 sui progetti anti-stranieri dell'«Azione nazionale», l'opinione pubblica sembra disinteressarsi delle polemiche tra fautori ed avversari dell'allontanamento di numerosi operai stranieri. I giornali dedicano uno spazio piuttosto limitato alla fase culmimante del duplice re ferendum, mettendo in rilievo più che altro la ferma condanna, negli ambienti ufficia li di Berna, delle due iniziative. I partiti rilanciano gli slo gans già utilizzati nel passato, soprattutto, alla vigilia della votazione del '70, allorquando il problema della «penetrazione straniera» aveva diviso il popolo svizzero in due campi Stavolta, invece, nessuno si agita molto per una questione che sembrava risolta con il massiccio «no» all'iniziativa del '74 e tutto lascia supporre che l'affluenza alle urne sarà assai modesta. Autore di una delle due iniziative proposte al giudizio dell'elettorato è nuovamente l'onorevole Schwarzenbarti che ripropone una drastica riduzione degli stranieri resi denti in territorio svizzero (il loro numero dovrebbe essere ridotto al 12 per cento degli abitanti locali). In seguito alla recessione economica degli scorsi anni oltre 200 mila lavoratori esteri hanno dovuto lasciare la Svizzera, ma l'approvazione del progetto Schwarzenbach costringerebbe le autorità a mandar via entro dieci anni, altri 250 mila immigrati, in gran parte già titolari di un permesso di residenza fissa. I fautori dell'iniziativa affermano che lo scaglionamento delle partenze forzate in un periodo di dieci anni costituisce, tutto sommato, una «concessione molto umana». Si tende tuttavia all'ottimi smo: si è certi che l'elettorato respingerà, al pari del '70 e del '74, le nuove iniziative anti-straniere di Schwarzenbach. Non va dimenticato che le numerose partenze a causa della crisi economica hanno contribuito a ridimensionare il problema del cosiddetto inforestieramento della Confederazione elvetica. Più perfido è il secondo punto del duplice referendum del 13 marzo prossimo. Si tratta di un'iniziativa dell'«A zione nazionale» per una severa riduzione delle naturalizzazioni: al massimo 4 mila per anno (nel '76 oltre 12 mila stranieri sono diventati svizzeri). Le mire dell'«Azione nazionale» sono tuttavia in netto contrasto con la politica di assimilazione del governo federale che ha già preparato un disegno di legge per facili tare il definitivo inserimento dei lavoratori stranieri e, soprattutto, dei loro figli nati e cresciuti qui. I risultati di una recente inchiesta della Weltwoche hanno suscitato un certo allarme: secondo il ■ — settimanale zurighese il 57 1 Per cento degli elettori sareb be favorevole a limitare le na turalizzazioni. In ogni caso gli avversari dell'«Azione na zionale» si sono affrettati ad intensificare la loro campa gna contro il progetto. Luigi Fascetti

Persone citate: Luigi Fascetti, Schwarzenbach

Luoghi citati: Berna, Svizzera