I lettori discutono di Marziano Bernardi

I lettori discutono I lettori discutono Polemico parere d'un operatore estetico Presa visione degli ultimi commenti di Marziano Bernardi sull'arte moderna scrivo il mio parere. In particolare mi riferisco al commento sull'esposizione di Spagnulo alla Galleria d'Arte Moderna. Trovo strano che si possa giungere a dei /giudizi cosi scollati da una realtà critica come legamento tra osservatore e opera d'arte. E' evidente in Bernardi una posizione di assoluto rifiuto di prendere in considerazione nell'esperienza estetica contemporanea l'insopprimibile istanza dialettica che si realizza in un rapporto d'interazione tra individuo e ambiente e che è parte integrante di molte opere ed anche di quella di Spagnulo. Il sarcasmo di Bernardi è fine a se stesso è di parte ed e anche denigratorio degli sforzi che l'operatore estetico fa e che sono di rifiuto di accademismi e manierismi. Siamo tutti consci dei valori dell'arte del Rinascimento, di Michelangelo, di Raffaello e del suo preciso rapporto con l'ambiente storico-sociale dell'epoca. Non ha però senso usare oggi gli stessi canoni di giudizio estetico del passato già superati dal giro di boa del giudizio teleologico kantiano. Chiediamoci dov'è la sostanza estetica. E' anche nel lavoro dell'operatore artistico contemporaneo, in primis perché « lavoro » è coscienza sociale e poi perche inerisce e si inserisce egregiamente nella problematica della comunicazione di massa per giungere ad un risultato leggibile da tutti al di là degli schermi e schemi, diagrammi e diaframmi culturali. Smettiamo di canonizzare una visione estetica che impedisce al fruitore di « intuire » l'arte nel suo significato profondo. Sono un operatore estetico che si dedica con scienza e coscienza alla pittura. Paolo Ambrosio, Torino Luciano Vendemmi Egregio direttore, mentre ringraziamo lei e il suo giornale per il contributo di dedizione e lavoro offerto alla causa della verità in occasione della tragica scomparsa del nostro atleta Luciano Vendemmi e ringraziamo, in particolare, il giornalista Antonio Tavarozzi per la tempestiva, instancabile e abile inchiesta condotta, desideriamo segnalare alla sua attenzione lo incomprensibile atteggiamento tenuto da Vittorio Gorresio che su La Stampa di sabato 26 febbraio 1977, a pagina 5, nella rubrica « I Santi » descrive, in breve, il tragico episodio della morte di Vendemini chiamando in causa la nostra società e commentando il fatto e le sue conseguenze in assurdo contrasto alle tesi, o meglio, ai fatti denunciati e documentati con tanti sforzi e tanta precisione dal suo giornale in altre pagine e per più giorni. Crediamo si tratti di una terribile distrazione che, purtroppo, assume un drammatico significato per tutti noi, già amareggiati sul piano umano e che ci pone in gravi difficoltà sul piano sociale e morale. Con stima e cordialità. Giuseppe De Stefano dirigente responsabile della «Pallacanestro Chinamartini» Una notizia buona A pag. 15 del vs. giornale odierno (23-2-77) figura il titolo « Un imprenditore che va controcorrente ». Definite « un fatto insolito » che una industria fornisca ampie informazioni sui suoi conti e che faccia un « giuoco di onestà ». Tanto è interessante l'articolo (una rara volta una notizia buona) tanto mi pare infelice il titolo: perché insinua... e diffonde!... la stolta credenza molto diffusa che quasi tutti gli imprenditoriindustriali debbano essere — per forza di cose — gente disonesta, occultatori ed evasori a danno della collettività. Ecco lo spirito malefico che — come l'esagerato spazio dedicato alla cronaca nera — rende brutto il giornale. dott. Riccardo Hess presidente Cons. Amm. de La Quarzite, Barge (Cn) Milano è viva (e buoni affari) Quando si leggerà questa mia, delle due l'una: o Milano (e non solo Milano) sarà un mucchio di macerie (crepi l'astrologo), o non sarà successo niente, malgrado le sinistre previsioni della famosa « vecchietta ». Ma una cosa sarà certamente successa: un grandioso incasso domenicale da parte dei vari ristoranti, trattorie, alberghi, ecc. ecc., delle zone turistiche ben lontane da Milano, magari favorite da una splendida giornata di sole. Sono forse troppo maligno? Che ne dice Luciano Curino? avv. G. C. Genocchio, Novara

Luoghi citati: Milano, Novara