Lockheed: come il Parlamento farà il processo di Gianfranco Franci
Lockheed: come il Parlamento farà il processo Lockheed: come il Parlamento farà il processo Roma, 28 febbraio. Giovedì mattina, alle ore 10, Camera e Senato si riuniranno insieme nell'aula di Montecitorio per cominciare a discutere la proposta della commissione Inquirente di rinviare a giudizio della Corte Costituzionale per lo scandalo Lockheed i due ex ministri della Difesa Tanassi e Gui, e gli altri nove personaggi «laici» della vicenda. L'ex presidente del Consiglio, Rumor, come era facilmente prevedibile dopo la decisione dei socialisti e dei repubblicani di non rimettere in discussione la decisione della commissione, non sarà del gruppo. Alla scadenza dei termini per la raccolta delle 477 firme necessarie (la maggioranza assoluta dei membri dei due rami del Parlamento) soltanto 375 tra deputati e senatori hanno chiesto che Rumor fosse di nuovo imputato. Contro l'ex presidente del Consiglio hanno firmato 317 comunisti su 319 (non hanno firmato il presidente della Camera Ingrao, per motivi di carica, e l'onorevole Amici); 24 indipendenti di sinistra (due defezioni: il senatore Raniero La Valle e l'ex procuratore generale di Napoli Gennaro Guadagno); i 4 radicali, i 6 demoproletari, 22 neofascisti di Almirante (non ha firmato il prete Olindi Del Donno) e due socialisti. Cresco e Ferrari, che hanno contestato la decisione del loro partito. E" difficile prevedere per quanti giorni il Parlamento resterà impegnato nell'inconsueto ruolo di «trìbunake dei ministri». La complessità della vicenda, il numero dei personaggi implicati, i molti oratori che interverranno senza limiti di tempo (sembra una trentina), le innumerevoli votazioni a scrutinio segreto che dovranno essere necessariamente compiute con l'antico sistema delle palline bianche e nere essendo il meccanismo elettronico in grado di ricevere soltanto il voto dei deputati, lasciano presumere comunque che ci vorrà grosso modo una decina di giorni. Nella storia del Parlamento del dopoguerra esiste un solo precedente: quello del famoso scandalo del tabacco nel quale rimase coinvolto, come ministro delle Finanze, il defunto senatore democristiano Giuseppe Trabucchi. Nel suo caso deputati e senatori rimasero riuniti insieme per cinque giorni, dal 16 al 20 luglio 1965, decidendo alla fine di non rinviarlo al giudizio della Corte costitutionale. Stavolta, con ogni probabilità, i due rami del Parlamento si troveranno a dover affrontare anche questioni di carattere pregiudiziale. L'avv. Qdolfo Gatti, che difende il sue collega Vittorio Antonelli, e l'avv. Rinaldo Taddei, difensore del gen. Duilio Fanali, hanno chiesto al presidende della Camera, Ingrao, che in basf alla Costituzione preseid? il Parlamento in seduta comune, che al pari degli accusati ex ministri, sia riconosciuto agli otto imputati non parlamentari il diritto a partecipare, magari insieme con i loro legali, all'imminente dibattito. Il ministro della Giustizia, Bonifacio, parlando oggi del caso Lockheed, ha riconosciuto la necessità di aprire « a tempi non lunghi » un dibattito per la riforma dei procedimenti di accusa. Egli ha anche auspicato che il Parlamento sappia fare «una valutazione squisitamente giuridica » della posizione di Gui e di Tanassi. Quanto a Rumor, ha osservato che l'accordo tra il suo ministero e il dipartimento della Giustizia americano per l'acquisizione dei documenti fu possibile « solo grazie alla collaborazione assidua e preziosa offertami dalle strutture centrali e periferiche del ministero degli Esteri diretto a quell'epoca appunto dall'on. Rumor ». Gianfranco Franci
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