Vertice povero
Vertice povero L'ARGOMENTO DEL MESE Vertice povero L'eventuale convocazione dellu prossima riunione al vertice del « Gruppo 77 ». che comprende i 114 Paesi in via di sviluppo facenti parte dell'Orni, sta prendendo corpo, una possibilità che rovescia il rifiuto opposto dalla grande maggioranza del blocco del Terzo Mondo dopo la conferenza del Messico dello scorso settembre. L'idea era stala lanciutu all'inizio del '76 dal primo ministro pakistano Bhulto. Du allora i rappresentanti di Karachi l'avevano difesa u spada tratlu in vari consessi internazionali, prima ullu sessuntunesimu sessione del consiglio economico e sociale di Abidjun. poi ullu sedutu di luglio tenutu u Purigi per prepurare lu conferenzu sullu cooperazione economica inlcrnuzionule. il dialogo NordSud, e infine ullu riunione ginevtina dei diplomatici incaricati di spianure il terreno in vista dellu riunione del Messico sullu cooperuzione economica fru i Puesi emergenti. In qucll'occusione i lavori avevano rischialo la paralisi in seguito alla combattiva presa di posizione della delegazione pakistana che premeva per l'adozione della proposta Bhutto. Con l'India che ha chiuso le porte dello schieramento dei Paesi non allineati al Pakistan, impedendogli di partecipare lo scorso unno all'assise di Colombo, Bhutto e diven¬ talo l'esponente di punlu del « Gruppo 77 » in cui sono confluiti, oltre ad alcune nazioni non allineate, numerosi Stati minori legati da vincoli particolari con le grandi potenze, specie gli Stali Uniti. Suggerendo il vertice dei « 77 » egli si è sforzato di conferire al gruppo un'influenza politica paragonabile, e se possibile, supcriore al movimento dei non allineati dai quale il Pakistan è escluso. Ma siccome i membri dei due gruppi, salvo poche eccezioni, sono gli slessi, lu tesi di Bhutto sembrava ullu muggiotunzu di entrambi gli schieramenti irragionevole e inutile perché il vertice dei « 77 » avrebbe rischiato di diventare un doppione della riunione di Colombo. Ciò spiega i molivi del rigetto del progetto pakistano avvenuto in Messico. La situazione è ora cambiata. Dopo Colombo i lavori della conferenza di Parigi hanno registrato la stasi totale e si è dovuto rinviare la riunione ministeriale Nord-Sud prevista per il 15 dicembre '76. Inoltre solo a malincuore i 19 Paesi in via di sviluppo partecipanti al dialogo hanno accettato di indire la conferenza durante l'anno in corso. Molli avrebbero preferito la rottura dei negoziati. Tutti comunque condividono il senso di amarezza nei confronti dei Paesi industrializzati che. a loro avviso, mancano totalmente dellu volontà politica necessaria per instaurare un nuovo ordine economico inlcrnuzionule. Lu profondu delusione dei Paesi del Terzo Mondo è stala espressa eloquentemente nel comunicato dei « 77 » diramaio a New York il 22 dicembre. Hanno chiesto inoltre al presidente della trentunesima Assemblea generale delle Nazioni Unite di non chiudere la sessione ma semplicemente di aggiornare i lavori in modo da consentire all'Assemblea di riesaminare non appena possibile i risultati dell'incontro Nord-Sud che i « 77 » sperano possa effettuarsi in primavera. Si può quindi affermare che al vertice delle nazioni industrializzate non corrisponde più il vertice del Terzo Mondo. Lo Scià d'Iran ha accettato di fare da padrino alla proposta pakistana e potrebbe trascinare altri capi di Stato dalla sua parte. A Islamabad sono già stati avviati i primi contatti con diverse capitali e il responso, vista l'assenza di progressi al dialogo Nord-Sud. sembra favorevole al « summit » auspicato da Bhulto. Jean SchwoebeJ
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