Nuovo scandalo: appalto per recuperare la Cavtat

Nuovo scandalo: appalto per recuperare la Cavtat La nave carica di veleno affondata a Otranto Nuovo scandalo: appalto per recuperare la Cavtat Il governo offre 10 miliardi, ma uno sarebbe sufficiente - L'operazione destinata a favorire un'impresa straniera? - Il piombo tetraetile sta per sprigionarsi dai bidoni Otranto. 6 febbraio. I Dopo il «caso I.ockheed» c quello dei falsi danni di guer-1 ra denunciati dalla Siai-Marriletti e dalla Caproni, un nuovo scandalo si affaccia al-1 la ribalta: Lo scandalo della ('avt.it II governo ha stanzia-! to per il recupero della nave j una somma dieci volte supe-; riore a quella necessaria. Chi ci guadagna? Come è noto la nave da carico jugoslava è affondata al largo di Otranto il 14 luglio ! del "74 con un carico di morte: 906 bidoni di piombo treaetile. Bastano poche gocce sulla pelle per provocare la pazzia ed anche la morte. I i) ut ohi sono ormai corrosi. Tra qualche mese le 250 ton- ; nellate di veleno che conten-1 gono si spargeranno nell'A- ! driatico distruggendo ogni forma di vita: una catastrofe biblica. Per due anni e mezzo la cosa preoccupa una sola persona, il pretore di Otranto, dottor Alberto Maritati. Il magistrato cerca in tutti i modi di smuovere la classe politica e le autorità competenti. Tutto è inutile. Improvvisamente la questione 6 sollevata dal capitano Jacques Yves Cousteau. Scrittore, regista, ecologo, il poliedrico francese è anche tecnico della più grossa società di recuperi sottomarini, la CO. International. A lui il governo affida l'incarico di stabilire se il carico della Cavtat è recuperabile. Il pretore di Otranto però I vuol sapere quanto manca al-1 la catastrofe. Chiede alla marina militare di recuperare almeno un bidone per accertare il livello di corrosione. Per 27 giorni le navi partono dal porto di Brindisi, arrivano I sul posto, si ancorano e poi tornano indietro. Il magistrato affida allora l'operazione a nini piccola ditta di Roma,! l'Edilsub. Tre corallari, Gio-1 vanni Ascione, Claudio Beux 1 e Costantino Oggiano scendo- j no sulla coperta della Cavtat, u 85 metri di profondità, e imbracano un bidone. «L'acqua — racconta Giovanni Asolane — era torbidissima. Non si vedeva a più di 50 centimelri. La cosa peggiore era \ però la corrente. Sembrava di I essere in un fiume». L'involucro è rivestito di molluschi e l'analisi rivela dei fori piccolissimi. Non c'è tempo da perdere. Il veleno sta già filtrando in mare. Il pretore, il 26 gennaio, emette l'ordinanza con cui dispone che sia un'azienda di Stato, la Saipem, a recuperare i bidoni. I lavori devono cominciare entro il 28 febbraio. « La società — dice il pretore — si è impegnata ad eseguire i lavori al costo pattuito (5-6 miliardi n.d.r.» sotto la sor-] vegliamo della guardia di finanza ». Il problema sembra risolto ma il governo Ange di igno- j rare l'operato del pretore. Il 31 gennaio approvo un decreto che stanzia 10 miliardi per l'operazione di recupero che 1 sarà affidatu mediante appalto-concorso aperto anche alla i partecipazione straniera. A questo punto la cosa più importante non è recuperare il veleno ma aggiudicarsi l'appalto. Aziende grandi e piccole si sono messe alla fine- i stra. Aspettano gli sviluppi tifila situazione. Il pretore, a : Otranto, aspetta invano i mezzi della Saipem. La cifra cosi alta prevista dal governo per I il recupero dei bidoni, il fat- i to di aprire l'asta alla parte- ! cipuzione straniera e l'inter- ! vento di Cousteau fanno te-1 mere che si voglia affidare il lavoro ad una società estera. Le piccole imprese italiane sono tagliate fuori dall'asta. Non possono concorrere per più di un miliardo. « Noi sommozzatori — dice Giovanni Ascione — abbiamo chiesto un premio di un milione, un milione e mezzo, per ogni bidone recuperato ». Ce ne sono 450 sulla coperta della nave, 50 sul fondo e gli altri nella stiva. Supponiamo che i corallari accettino di recuperare quelli all'esterno per 500 milioni e che si spendano altri 500 milioni per riempire di cemento la stiva. In totale un miliardo. Ci sono poi le attrezzature ma in compenso i 500 bidoni recuperati possono essere venduti per 150 milioni. In ogni caso la cifra stanziata dal governo è enorme. La guerra per aggiudicarsi l'appalto è in atto e il pretore rischia di perdere la sua corsa contro il tempo. Gli stranieri, questa estate, non faranno i bagni nell'Adriatico. Cosimo Mancini ACQUI TERME — I carabinieri di Acqui Terme hanno arrestato domenica pomeriggio il ventinovenne Giovanni Grasso, nativo e residente a Caltagirone. Uscito dallo carceri di Massa, dove il pregiudicato stava scontando una condanna per furti e rapine. Il Grasso, che beneficiava di un permesso in base alla nuova legge carceraria, non si e più ripresen tato il 9 gennaio, rendendosi latitante. Da qualche giorno era giunta ad Acqui Terme dove aveva trovato ospitalità presso parenti e una amica. Doveva scemare una condanna che lo avrebbe tenuto in carcere sino al 1981.

Persone citate: Alberto Maritati, Ange, Ascione, Cosimo Mancini, Costantino Oggiano, Cousteau, Giovanni Ascione, Giovanni Asolane, Giovanni Grasso, Jacques Yves Cousteau