Paolo VI: "Questi crimini umiliano la nostra civiltà,, di Filippo Pucci

Paolo VI: "Questi crimini umiliano la nostra civiltà,, Paolo VI: "Questi crimini umiliano la nostra civiltà,, 1 j : 1 Città del Vaticano. 6 febbr. A Dante si è rifatte oggi Paolo VI parlando ai fedeli dalla finestra del suo studio, con evidente tono di rimpianto per le presenti condizioni del nostro Paese percorso dalla violenza: « Dove è finita — ha chiesto — la dantesca "dignitosa coscienza e netta" del nostro popolo? ». i E' stato un breve discorso, durante il quale il Pontefice ha criticato gli organi dello Stato per la loro inefficienza, e ha deprecato che « tanta gente ». compresi i giovani, si avvalga di queste carenze per azioni criminose. Tutto questo — ha sostenuto il Papa — è fonte di « umiliazione » al senso morale, alla « atavica e moderna civiltà cristiana » del nostro Paese. « L'ascoltare troppe miserabili notizie, attraverso ogni mezzo di comunicazione, ogni giorno, ogni giorno — sono le parole di Paolo VI — ci dà motivo di crescente umiliazione e ci obbliga ad osservare una progressiva, anche se episodica, decadenza etico-sociale e una impressionante diffusione di delinquenza, ieri individuale e limitata, oggi collettiva, organizzata e macroscopica. Si ha alle volte l'umiliante impressione che non solo il sovrano apparato protettivo e difensivo della vita e del diritto sia spesso impari alla sua funzione, ma che la coscienza individuale di tanta gente, anche tra la gioventù, di solito fiera di una propria lineare onestà ed eroicamente favorevole alla causa di una giustizia ideale, sia ora piuttosto infiacchita, e tenda a fabbricarsi una tecnica della permissività, fatta di furberia e di audacia, sostenuta dal solo principio, quello, come si suol dire, di "farla franca"». Dopo questo riscontro tra ciò che era e che non è più. Paolo VI ha invitato i fedeli a non scoraggiarsi. Ma piuttosto a consolarsi al pensiero dei milioni di uomini e di donne sorretti dalla «onestà personale», quella, ha I detto. « ancorata più che mai nel timore di Dio e nella- J I more sociale del prossimo ». I Mentre parlava, esponenti del movimento « ('minimo : j j ] , ' \ ! ne e liberazione » di Roma distribuivano ai circa quattro ! mila intervenuti alla benedizione domenicale, volantini che j | invitavano i cristiani a lottare contro l'aborto con « ferma resistenza, abbandonando 11 qualunquismo e i vuoti I discorsi impegnati ». « Facciamo appello inoltre — diceva- \ I no questi volantini — a quanti del mondo laico ricono: scono nel rispetto e nella difesa della vita, in particolare -t \ della vita innocente, un valore profondamente radicato , ; nella cultura del nostro popolo e di tutti i popoli civili e | ! fondato negli indelebili diritti dell'uomo. Facciamo ap- j j pello infine a quanti militano nei partiti della sinistra e ! si riconoscono nella tradizione storica e culturale del so- | cialismo e comunismo italiano, perché, ricordando la conume lotta contro la dittatura fascista per l'affermazione | della libertà personale e sociale, della giustizia e della j democrazia, non perpetuino in questa legge la logica disu- : mana e sopraffattrice del fascismo ». Filippo Pucci j : i !

Persone citate: Paolo Vi

Luoghi citati: Città Del Vaticano, Roma