Rubare ed essere felici in Italia

Rubare ed essere felici in Italia Rubare ed essere felici in Italia (Segue dalia 1' pagina) che dovremo rimpiangere i tempi in cui veniva usata. La strada che abbiamo davanti e quella del «reaio silenzioso», del crimine asettico, quasi vicino alla perfezione. Ogni tanto mi sento chiedere, da chi viene dall'estero: ma l'Italia come fa a stare in piedi? Rispondo che sta in piedi perché il paese reale, come si dice oggi, e nonostante tutto più forte del paese che delinque. E" come un organismo che macina lutto, un intestino infetto, e vero, ma che tra borborigmi e rulli continua a digerire. Fino a quando? Difficile dirlo. Stiamo facendo come il re Mitridate, che temendo di morire avvelenalo prendeva ogni giorno piccole dosi di veleno, per assuefarti. Squadrismo politico da una parie e criminalità in aumento dall'altra stanno dando spallate alla porla della democrazia, gii indebolita dalla crisi economica. Gli esempi, e gli croi, che abbiamo davanti sono tulli negativi. Eppure continuiamo a lavorare, a fare come se niente fosse. Accidenti, che popolo. Questa capacita di sopportare non è miracolosa? Durante le calamità naturali, terremoti o inondazioni, si fanno vivi gli sciacalli che saccheggiano. Sono loro, la feccia del mondo. E anche adesso, viviamo come immersi in una sciagura collettiva, e pcrmctliumo che gli sciacalli girino Ira noi. l'orse perché abbiamo imparalo, da tempo immemorabile, che sul tabellone del «gioco all'italiana» chi ruba in piccolo sia fermo Ire giri, e chi ruba in grande è sempre vincitore. Carlo Castellartela

Persone citate: Carlo Castellartela, Mitridate

Luoghi citati: Italia