Quindicenne chiusa in casa tenta di fuggire calandosi con le lenzuola, ma cade e muore

Quindicenne chiusa in casa tenta di fuggire calandosi con le lenzuola, ma cade e muore Tragedia dell'incomprensione in una famiglia a Palermo Quindicenne chiusa in casa tenta di fuggire calandosi con le lenzuola, ma cade e muore La sera prima i genitori, dopo una discussione, l'avevano chiusa per castigo nella sua stanzetta (Dal nostro corrispondente) Palermo, 24 febbraio. Tragedia dell'Incomprensione familiare poco dopo l'alba a Palermo: Barbara Poli, una ragazza di 15 anni, ha tentato una assurda fuga da casa calandosi dalla finestra e si è schiantata al suolo dopo un agghiacciante volo dal quinto piano. E' morta sul colpo. Ieri sera i genitori l'avevano punita, chiudendola nella sua stanza, dopo che lei 11 aveva minacciati di andarsene da casa («Sono proprio decisa, stavolta lo faccio davvero»). C'era stato, a quanto pare, un litigio tra lei e i genitori. Niente di grave, s'intende, ma un contrasto sulla sua «troppa libertà», sull'orario in cui doveva tornare a casa. Cosi, verso le 6, dopo una notte Insonne, la ragazza stravolta, dopo avere tentato inutilmente di forzare la porta chiusa a chiave ha annodato le lenzuola del suo letto e ne ha legato una cima all'Inferriata del belcone. Quindi vi si è aggrappata. L'improvvisata fune però non ha retto ed è precipitata. Il tonfo, «un colpo secco, una botta strana», è stato sentito dal portiere dell'edificio Giorgio Stassi che stava per cominciare le pulizie. «Mi sono chiesto che cosa fosse successo — ha detto l'uomo — ma poi ho pensato che non doveva essere niente d'importante». Poco dopo però è andato fuori, nel cortile e ha visto i i il corpo della ragazza, ormai morta. Il portiere ha subito telefonato al «113» e, con cautela, ha avvertito 1 genitori di Barbara, l'ingegner Mario Poli, di 45 anni, originario di Livorno, e la signora Liliana C'ascia Hi: che in preda alla disperazione, sono scesi in portineria e si sono buttati piangendo sul corpo della figlia. Barbara prima di tentare la tragica discesa si era messa un piccolo zaino in spalla. Dentro la polizia vi ha trovato i suol diari, due arance, un panino il borsello con 107 mila lire che aveva preso al padre di nascosto e qualche indumento. «Ma perché si ostinano a vedere il marcio dovunque? — aveva scritto in un quadernetto — So perché lo fanno è per mettermi con le spalle al muro». Mario e Liliana Poli, in mattinata, hanno parlato a lungo con il vicequestore Boris Giuliano, dirigente della squadra mobile che coordina le indagini. Ai giornalisti non hanno voluto dir niente. Invece, sul conto di Barbara molte cose sono state dette a scuola, al liceo scientifico eCanizzaro» dove frequentava il secondo anno «la consideravamo una ragazza esemplare, sotto ogni aspetto», ha affermato il preside, prof. Giuseppe Tranchinu. E accanto a lui il vicepreside, il prof. Gioacchino Arcuri. ha mostrato l'ultima pagella della studentessa con i i o o a i e j otto In italiano, sette in laI tino, otto in scienze e storia. 1 Al ragazzo di Barbara, Ro| mulaldo Gaglianl. 20 anni, al ' l'ultimo anno del liceo classico «Meli», la notizia l'ha data per telefono un commissario della squadra mobile, il dottor Antonio De Luca. Il giovane stava dormendo. «Venga da noi, dobbiamo parlarle», gli ha detto il funzionarlo di polizia, sa Barbara è successa una disgrazia». Romualdo non ha aetanptn—ps avuto la forza di rispondere e poco dopo è stato prelevato, nel suo alloggio, da due agenti inviati dalla «mobile» nel timore che facesse una pazzia. «Lei sentiva che in casa la trattavano come una bambina che non sa quello che fu — ha spiegato alla polizia il giovane — e cosi aveva più volte deciso di scappare, ma io l'avevo sempre dissuasa». Antonio Ravidà

Persone citate: Antonio De Luca, Antonio Ravidà, Barbara Poli, Boris Giuliano, Gioacchino Arcuri, Giorgio Stassi, Giuseppe Tranchinu, Liliana Poli, Mario Poli

Luoghi citati: Barbara, Livorno, Palermo