Quei misteriosi antenati Camuni

Quei misteriosi antenati Camuni Quei misteriosi antenati Camuni Una mostra di graffiti a Brescia ricorda l'antico popolo cacciatore dei monti lombardi (Dal nostro inviato speciale) Brescia, febbraio. Si nascosero fra le montagne a ridosso dell'attuale Svizzera per sfuggire la malsana pianura padana trasformata in palude dopo lo scioglimento dei ghiacciai. Era il Novernila avanti Cristo e il popolo-cacciatore in fuga era quello dei Camuni. Il nome è tuttora misterioso ma la struttura sociale di questa stirpe preistorica è alquanto conosciuta. Infatti, oltre oentotrentamila disegni sulla roccia arenaria della Valcamonica ci permettono di apprendere come i Camuni vìvevano, cosa mangiavano, che dei adoravano. Un esaltante tuffo nel lontano passato dell'umanità. A Brescia, nella sala del Quadriportico in piazza della Vittori!*, il professor Emmanuel Anati ha raccolto settanta stampe che riproducono i più significativi petroglifi della civiltà camuna. Sono messaggi incisi nella roccia rappresentanti guerrieri a cavallo, alci dalle enormi corna, uomini dal sesso smisurato mentre corteggiano ragazze filiformi, carri a quattro ruote trainati da misteriosi animali. Sono disegni schematici che talvolta ricordano Capogrossi, altre volte Klee, quasi sempre gli schizzi degli aborigeni australiani. La Mostra dell'Arte rupestre camuna <• stata organizzata da Anati per schiudere alle scolaresche un mondo affascinante e misterioso. Il successo non è mancato e oltre duecento piccoli visitatori riempiono il Quadriportico. Un petroglifo su una roccia scoperta a Montecchio di Durfo ci documenta l'esistenza dell'alabarda come arma usata dai Camuni. Epoca: Duemila avanti Cristo, all'inizio dell'Età del Bronzo. Un al tro interessante messaggio ci arriva da un sasso trovato presso Capo di Ponte: una mano decisa ha inciso sull'arenarla la figura di una capre trafitta dalle frecce. E' una testimonianza tra le più antiche poiché risale al cosiddetto periodo proto-camuno, ossia al settimo millennio avanti Cristo. « / Camuni, spiega Anati, furono sottomessi dai Romani il 16 prima di Cristo: con l'arrivo delle centurie dt Publio Silo finì una delle più prestigiose civiltà montanare ». Sino a qualche tempo fa, il Monte Bego. nelle Alpi Marittime francesi, era considerato l'unica importante concentrazione di petroglifi della zona alpina. La prima roccia incisa in Valcamonica fu sco- pi'na agli inizi del secolo ma la maggior parte dei centotrentamila segni tornò alla luce dal 1956 ad oggi. Cosi il primato del Monte Bego e caduto e la Valcamonica sta diventando uno dei più significativi musei a cielo aperto. I Camuni, di origine autoctona padana, dapprima espressero la loro religiosità con riti di caccia, poi passarono al culto solare, quindi a quello antropomorfo, infine sotto l'influsso etrusco e romano, cominciarono ad adorare più dei. ossia abbracciarono il politeismo. Fu un popolo mite o si trattò di un'orda guerriera? Preferirono le arti marziali oppure , n ù o i a a s'abbandonarono al culto dell'amore? Sono domande ancora in parte insolute. Tuttavia, su molte rocce sono scalfite scene erotiche che ci fanno capire che, in fondo, i Camuni non si dedicavano soltanto alla caccia o alle guerre. Ma perché questo popolo alpino lasciò tanti messaggi sulla pietra? « Non certo per - i tramandarli a noi, puntuali/.■ a a l o. a à i ie d cn i oe za Anati; i disegni rupestri rappresentavano per i Camuni una mediazione con gli antenati, con l'oltretomba. In poche parole, se disegnavano un'alce è perché chiedevano auspici per mangiarla: se rappresentavano una scena d'amore è perché auspicavano dagli antenati una femmina fertile ». Cosi l'arte rupestre camuna s'aggiunge ai rnenhir inglesi, ai geroglìfici egizi, ai disegni religiosi del regno di Giuda, agli schizzi magici di Allumini: un meraviglioso patrimonio culturale che scandisce il lungo cammino dell'uomo attraverso i millenni. Edoardo Ballotte . — _

Luoghi citati: Brescia, Capo Di Ponte