Caccia: la legge dimentica che anche l'Italia è Europa di Omero Marraccini

Caccia: la legge dimentica che anche l'Italia è Europa Con le nuove norme nascono le polemiche Caccia: la legge dimentica che anche l'Italia è Europa Le indicazioni della Cee non sono state recepite • Esami più severi, ma si potrà usare il micidiale fucile a canna rigata Roma, 19 febbraio. Mentre la nuova legge per la caccia sta per passare al «si» definitivo delle due Camere (giovedì, nel pomerigigio, toccherà all'assmblea del Senato), a Roma circola una | storiella, una sorta di fantai cronaca, com'è di moda oggi. >Si racconta che un centinaio d'anni dopo il Duemila, il de|mocristiano onorevole Giulio Calati, presidente della l'odor I caccia e, sotto sotto, grande ispiratore della legge, decise ] che era tempo di lasciare queI .-.tu valle di cacciatori e proto | /lottisti, per presentarsi al Padreterno e chiedere un posto in Paradiso. | Subito il buon Dio, assistito da San Pietro, convocò Sant'Uberto e Diana, numi tutelari dei cacciatori per l'interrogatorio di rito. Pare però che non tutte le risposte di Caiati fossero proprio in odore di santità e il Signore ci pensò a lungo prima di dire «si». Il postulante non poteva negare le stragi di selvaggina, lo scempio ecologico con la distruzione di alcune specie... Ma non sapeva quel Calati di avere infranto la legge universale che vuole gli animali in pace accanto all'uomo? E allora il presidente della Federcaccia si mise a vantare j ci ripopolamenti ad opera dei ! dcacciatori, le zone di protezione, le bandite e le riserve. Disse che non tutti i cacciatori sono «ammazzatutto». Spiegò che si tratta di una categoria di sportivi, che fa della caccia un'evasione da quel mondacelo cane dove sono costretti a sudare per campa rj sI n! c• ni zd! S1 re. Ma il buon Dio nicchiava, sQualche scrupolo venne, addi- { pcarittura, anche a Diana che, in ' gioventù, ne aveva fatte di cotte e di crude: «Signore, ma che diremo ai protezionisti dell'assoluzione di Caiati?...». A questo punto il Padreterno non ebbe più dubbi — racconta la fantacronaca — ed esclamò: «Vadano all'inferno», poi fece salire il presidente sulla prima nuvoletta di passaggio. La storiella, in fondo mali-, zlosa, esprime un po' lo stato d'animo di tutti coloro che si1 aspettavano grandi cose dalla i nuova normativa venatoria e Isi trovano invece di fronte ad un provvedimento che nell'as sleme merita l'assoluzione. ossia l'approvazione, ma pre- ! senta anche, al di là delle 1 buone intenzioni, risvolti ne-;gativi. Colpa tutta dei caccia-1 tori o anche delle esasperate j «crociate» dei protezionisti? I Difficile conciliare tesi tanto ; distanti, quando manca il di-1 segno e si preferisce più spes-1 so l'invettiva. E' quello che è stato detto durante la confe-1 renza stampa tenuta presso la sede del Coni, a Roma, dal-1 l'onorevole Caiati e dai sena- tori Pacini. democristiano, re- ! latore della legge, e Forma- ' riello, comunista. Lo stesso presidente della Federcaccia ; tuttavia ha ammesso «che ] mai nulla è per/etto». La normativa proibisce fi- i nalmente, in Italia, le stragi dei piccoli uccelli mediante le raU (uccellagione), ma per non scontentare i fucilatori a pie fermo (sono circa 400 mi- ; la) consente la caccia col capanno uno dei più vili sistemi [ per distruggere la popò lazi ono alata che dal Nord viene a svernili e nel nostro Paese. { Ammette anche il micidiale uso dei richiami vivi, cioè gli uccellini in gabbia, che con il canto trascinano i loro simili nello grinfie del cacciatore. Un titolo di merito, quindi e un grosso peccato. La nuova legge impone più severi esami per diventare cacciatori e stabilisce che il neofita debba essere accompa- lBnatoda^wpertonelpriml rìnrìi„, ri( natività- min. ; dodici mesi di attività: questo per limitare gli incidenti; lascia però al cacciatore la tempo e il luogo convenienti 1 dell'uso delle armi a canna rigata. Questo significa, forse per fare un piacere agli indù- j striali armieri, continuare ad i e alimentare il mercato di carabine e simili, particolarmente micidiali, vere e proprie armi da guerra che, acquistate da appassionati, spesso finiscono in mano della delinquenza. La normativa poi limita a tre il numero dei colpi consentiti per il fucile, quando nei paesi più avanzati d'Europa la caccia si esercita con la doppietta. (Fa eccezione la Francia dove sono consentiti ancora i tre colpi, anche 11 per non danneggiare l'industria armiera). «C'è già abbastanza malumore da parte degli industriali del settore — è stato detto durante la conferenza — per le limitazioni che abbiamo posto» . Di positivo, la nuova legge, j contiene le norme che riguar ! dano l'assetto sociale del ter ritorio, come ha spiegato il j senatore Formariello, emiliaI no, attraverso l'ampia facoltà ! concessa alle Regioni, sul pia• no organizzativo dell'esercìi zio venatorio e per i provvedimenti a tutela della fauna. ! Se il legislatore regionale vor1 rà muoversi in una scrupolo- sa osservanza delle norme del { provvedimento «quadro», cir- ca un terzo dell'Intero territo rio nazionale sarà sottratto alle stragi venatorie. Non è poco. Da apprezzare (è un tasto su cui hanno insistito il relatore Pacini e Calati) il fatto che l'esercizio della caccia dovrà avvenire per specie (non si potrà sempre sparare a tutto). Cosi anche il nostro Paese si allinea con l'Europa per completare un'area venatoria, quella mediterranea, interna ' , rionale, ma omogenea, 1 Da Questo, ali obbligo in un a i prossimo futuro di accettare e Ile indicazioni già in discussio ne alla Cee. in materia restrit "va per alcune forme di cac . cia e Per alcune specie, il pas- ! so dovrebbe essere breve, e 1 11 non avere voluto però re-;cepire fin da ora 1 sumeri -1 menti europei, significa alie j mentare le polemiche prote? I zionlstiche sull'Italia e dover o ; tornare, domani, a modifica-1 re una legge, che. per mecca-1 nismi tecnici, si sa già che è non potrà entrare in vigore -1 primo del 1978. o -1 Omero Marraccini

Persone citate: Giulio Calati, Pacini, Sant'uberto

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia, Roma