Per la tv a colori nuovo aumento di ventimila lire

Per la tv a colori nuovo aumento di ventimila lire Per la tv a colori nuovo aumento di ventimila lire Roma, 18 febbraio. (g. fe.) La sorpresa non farà certo piacere ai teleutenti in possesso di un televisore a colori o a quanti vorrebbero sostituire l'apparecchio in bianco e nero. L'ultimo dei sei decreti legge votati e approvati ieri alla Camera e che passerà all'esame del Senato modifica gli attuali importi della tassa di concessione governativa per le trasmissioni televisive e le radiodiffusioni. Tradotto in termini pratici significa che il canone di abbonamento, per il "77, è aumentato di ventimila lire, passando da 49 mila 650 a 69 mila 650 lire. L'imposta di concessione governativa per la tv a colori, fissata da un decreto del governo del primo febbraio scorso in ottomila lire, è stata portata a ventottomila. «L'aumento — ha spiegato 11 de Garzia, relatore del decreto legge contro il quale hanno votato solo missini e demonazionali — non è dettato da intenti punitivi, ma nasce dalla considerazione che il televisore a colori è un prodotto di lusso che in gran parte viene acquistato all'estero e quindi grava sulla bilancia dei paga menti». Se il decreto sarà ratificato a Palazzo Madama, undici mesi di colore costeranno ai telespettatori 69 mila 650 lire (25 mila 645 per il bianco o nero), mentre dal gennaio del prossimo anno i canoni da pagare saranno rispettivamente di 72 mila 345 e 26 mi la 170 lire. Prendendo spunto dai motivi che hanno portato all'aumento del canone-tv, il ministro delle Poste. Vittorino Colombo ha invitato il presidente della Rai a uniformare la gestione dell'azienda a precisi criteri di austerità. Questi gli obiettivi, illustrati in una lettera inviata a Paolo Grassi, cui la Rai dovrà ispirarsi in futuro: nessun aumento del personale in organico; drastica riduzione — nel quadro di un generale contenimento dei costi di produzione — delle spese per lavori straordinari: maggiore produttività sul piano indivi duale, anche attraverso la graduale eliminazione delle collaborazioni esterne.

Persone citate: Paolo Grassi, Vittorino Colombo

Luoghi citati: Roma