"Per un pugno di dissidenti" di Paolo Galimberti

"Per un pugno di dissidenti" PROBLEMI DEL COMUNISMO "Per un pugno di dissidenti" Ed ecco che. con un tocco 1 adi surrealismo sovietico de sgno di Orwell o di Leivis Car- roti, un anonimo «osservato re» della Pravda, nel numero di sabato 12 febbraio, si me- raviglìa che l'Occidente fac- : eia «tanto chiasso» per «un pugno di individui che. in ! Urss... sarebbero perseguitati per il loro non conformi smo». Ma se sono davvero «un pugno di individui» per che allora se ne preoccupa tatuo, provocando in reazio ne H «chiasso» dell'Occidente. ti Komitet, come i russi chia mano, con sinistra familiari ta. la polizia politica \ A leggere le notizie da Mo sca sembra di essere tornati al 1972. quando il Kgb aprì una pratica che si chiamava «Caso numero 24» e cominciò a braccare i «dissidenti» di casa in casa, alla ricerca di uomini e documenti. Ora. in meno di due settimane, hanno arrestato Aleksandr Giusburg. amministratore del fondo Solzenicyn per aiutare le famiglie dei prigionieri politici; poi, Jurij Orlov, capo di un comitato di undici perso ne per il controllo dell'osservanza degli accordi di Helsinki, e due tra i suoi aiutanti ucraini. Mykola Rudenko a Kiev e Oleska Tìchy a Donec. Hanno fermato, per ammonirlo, Valentin Turcin, che sette anni fa aveva firmato con Andrei Sacharov e Roy Medvedev il manifesto «Progresso, coesistenza e liberta intellettuale» e, qualche anno dopo, aveva fondato la sezione sovietica di Amnesty International. E. forse, questo è soltanto l'inizio. Queste campagne repressive in grande stile non sono mai un'iniziativa autonoma del Kgb. Nel 1972. il «Caso numero 24» fu aperto in obbedienza ad una precisa risoluzione del Polìtbjuro del partito, il massimo organo deliberante del Paese. E il sostegno che i giornali danno alla attuale campagna poliziesca conferma che essa è stata ordinata dall'alto: «Questi rinnegati — ha scritto la Pra vela — con 11 pretesto della lotta per i diritti dell'uomo e di migliorare il sistema sovietico... violano la legge e si dedicano a propaganda e atti antisovietici puniti dagli articoli 70 e 190 del codice penale della repubblica russa». Perché, dunque, it Cremlino ha ordinato la caccia al « dissidente »? Una prima ragione può essere individuata nel desiderio delle autorità sovietiche di rispondere alle prese di posizione della nuova amministrazione americana in favore delle libertà individuali nell'Europa orientale. Anche se Carter respinge la teoria di Kissinger sul linkage tra il progresso nei rapporti interstatali e l'evoluzione interna delle società socialiste, i sovietici interpretano l'atteg- > giamento della Casa Bianca i come un ricatto e rispondono ! con la durezza dei fatti (gli { arresti) alla severità dellt parole. « Se dovessero scegliere tra la distensione e il controllo interno, sceglierebbero il con- trailo », ha detto un esperto occidentale al corrispondente del New York Times da Mosca David Shipler. La recente storia delle relazioni Est-Ovest (compresa la vicenda del baratto commercio-contro-ebrei, di tre anni fa) dimostra che questa interpretazione è corretta. Del resto, Marshall Shulman. direttore del Russian Institute alla Columbia University e consigliere di Cyrus Vance per gli affari sovietici, ha scritto nell'ultimo numero rf' Foreign Affairs che le pressioni ester- ne verso i sovietici sono controproducenti ruando si risol-uono in richieste « che po- trebberò minacciare il siste- ma monopolistico dell' autorità politica ». Ma, reprimendo spietatamente il dissenso in casa lo ro, le autorità sovietiche intendono anche dare un esempio ai « Paesi fratelli » dell'Europa orientale. Ormai al- l'Est il dissenso è un'epidemia contagiosa. Dai focolai originari (Urss, Polonia. Cecoslovacchia. Germania orientale) si è propagata, nelle ul Urne settimane, a Paesi che sembravano assolutamente immuni. Dalla quieta Unghe- ria — dove Kadar pareva aver legato nuovamente in- sterne, con il filo del consen so potere e popolazione _ 34 intellettuali barimi inviato una lettera di solidarietà ai firmatari della « Carta 77 » di Praga, Dalla controllatissima Ro- mania chiusa dal pugno di terrei 'di aueliautarca che ri ™£/„ ni Jn^a fi Hilnlnl sponde al nome di Nicolae Ceausescu. e giunto m Occi dente un appello di Otto per- sone. tra le quali lo scrittore Paul Coma, per denunciare la violazione dei diritti civili ti, che avrebbero costretto te autorità a bloccare la di- stribuzione dei giornali po lacchi e cecoslovacchi conte nenti articoli sul dissenso in quei Paesi (ora anche la quet stampa di Stato dei Paesi so cialisti sovversione, Infine, anche la Jugoslavia considerato il più liberale tra i Paesi dell'Est, rivela un t<of tu autoritario attraverso le denunce dei sessanta intellettuali, che hanno firmato un appello contro le limitazioni diventa strumento dj alterna sirumimo ta ._ . . alla libertà di movimento csi- sstenti nel Paese, e le afferma d sioni di Milovan Dfilas. « A Bmia conoscenza — ha detto o Djilas — vi sono circa 600 a prigionieri politici in Jugosla o via; cioè, tenuto conto de) T rapporto esistente tra le po s polazloni. non si sta meglio « che in Unione Sovietica ». ] cj/ dossier, che si sta accu- e muiana-0 rischia di diventare nmateriali- esplosivo quando s s(Jra co/;ocaro a mefa giugno, ssui tavon folla conferenza di c Bcigrado. dove sarà riaperto « discorso chiuso due anni fa „ Helsi„kì u reazioni della stampa comunista sono tutte deguaimente jrrifafe e ansiose, Per una volta, perfino fugo- s slavi e sovietici sono d'accor-1 do. Im Jugoslavia. Ita scritto] Borbn due giorni fa. respinge , ogni tentativo «di imporre ( agli Jugoslavi la concezione occidentale della libertà» . La \ Tass ha latto eco ieri, accu- \ sondo l'Occidente di voler «sfruttare l'ormai prossima 1 conferenza di Belgrado per esercitare pressioni sull'Unto- ne Sovietica e sugli altri suiti | socialisti per indurli a vivere : secondo regole incompatibili ] con la democrazia e le leggi ! socialiste». j Ma i sovietici sono preoccu pati anche dell'atteggiamento \ dei cosiddetti partiti «euroco- \ munisti». Il partito comuni 1 munisti». sta spagnolo — ha detto un intornio .suo portavoce - nato a preparare «una forte dichiarazione sul problema del dissenso nell'Europa del l'Est» per l'incontro trilatera lc di Madrid tra Carraio, Be linguer e Marchais, in prò gromma all'inizio di marzo francesi, che si sono spinti molto avanti nella critica del- l'Urss. sembrano d'accordo. Gli italiani appaiono reticen- ti Corvetti, durante un recen te viaggio a Mosca, ha parla to del dissenso con Ponoma- rei). E' una coincidenza se. r" "' / , dopo quel! incontro, il pei e diventato assai più cauto nel denunciare certi «tratti illibe rn«» delle società socialiste? Paolo Galimberti