Vallanzasca è solo una pedina in mano all'Anonima sequestri?

Vallanzasca è solo una pedina in mano all'Anonima sequestri? Suo anche il rapimento dell*industriale Balconi Vallanzasca è solo una pedina in mano all'Anonima sequestri? Conferma ufficiale che il bandito è stato ferito domenica al casello di Dalmine - Smentita l'ipotesi che Emanuela Trapani potesse essere sull'auto con lui: agenti l'hanno vista partire per Ginevra in aereo (Dal nostro inviato speciale) Milano. 11 febbraio. Nell'intricata vicenda di Renato Vallanzasca, costellata di violenza e arrossata dal sangue delle vittime, si inserisce una inaspettata «love story» che avrebbe per protagonisti, oltre all'inafferrabile bandito, Emanuela Trapani, una delle sue vittime, la ragazza che eRli ha tenuto in ostaggio per 40 giorni, rilasciandola dopo il pagamento di un riscatto di «circa» 4 miliardi. Le prime voci su un legame sentimentale fra la giovane rapita ed il suo carceriere risalgono ai giorni della sua liberazione. Secondo indiscrezioni, tutto questo risulterebbe dai verbali degli interrogatori della ragazza. Nelle interviste rilasciate da Emanuela, i cronisti attenti non hanno mai colto accenti di risentimenti o di antipatia nei confronti di Vallanzasca: semmai un certo compiacimento nel ricordare le attenzioni e le gentilezze di cui era stata oggetto da parte del «bandito galante». E' sufficiente questo per avallare l'ipotesi di un romanzo rosa, di un «amore» sbocciato all'improvviso fra la vittima indifesa e lo spietato carceriere dai «tratti gentili»? Ma le cose si complicano: esiste un rapporto dei carabinieri, presentato al sostituto procuratore Marra, nel quale e scritto che la sera di sabato 5 febbraio (la vigilia della sparatoria sull'autostrada di Bergamo). Renato Vallanzasca e stato visto in una sala da ballo alla periferia di Milano (ma, secondo alcuni, si tratterebbe invece di una discoteca vicino a Dalmine). Con lui c'era una ragazza che «avrebbe potuto essere Emanuela Trapani». La «love story», dunque, continuerebbe: Emanuela ed il bandito si incontrano tranquillamente, sfidando la polizia, che cerca Vallanzasca dappertutto e tiene sotto controllo la ragazza, ed i «gorilla» della famiglia Trupuni, che non perdono d'occhio Emanuela neppure per un istante. Nel campo delle ipotesi, tutto è possibile. Anche la storia che Vallanzasca ed Emanuela vadano a ballare in un locale notturno, facciano le ore piccole, trascorrono la notte da qualche parte e la domenica mattina si facciano beccare dalla polizia stradale mentre corrono a rotta di collo sull'autostrada di Bergamo, diretti chissà dove, mano nella mano come gli innamorati di Peynet. Un'ipotesi suggestiva che è affiorata all'indomani della sanguinosa sparatoria al casello di Dalmine, quando da più parti si affermava che sulla «132» dei banditi c'erano tre uomini (di cui uno rimasto ucciso nel conflitto) ed una donna. Notizia smentita in seguito da polizia e carabinieri. Comunque, se una donna si trovava sull'auto, difficilmente avrebbe potuto essere Emanuela perché, dal rapporto presentato dagli agenti che la pedinavano dal giorno della sua liberazione (e, sembra anche da carabinieri), la ragazza sarebbe partita con la madre venerdì mattina, dall'aeroporto di Linate, diretta a Ginevra, dove sarebbe ricoverata in una clinica in seguito ad un delicato intervento chirurgico. Da Roma, infine, dov'è andato per affari, il padre della giovane, Gaetano Trapani, minacciando querele, ha ribadito che sua figlia si trova in Svizzera per motivi di salute ed ha te lefonato al dottor Mauro Gresti, procuratore capo della Repubblica di Milano, per avvertirlo che domattina si presenterà nel suo ufficio. Cosi, mentre 11 sostituto procuratore Marra, a cui è stata affidata l'inchiesta sul sequestro di Emanuela, si dispera perché non riesce a parlare con la ragazza e col padre, ai quali avrebbe molte domande da porre, il dottor Trapani, ignorandolo, aggira l'ostacolo e va dal procuratore capo. Secondo voci trapelate da Palazzo di Giustizia, e confermate indirettamente dai fatti Trapani, per esempio, non ha ancora consegnato al magistrato la bobina con le registrazioni dei colloqui telefonici con Vallanzasca. Bobine a cui il dottor Marra ammette grande importanza, ma che udesso sembrano essere improvvisamente scomparse. Continuano, intanto, le indagini per scoprire il rifugio di Vallanzasca e del suo luogotenente Cochis. Stamane per la prima volta ho avuto la conferma ufficiale della sua presenza sulla «132» bloc catu domenica al casello di Dalmine. dalla «stradale». Lo ha ammesso il colonnello Cucchettino, comandante del nucleo investigativo dei care binieri di Milano. Vallanzasca c'era, ha preso parte alla spa ratoria. E' rimasto sicuramente ferito, anche se non in maniera grave. Probabilmen te alla spalla destra. Ferito anche il terzo bandito (Rossa no Cochis). che dovrebbe es sere stato colpito all'addome, Secondo l'ufficiale, i due sarebbero nascosti in un rifugio sicuro. Hanno denaro in abbondanza, possono pagare la complicità di chicchessia. Inoltre, la banda di Vallanzasca non sarebbe decimata come si supponeva. Sono state arrestate molte persone, ma si tratta soltanto di gregari, ad eccezione di Antonio Colia, il suo braccio destro. Appare sempre più proba-1 bile, comunque, che nella sto-1 ria dei sequestri Vallanzasca I abbia sempre recitato una | parte di secondo piano. Secondo gli inquirenti, il bandito ed i suoi uomini avrebbero agito per ordine di terze persone. Si delinea la possibilità chi- anche Vallanzasca non fosse altro che uno dei tanti ! «soldati» utilizzati dall'etano nima sequestri». Prima 1 cala- j bresi, adesso i gangsters del Nord. L'anonima sequestri, I questa fantomatica organizzazione criminale che fa capo alla mafia ed è collegata ad altri loschi affari (contrabbando, traffico di droga ed armi), recluta i suoi gregari dove e come può, servendosi di gente legata al mondo dei- la malavita. Dopo i recenti fallimenti del gruppi Calabre-i si, i capi hanno forse pensato Idi servirsi di un bandito più smaliziato, di un personaggio che per le sue gesta spietate la facilità con cui uccide, incutesse paura alle vittime dei sequestri, al loro parenti, e contribuisse u facilitare le trattative. Renato Vallanzasca ha tutti questi requisiti Per il bandito, specialista in irapine, passare uì rapimenti jnon è impresa difficile. DI •certo e anche l'autore del se-questro dell'architetto Rino Balconi, rapito il mese scorso a Vergiate e tutt'ora nelle ma ni dei banditi. La sua carta d'identità è stata trovata nel- l'appartamento prigione sco perto dalla polizia a Portu Ti- cinese, insieme con altri do-cumenti interessanti (una li- sta di «sequestrabili»), mol- tissime munizioni, vestiti ed altro. Si dice in giro che forse Re- nato Vallanzasca nel seque stro di Emanuela ha cercato di «fare il furbo», tentando di ; agire in proprio, scavalcando j i suoi capi. Si dice che Gaeta i no Trapani abbia pagato tre i miliardi e mezzo per la libe- razione della figlia, più 500 ! milioni versati direttamente I su un conto del bandito in una banca svizzera. Per que sto adesso la malavita avreb be «voltato la schiena» al bandito, che sarebbe braccato | anche dai suoi ex-complici, f. for. , Milano. Emanuela Trapani c il bandito Renato Vallanzasca (Solicini - De llellis)