La Svizzera rafforza la polizia "teme,, la criminalità italiana

La Svizzera rafforza la polizia "teme,, la criminalità italiana Un deputato aveva chiesto provvedimenti d'emergenza La Svizzera rafforza la polizia "teme,, la criminalità italiana Nel Canton Ticino gli agenti aumentati da 300 a 450 - Lugano è la "centrale" dei riciclatori di riscatti: nelle sue banche sono depositati centinaia di miliardi "sporchi" :Dal nostro inviato specialei Lugano, 7 febbraio. Il governo cantonale ha deciso il potenziamento della polizia ticinese: nelle prossime settimane il numero degli agenti aumenterà da 300 a 450. Centocinquanta poliziotti in più per fronteggiare «l'e¬ volversi della delinquenza nella vicina Lombardia ed ! evitare che possa diffondersi1 anche nel Canton Ticino». ! Qllesta era stata la motivazio ne della richiesti» presentata al governo dal deputato Me-1 roni Carlovingi, all'indomani j del rapimento del bimbo Ren- zo Nespoli, affinché venissero I presi «eccezionali provvedi- j menti d'emergenza». Il governo non ha ritenuto necessario preridere provvedimenti eccezionali, ma ha aderito alla richiesta di potenziare la polizia. Gli svizzeri, dunque, potranno continuare a dormire sonni tranquilli: sulla loro sicurezza, «insidiata» dalla criminalità italiana, vegliano i gendarmi. Banditi truffatori, delinquenti non potranno passare al di là del- le sbarre di confine. Nessun limite, nessun con rapitori, | za «minacciata» dalla crimi nalità italiana, gli svizzeri di ventano improvvisamente ac trollo, invece, è stato deciso I rper frenare il fiume di banco-, >note «sporche» che quotidia- ' briamente attraversano la fron- j stiera per confluire nelle cas-1 utsèflseforti delle banche di Lugano e di Chiasso. Prudenti e I meticolosi quando si tratta di garantire la propria sicurez- s comodanti, pronti a chiudere. u tutti e *.ue gli occhi, Quando t si tratta di ricevere il denaro proveniente dal misfatti com messi da quella stessa crimi nalità d'oltre confine. Fino a poco tempo fa si pensava che in Svizzera arrivassero sol- tanto i capitali esportati clandestinamente da industriali e uomini d'affari italiani: una cifra enorme che gli stessi svizzeri hanno calcolato In 33 mila miliardi. Adesso, invece, si ha la certezza che la maggior parte delle banconote che ogni giorno passano discretamente la frontiera pro vengono da attività illegali che vanno dal contrabbando ai sequestri. Qualche esempio significativo: l'arresto a Lugano di Carlo Fioroni, trovato in possesso di alcune decine di milioni del riscatto Saronio; l'arresto di Fausto Andina, il funzionario dell'Unione Banche Svizzere che riciclava 104 milioni del riscatto Mazzotti; il sequestro in diverse banche di Chiasso di banconote sporche provenienti dai riscatti Malabarba, Paul Getty, Agrati, Cagna Vallino, Madonia e Stucchi. Le accuse mosse da uno degli imputati al processo Mazzotti, il cittadino elvetico Libero Ballinari, contro il boss contrabbandiere Ettore Cicchellero, indicato come uno dei riciclatori del denaro proveniente dal riscatto pagato per Cristina e, forse, di molti altri ancora. In Italia ci sono stati, dal 1970 ad oggi, circu 215 sequestri (11 persone sono state rapite nel solo mese di gennaio di quest'anno), il fatturato dell'anonima sequestri in poi co più di sei anni di attività può essere calcolato sui ; 150-200 miliardi di lire. Dove sono finiti tutti questi soldi? Qualche briciola è stata recuperata (è di ieri la notizia che | la polizia ha messo le mani su un miliardo dei due pagati ' per lu liberazione della piccola Sara Domini ). ma la maggior parte del denaro è scom' parsa. Quando viene arrestato qualcuno degli autori dei rapimenti, si scopre sempre 1 che si tratta di pesci piccoli, : « manovali del crimine » che hanno fatto il lavoro più rij schioso accontentandosi di i pochi spiccioli. Per il seque! stro di Cristina Mazzotti sono finite in carcere una ventina di persone che avevano accettato di compiere quel barbaro assassinio spartendosi una somma ben tnisera: soltanto 104 milioni dei 1050 pagati dalla famiglia della sventurata ragazza. Che fine hanno fatto gli altri 950 milioni? chi c'è al vertice di questa piramide criminosa? Chi lira le fila di queste azioni delittuose? Secondo polizia e carabinieri, il 95 per cento dei rapimenti avvenuti in questi ultimi unni sono opera di un'unica organizzazione, quella fantomatica anonima sequestri manovrata prima da Luciano Liggio (la «primula rossa» di Corleone, in carcere dal maggio 1974) ed ora dai suoi luogotenenti. Gli inquirenti sono sicuri che esistono collegamenti fra le cosche mafiose siciliane e calabresi ed il mondo dei contrabbandieri di sigarette, dei trafficanti di I droga, di armi e di valuta. | | Puntualmente le indagini fini- ! scono sempre col mettere in ! luce le responsabilità di qual- ; che «soggiornante» del Can-1 ton Ticino, centrale ricqno-1 sciuta di molti traffici illegali. In un articolo pubblicato l'anno scorso sul quotidiano londinese Guardian (dal significativo titolo «Lugano washes whiter», Lugano lava più bianco), il Canton Ticino, indicato come «Lavanderia Ticino spa», era definito pittoresco luogo di convegno per criminali italiani, estremisti politici e naturalmente lire provenienti dai sequestri di persone e bisognose di riciclaggio. Le indagini della polizia hanno confermato che la maggior parte dei rapimenti (esclusi, forse, quelli che avvengono in Sardegna), fanno sssangtfalG1Mdsi«Ca , «puzzle» nato dall'alleanza i I | parte di un unico, complicato j a o o fra la mafia siciliana e cala brese ed i grossi trafficanti internazionali di sigarette, droga ed armi. Insomma: il filone dei sequestri servirebbe per finanziare le grosse operazioni di contrabbando avvalendosi dei raffinati e sicuri metodi bancari svizzeri, al riparo di una n I "««""e», Seeo'ldo un funzionario di ban«» elvetico, «a Chiasso e ^\ Lugano, capitali det trattici U* a i , e - frontiera ! i fecifi di valuta, si conoscono tutti i sotterfugi per riciclare j denaro e per ripulire da un'oi ra all'altra una grossa somma I di banconote. Sono in molti a i metterli in atto ad ogni Uvei ito:, dal benzinaio alla com messa del negozio di cosmeti- ci. per finire al direttore del più qualificato istituto banca- [ rio». Nel Canton Ticino esiste ] >a maggiore concentrazione bancaria dell'intera Svizzera, se non dell'intera Europa: un ufficio ogni millecento abi- [ tanti. Il giro d'affari complessivo delle 241 banche ticinesi I è passato da due miliardi di j franchi nel 1060, a dieci mi liardi nel 1970 ed a 18 miliar- ù nel 1973. Le indagini su! ca i so Mazzotti hanno rivelato i uno scandalo senza preceden- j ti, l'intero sistema bancario è stato messo sotto accusa. E stato accertato che l'anonima sequestri può avvalersi di amici e collaboratori all'inter no delle banche svizzere. Lugano, inoltre, è un grosso centro del contrabbando legato a filo doppio con la mafia. Non a caso vi hanno soggiornato a lungo Luciano Liggio e quel Gerlando Alberti che Ano al 1970 fu il «viceré» mafioso di Milano. Esistono fondati sospetti, dunque, per affermare che i soldi dei sequestri finiscono in massima parte qui. nella «Lavanderia Ticino spa». Il Canton Ticino, strettamente collegato con la mafia sicilia na e calabrese attraverso i boss del contrabbando che ne hanno fatto la loro centrale operativa, è il luogo ideale per il riciclaggio delle lire sporche. La magistratura è ormai convinta dell'esistenza di collegamenti diretti fra la mafia siciliana, che organizza i sequestri, e quella calabrese, che fornisce gli uomini ai più potenti cugini. Al vertice del l'organizzazione sarebbero gli uomini di Liggio, che si avvalgono della collaborazione dei boss contrabbandieri per riciclare 11 denaro sporco e finanziare altre redditizie attività. Risciacquati nel Canton Ticino, i soldi dei sequestri si disperdono in mille rivoli nei paesi più disparati, dagli Stati Uniti al Canada, al Giappone, al Kenya, nelle traballanti repubbliche dell'America del Sud (dove, guarda caso, il boss Cicchellero, espulso finalmente dalla Svizzera dopo oltre vent'annl di «soggiorno tollerato», tiene le fila di molti importanti ed oscuri traffici), f. for. 1 Luciano Liggio