La colorita cucina dei Futuristi

La colorita cucina dei Futuristi La colorita cucina dei Futuristi Un pranzo come una mostra a Roma, rievocando il famoso banchetto del 1931 a Torino Roma. 7 febbraio. Quattordici piatti inventati dal gruppo di Marnici!t per il primo pranzo futurista di Torino nel '31, sono stati presentati sabato, e poi voracemente '•(insinuati, dai trecen to invitati dell'iiAttico», la galleriu d'avanguardia ribattezzata per l'occasione «Suntopulato». Lista delle vivande: Antipa sto intuitivo. Tuttoriso con vino e birra. Ultravirile. Carneplastico. Mare d'Italia. Insalata mediterranea. Pollofiat. Equatore più Polo Nord. Dolcelastico. Reticolati del Cielo. Aerovivanda tattile con 'umori e odori. Porcoeccita '°- Composizione simultanea Brodo solare. Un successone. Ha detto Fabio Sargentint. il creatore dellai mostra: «Non è un ret>i- tvif della cucina futunsta. fe- nQmeno dJ un'epoca ^ defi. n,to fl irTÌpeUbUe. Ho voìuto piuttosto ribadire una menta iita che dovrebbe essere una costante dell'avanguardia di ogni tempo: spregiudicatezza e creatività a largo raggio. Pochi artisti di oggi hanno il senso dell'avventura». Ma pri- ma di raccontare l'avveni- mento romano, è necessario un flashback. 8 marzo 1931. Si inaugura a Torino in via Vanchiglia 2 I s\ infuriano in Italia le po | lemiche gastronomiche suscitate dal «Manifesto della cu- ! cina futurista » di Marinetti la taverna « Santopalato » (proprietario Giachino, insegna di Marinetti, arredamento dell'architetto Diulgheroff e del pittore Fillia, cuochi Piccinelli e Burdesoi. Da mc- apparso sulla Gazzetta del Popolo 11 28 dicembre 1930. Motivo del riscaldamento: l'ostracismo a cui l'estroso poeta condannava la « molle e antivirale pastasciutta, assurda religione gastronomica italiana ». Proclamava Marinettl: «Noi futuristi sentiamo la necessità di impedire che l'Italiano diventi cubico massiccio impiombato da una cemputtc.'/.i opaca e cieca. Si armo¬ nizzi invece sempre più con l'italiana, snella trasparenza spiralica di passione tenerezza luce volontà slancio tenacia eroica. Prepariamo corpi adatti ai leggerissimi trini di aluminio che sostituiranno gli attuali di ferro legno acciaio». j Proponeva una cucina fatta I di armorua e invenzione, dove I fossero aboliti la forchetta il Profumi e musiche coltello l'eloquenza e la politica, ma si usassero profumi e musiche tra una vivanda e l'altra, e oggetti tattili su cui soffregare le dita degustando i cibi: « Bisogna inventare vivande che moltiplichino al- della de La Stampa iniziare ! l'infinito la gioia di vivere», [ Ed ecco il cronista Stra ila sua cronaca con l'annun | ciò dato da Marinetti dell'av venimento « d'importanza eccezionale, paragonabile alla scoperta dell'America e alla resa della Bastiglia », e descrivere la taverna come una grossa scatola cubica a adorna di colonne semincolori luminose », tutta fasciata di j purissimo alluminio «Quivi I verso la mezzanotte di dome- nica al compimento del rito erano presenti tra gli altri sua eccellenza Marinetti, Felice Casorati, il pittore Peluzzi, il pittore Vellan, lo scultore Alloati, alcuni giornalisti e molte belle signore in toilettes deliziosamente passatiste. Speaker ufficiale il pittore Filila». Torniamo all'«Attico», in via del Paradiso, sabato sera, Già molto prima dell'ora del- l'invito una folla curiosa si ' | assiepa all'Ingresso, trattemi- ! ta oltre sottili tende da cui I filtra una misteriosa lumino-1 sita azzurra. Si entra in quindici alla volta nel santa san-1 TTn rs='di Si no aeroLUX Cosi EvE sere la sala da pranzo del fa • mosa Ashtar Sheran. capo i della flotta interp.anetaria. in lucente alluminio che ricopre !MlVSIi l Tblke^t^l\de con l'argenteo soffitto su !Ivisibile, il tavolo cristallino su cui flottano in una sospensione quasi metafisica le vivande: al centro in prima fila 1 canestri di buccia d'arancio 1 dell' itnfipasfo Intuitivo, con accanto 11 Mare d'Italia a strisce geometriche verdi e rosse cui trasvolano paffuti angeli in gloria. Al centro, «arti» ( spinaci passati e pomodori treschi, adomi di fettine di banana, ciliegine e frammenti di fichi secchi che poi al nostro palato risulterà la più squisita); la torre del Carneplastico (interpretazione sin tetica — secondo l'argenteo menù offerto ai commensali — degli orti, del giardini e dei pascoli d'Italia, composta di un muro sottile di carne bianca e di un tetto di miele, e ripiena di undici qualità di verse di verdure cotte); poi il Por coeccitato, provocazione non commestibile (un salame crudo e spellato ritto su un piatto contenente caffè bollente mescolato con acqua di colonia), 1* Ultravirile, desti nato alle signore, rosea arago sta cosparsa di zabaione ver ' de e adorna di simboliche ! uova. il brodo solare Dietro fluttuano nell'arioso I 1 1 __„_,,, "£»' JTSSiJFÈ 2g"S. Ì?,t ? i i ^nt°c™. «S%°t2L T ' ?"Li?0,r^ 'osso » !balone «empesUto di argen tee sfere; il Reticolato del \Cteto- l™ Portata di bellez !sf0Blla farclta con P°'Pa I tamarindi, fondenti <U di man "uc,w J"",a" ««? -ft un ventaglio di zucchero Ala to; il Drodo solare, in cui gal I | i I | i i ! H^,,. £f °, ° , f°i!i hfratu dal Cio!o1eìqui è cU dovere una mosto-1ne d onore al cuoco futuri sta romano Giovanni Fabbri e al suoi assistenti. Sabato prossimo, nuovo appuntamento all'uAttico», ribattezzato questa volta «Qui- ' sibeve». con la presentazione delle «Polibibite» di Mai mei ti e Prampolini: Inventino. Decisone, e Giostra d'Alcool, stuzzicate da sandwich, anzi, pardon, placafame futuristi Laura Bergagna

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