Congetture su Eros di Lorenzo Mondo

Congetture su Eros L'inedito di Luigi Settembrini Congetture su Eros Luigi Settembrini: « I neoplatonici », a cura di R. Cantarella, nota di G. Manganelli, Ed. Rizzoli, pag. 119, lire 4500. I j ' Circolava da tempo noti- zia. nelle redazioni editoriali.! i di un racconto inedito di i Luigi Settembrini uscito da qualche « inferno » di biblioteca e tale da riprnpoire la figura dello scrittore patriota in atteggiamento meno drappeggiato e solenne, suggestionato cioè da quell'« amo re areco » che spirava cosi frequentemente nelle paginedei suoi classici. Il libriccino. adesso che possiamo sfo¬ gliarlo, concede meno e più ! di quanto promettesse. ! E' scritto al modo di una i « favola milesia ». e conser- ] va nella sua grazia levigata e un po' gessosa, di calco. ! l'impronta del neoclassicismo j settecentesco e della scuola i purista di Basilio Puoti. Nar- ! ra, attraverso il cimento del j pornografo che cerca legitti- ! mazione nell'eleganza, la pas- j ' sione tenerissima che avvin I I ce 1 giovinetti Callide e Do-1 ro, rinforzata dalle complici teorizzazioni di Codro, filoso i fo neoplatonico. Gli efebi ven- j j sono successivamente inizia ' ti all'amore naturale dnlla danzatrice Innidc. la quale \ ! non tollera confusioni p prò-1 clama, non senza spirito, la isuperiorità dell'amore che im- pone di guardarsi negli oc- ichi. 1Callide e Doro combatto-1no insieme contro i siriani |al Capo Sunto, ripetendo il:coraggio e la fedeltà di altre |mitiche coppie di eroi: e ;quando Innide decide di affi- jdarsi all'esclusiva protezione ;di un vecchio mercante, giun- \ ! gono in breve tempo a in ! namorarsi dì due fanciulle i con le quali si uniscono in ] giuste nozze. Con il servizio militare si chiude il tempo ! delle dissipazioni e degli j smarrimenti, giudicati propri i dell'adolescenza e rievocati ! con trepida nostalgia. Tale il j breve racconto, che non ba ! spessore psicologico né scat- j to espressivo, ncn rivela par- I 1 i j tecipazìone dell'autore e lascera probabilmente, nella memoria, la sola figurina aspretta di Innìde. Il libro ha però una storia esterna che consente una lettura più ricca e sfumata, \ non esente dal rischio delle 1 amplificazioni. Intanto, il Set- i tembrini attribuisce l'ow«ra a un inesistente Ariste'' di i Mcgara e. scrivendone alla 1 moglie dal carcere, giustifica 1 le «sozzure» del testo «tre | dotto » con il ricorso all'ini: torità dei greci, maestri in | discussi del bello artistico, ; Egli esercita dunque una ceti j sura nei confronti dei fami ; liari, pur sapendo che non \ potrebbe mai ingannare gli specialisti. Si tratta di una confessione a futura memoria? Negli scritti contemporanei, il Settembrini lamenta più volte come all'ergastolo di Santo Stefano, dove I ! stette circa dieci anni, tema ! | di cedere all'abbrutimento, | prega nngosciosamente Dio I i di conservargli l'anima pura ' di non perderlo tra quegli {uomini dissennati e violenti i che talora sembrano smuovej re in lui una oscura fascinazione. Ecco, / neoplatonici sareb, be una proiezione liberato- ; } ria, un modo di giustificare : I ed esorcizzare le sue rese ali'crii'- durante la reclusione ; j nella « casa dei morti ». Un Settembrini in veste di « ri! belle astuto e paziente » che, j : per poter parlare liberamente, a sé e ai posteri, si rinserra in un'altra più segreta ! ; clandestinità. E' quanto sostiene Gior{gio Manganelli nella sua e; strosa, e spericolata, nota introduttiva. Mi sembra ecces! sivo infatti caricare di tanta | responsabilità un testo che | non serba traccia di grovigli ; interiori e nemmeno di estàj tici scioglimenti. E' davvero strano che nel luogo della sua massima libertà, conquistato a prezzo di sofferta astuzia, l'impetuoso Settembrini si muova con freddo distacco, con uguale e com i a I passato cursus imitativo. Pro i penderei piuttosto per Tipo I tesi mediana di Raffaele Can- a t.nella, il grecista e filologo , che ha scoperto e pubblicato o o r n . n n a g a o o - a o d e ra à e il racconto: «Si tratta di un lusus letterario », che idealiz- | za anche, in qualche modo, « la crudezza di una pesante realtà frequente sotto i suoi occhi ». C'è poi l'altra questione, connessa al lungo silenzio mantenuto sull'operetta. Il Cantarella trovò il manoscritto alla Biblioteca Nazionale di Napoli nel 1937. lo lasciò riposare fino al 1953, quando lo fotografò e apprese, con stupore, che altri « sapeva- ' no »: un professor Egidio Piermarini e Francesco Tor- ! raca, che subito avevano con- ! venuto di non divulgare I « quell'errore letterario » del ! venerato maestro, e questo1 con il tacito consenso di Benedetto Croce. Quando ne fu j informato, « il Croce mi guardò con un largo sorriso, e e ni un gesto d'indulgenza disse soltanto: "Essendo stato così a lungo col greco Lu- ; ciano..." ». C'è da sorridere sulla prutiene di quella Napoli dotta '• - i e laica, ma non riesco a ve- o o o- n o i nt onderci, come fa Manganelli quella gran cospirazione in tesa a serbare immacolata la clamide del padre della patria, a puntellare il cavallo di cartapesta del Risorgimento. E se Vienna vantava negli stessi anni un imperterrito dottor Freud, la tutt'altro ! ohe spregevole Inghilterra conservava tanti pudibondi postumi vittoriani... E, dopo tutto, si parlava di Settem brini, non di Garibaldi. Lorenzo Mondo

Luoghi citati: Inghilterra, Vienna