Certi gol sono bugiardi

Certi gol sono bugiardi Indispensabile guardare al gioco Certi gol sono bugiardi La supremazia delle squadre to 'mesi In campionato e tale che neppure una sconfitta clamoroso come quello aublta dallo Juventus a Roma ha avuto grosse ripercussioni in classifica. E non le ha avute neppure agli effetti dello lotto cittadina, perché se 6 vero che II Torino ha •sorpassato zoppicando», ò altrettanto vero che domenica prossima, ultima dell'andata, mentre i bianconeri potranno riprendere fiato contro uno Samp che neppure in caso riasce a segnare (e di gol ne ha realizzati dicci in tutto), i granata andranno o Marassi contro un G noa orrobblatlssimo per la beffa di Verona, dove neppure il -bang-bong> di Pruzzo 6 riuscito ad eviterò la sconfitto. E' chiaro, ed onche comprensibile, che In giro si siano sfogati sottolineando la battuta d'arresto della Juventus I-fa Roma ha qui orato I Conti- eccetera, eccetera) e la fatica del Torino contro il Foggia. Ognuno si diverte come può. Co persino chi parla di 'Conferma della crisi granata- e poi nelle pagello indica -senza voto» Castellini e Cazzanigo In quanto disoccupati. Come dire che il Torino contro il Foggia 6 partito dallo zero a zero sicuro, e che ha trovato difficolta a passare attraverso una serie di barriere predisposte con umilt<i od Intelligenza da Puricelli. Dello difficoltà dogli uomini di Radice si ò già detto abbastanza chiaramente duramente nella cronaca della gora: si può allora accennare allo note positive del match, che vanno da un risveglio di Pullci alla conforma dell'inesauribile vena di Graziani. dal miglioramento (sicurezza, lem plsmo) di Caporale alla progredita condizione atletica (per ora solo quella) di Pecci. alla sempre puntigliosa lucidità di Salvador!. Per noi la cosiddetta -crisi» di Pulici e Graziani ò finita domenica, j proprio contro il Foggia. -Sono an- i cora rimasti a secco- sottolineano con ragione I patiti della statisti- i ca. gli amanti dello schedina. I tifosi del risultato. La fretta dello domenica sera ha impedito di sottolineare come sarebbe stato giusto I! pezzo di bravura dei »gemell!- in occasiono del gol del Torino. Il lavoro di Graziani. la sponda e poi la staffilata di Pulici: I palla e finita sulla porle Interna del montontc (tanto è vero che è ', finita verso Zaccarelli). ma davve| ro Pullci ha sbagliato? Ed allora I ha pure •sbagliato» Graziani con I due colpi di testa da manuale fi] nlti di un soffio sul fondo? Ma sono stati belli, insistiamo. ' i due gol di Pruzzo a Verona, uno dei quali con la parte alta dello i zucca fuori da ogni regola del calcio? Ma sono stati gol davvero l ■entusiasmanti» quelli della Ro| ma? A parte il dubbio fondatlsslmo del fuorigioco. Di Bartolomei sul primo ha fatto passare la palla ad un palmo dal piede di Zoff. quando toccando ancoro a Prati non avrebbe corso rischi: e sul secondo Prati ha fatto una finta che aveva l'uno per cento di probabilità di riuscire. GII è andata bene e basta Sin quando si continua o ragionare in base ai gol ed ai risultati. Il calciu In Italia non troverà mai un equilibrio critico. Nel Torino ha deluso il centrocampo, sono mancate lo spinto valido e l'intelligonzo di capire che la difesa foggiana andava il più | possibile aggirata e non presa di ' potto. I manuali del calcio, anche i più approssimativi, sono pieni di I schizzi e disegni illustranti le dif- j ficoltà che il difensore incontra se j sottoposto ad un attacco laterale (il cross), difficoltà ben maggiori ! di quelle che deve affrontare se { aggredito In senso verticale. Basta un ripasso, per chi non è con- { vinto. Cosi la Juventus ha pure lasciato a desiderare nella zona cruciale del terreno, poi ha mostrato la corda (nervi) in clementi che — vedi Furino — malgrado lo lunga carriera non hanno ancora imparato a dominarsi. Una specie di •maledizione calcistico» pesa poi sulla difesa bianconera all'Olimpico, ma „ ,. . la ripresa televisiva dè'rp'rimo'Tempo ha fatto vedere ! Causio. Gentile e Tardelli efficlen- j tlssimi. una Juve non bella ma ' neppure meritevole di essere cosi jsurclassata nel punteggio (anche se uno murcaturo valida a Conti I andava pure cercata). Adesso tecnici e giocatori tirano in ballo la Nazionale, le distra- i zloni azzurre, I viaggi da Udine a Roma (ma Di Bartolomei e Boni, non hanno giocato a Genova?). Sono discorsi che hanno senza dubbio un fondo di vero, ma non 1 fanno altro che confermare quanto | debole siano la mentalità, il senso j I della professione, del nostri cai- | { ciotori. Solo uno ragione vera han! no: la Nazionale non stanco né distrae fisicamente, frastorna per le polemiche che si porta appresso. Ed allora prendiamo esempio dagli altri Paesi. Alle amichevoli, I test (vedi Udine e Roma appunto) la Nazionale non devo allatto rinunciare, anzi, ma deve sempll- ' cernente metterle In calendario l! , mercoledì, evitando logicamente periodi vicini al turni di Coppa. ! Per II resto nessun problema. ! Convocazioni il martedì a mezzo- ! giorno, leggero allenamento, pre- ■ parozione della gara, mercoledì I pomeriggio In campo e la sera stesse (al massimo giovedì mattina) a casa. Le convocazioni lunghe aumentano sola i disagi. Un mercoledì al mese di questo tipo farebbe il gioco di tutti, e sdrammatizzerebbe la situazione ! in fondo I allenamento in partita j di metà settimana un -azzurro» può farlo anche fuori dolio sua 1 squad-o senza che ne abbia danno, i Mo adesso c'è do pensare allo ] [ -scudetto d'inverno». Sarebbe bolI lo che Torino e Juventus taglios•ero il traguardo alla pari: né van- [ faggi né cabale per una lotta destinata a caratterizzare la primai vera. I Bruno Perucca .