Gli autori della strage del Circeo feriscono un agente ed ottengono il trasferimento di Giuseppe Fedi

Gli autori della strage del Circeo feriscono un agente ed ottengono il trasferimento Il clamoroso episodio avvenuto nel carcere di Latina Gli autori della strage del Circeo feriscono un agente ed ottengono il trasferimento Angelo Izzo c Gianni Guido, armati di pistola e aiutati da altri due detenuti hanno preso in ostaggio il maresciallo delle carceri • Asserragliati nel garage - Dopo tre ore si sono arresi (Nostro servizio particolarel Latina, 1 febbraio. Angelo Izzo e Gianni Guido, due dei tre responsabili del massacro del Circeo (il terzo, Andrea Ghira, è riuscito a fuggire all'estero), sono stati protazonisti di un clamoroso tentativo di evasione. Ieri, dopo l'ora di aria, aiutati da altri due detenuti, Claudio Mo iellato e Carlo De Bellls, han no cercato di fuggire dal carcere di Latina, dove stanno scontando la condanna all'ergastolo inflittagli nello scorso giugno dalla Corte d'assise del capoluogo pontino per un festino sado-masochistico culminato con l'uccisione di Maria Rosaria Lopez e il ferimento di Donatella Colasanti. I due giovani fascisti si sono arresi alle 20.30, dopo essere rimasti asserragliati per tre ore nel magazzino autorimessa della casa di pena e aver ferito il comandante del- ! le guardie di custodia, Antonino Jannaccone, che avevano preso come ostaggio. Hanno gettato nel cortile una pistola calibro 6.35 e un coltello e sono usciti all'aperto solo quando 11 procuratore della Repubblica. De Paolis. ha detto loro che li avrebbe fatti trasferire nel carcere di Civitavecchia. Alle 22.30 Izzo e Guido hanno lasciato la casa penale di Latina su due taxi noleggiati per trasferirli il primo al car cere di Frosinone e il secondo a quello di Cassino. Gli altri j due reclusi, Morellato e De | Bellis, in prigione per estorsione e tentato omicidio (tra dieci giorni sarebbero stati scarcerati per decorrenza dei termini ». sono stati portati stamani su un cellulare a Rebibbia. Erano rientrati in cel- ! la alte 20,30. poco dopo che il maresciallo Jannaccone era ! stato liberato; la loro parte ! nel tentativo è dì secondo ! piano. II sottufficiale, sofferente1 di cuore, è stato ricoverato in ospedale. Ha una contusione I alla testa e ferite da taglio a una mano: i quattro detenuti lo hanno colpito piti volte. I medici, preoccupati soprattutto per un;, eventuale crisi I cardiaca hanno riscontrato ferite guaribili in quindici j giorni. Il tentativo di fuga è stato ; attuato alle 17.30; Angelo Izzo. Gianni Guido. Claudio' Morellato e Carlo De Bellis a quell'ora erano fuori dalle loro celle. Hanno bussato alla . dJ . porta dell'ufficio matricola. I dove si trovava il maresciallo \ Jannaccone. Spalancato l'uscio si sono lanciati contro il sottufficiale. Izzo ha estratto di tasca una pistola (le indagini in corso dovranno stabi- ì lire comt sia entrato in possesso dell'arma), intimando al capo degli agenti di custo dia: «Non fare una mossa fai sa. altrimenti sparo senza pie- !tà». Contemporaneamente, '. Gui-jdo e glt altri due detenuti hanno Immobilizzato il mare sciallo aggredendolo con calci e pugni e farendolo con un coltello I quattro, seguendo un piano preordinato, hanno quindi trascinato Jannaccone nel cortile sino al primo sbarramento. Alla guardia hanno ordinato di aprire: «Altrimenti uccidiamo il maresciallo». L'agente di custodia. Gaetano Gravante, ha però dato l'allarme e il carcere di via Aspromonte è stato circondato in pochi minuti da «volan fi» della polizia e «gazzelle» dei carabinieri. A questo punto Izzo,.Guidoe i due reclusi che si erano uniti a loro, hanno capito di dover rinunciare all'evasione.Morellato e De Bellls si sono arresi, mentre Izzo e Guido, tenendo 11 sottufficiale sotto la minaccia della pistola, han¬ no raggiunto carcere. Izzo il garage del ha chiesto la I presenza degli avvocati e ha \ condotto le trattative con il ì «Volevo sostituto procuratore De Paolis, giunto sul posto con il giudice Gianpietro. Ha dichiarato che non voleva evadere. soltanto protestare — ha spiegato — perché la mia richiesta di essere trasferito in un altro penitenziario non è stata ancora accolta». ! Insodlsfatto delle assicura ' zioni avute dal magistrato. Iz- jzo Ita avvertito che non | avrebbe lasciato l'ostaggio e non si sarebbe arreso se non fosse prima giunto RoccaMangia, l'avvocato che lo aveva assistito nel processo per la strage del Circeo. La situazione si è sbloccata quando il difensore di uno dei «pariolinl neri», arrivato da Roma, ha convinto il giovane a desistere dal suo proposito. Resta da accertare come i due criminali — uno del quali. Izzo. si era visto aggiungere, martedì scorso in appello, all'ergastolo, una condanna a due anni e mezzo di reclusio- ne per aver sequestrato e vio- : tentato una ragazza — abbia no potuto organizzare in fu ga. Sembra che nel carcere di 1 Latina vi fossero motivi di ai ! trito fra Guido, Izzo e gli ai tri detenuti. Per questo moti- jvo avrebbero cercato di evadere e, visto fallire il tentati- vo, chiesto il trasferimento. Il massacro del Circeo era avvenuto il primo ottobre del "75 nella villa a Punta Rossa del padre di Andrea Ghira, un facoltoso imprenditore romano. Alla scoperta del cadavere di Maria Rosaria Lopez e di Donatella Colasanti, che si era salvata soltanto perché aveva finto di essere morta dopo le sevizie subite da Ghira, Izzo e Guido, si era giunti quasi per caso. Le due ragazze, completamente nude, erano state abbandonate a Roma, durante la notte, nel portabagagli della «127» del padre di Guido, parcheggiata in via Pola. Un sottufficiale dei carabinieri, dalla finestra della sua abitazione, aveva sentito i lamenti di Donatella Colasanti dando l'allarme. Pochi minuti dopo la raccapricciante scoperta, la caccia agli assassini, l'arresto di Izzo, Guido, di Gianluca Si mi lino e di altri due giovani neofascisti, poi prosciolti in istruttoria. Di Andrea Ghira, il picchiatore nero che aveva organizzato . il sequestro e preso parte al sanguinoso festino nella villa del Circeo, da allora non si sono avute più notizie. E' stato «visto» più volte a Roma e nel dintorni, ma le segnalazioni sono sempre risultate infondate. Giuseppe Fedi ! Latina. Giovanni Guido c Angelo Izzo (Tclcfolo Ansa)