Robin Hood di Romagna di Giuseppe Mayda

Robin Hood di Romagna Sceneggiato tv su Stefano Felloni "il Passatore, Robin Hood di Romagna Queliti geliila Sera dei 25 gennaio 1831, nel teatro ili Forlimpopoli, cretto nella losca rocca itegli Orilclalli. una compagnia di comici aveva meno in scena un drammone in cinque alti. 'La morte di Sisara', storia biblica di amore e di tradimento. I duecento posti erano gremiti: nei palchi l'aristocrazia e i borghesi della città: in platea il popolo che mangiava lupini e semi abbrustoliti sotto lo sguardo di 5 gendarmi pontificii fuori, pioveva e non c'era anima viva, te tre porte di Forlimpopoli — Romana. Rimana e l'orlivese — erano siale chiuse da un pezzo, qui e là splendeva il lume di una casa ove -i /tasteggiava l'inizio del carnevale. Alle 20,10 qualcuno bussò alla iwrta forlivese. Il custode, che cenava in uno sgabuzzino, corse ad aprire ma fu aggredito, legalo e imbavagliato e dieci minuti più tardi, sul ittico del teatro, mentre si alzava il sipario del fecondo atto, comparvero quindici banditi in stivali, giacche di veliti•o verde e cappellacci, con i lucili puntali sugli spettatori allibili. In mezzo a loro ve n'era uno che timbrava, ed era. il capo: giovane, sonile, un volto aristocratico ili cui, sopra i balletti e la 'mosca», brillavano due neri occhi penetranti, agitava in una mano lo schiopIH) e nell'altra le Ire chiavi della citta in segno di possesso. «Oh. Sttivanél», esclamò uno in tondo alla sala, riconoscendo il bandito, lira proprio lui. Stelano l'elioni, nato nel IS24 a Russi, la cittadina romagnola presso il /.timone, e nolo col soprannome di •.Passatore l*cr via del suo antico mestiere di traghettatore. tu. questa bella di Forlimpopoli. l'ultima della sua breve e lamosa vita di brigante perché, di lì a due mesi esatti, il Passatore venne ucciso e il suo nome di scorridore alla Robin llood. che rubava ai ricchi ivr aiutare i poveri, entrò nella leggenda. Persino il mite Pascoli lo citò («Sempre mi lormi a! CUOrt il ni io paese — cui regnarono Guidi e Malalésla — cui Icnnc pure il Passatpr cortese — re della slrudu re della foresta») e un altro poeta, il Fusinuto, lo eternò in una ihIc («!:' scura l'aria, la none cade — di l'orlimpopoli sulle contrade...») e inline Olindo (iuerrini. proprio in questo teatro, appose nel 1904 una lapide al Passatore che «decretò impunito taglie e ricalti — consacrando al riso e alla vergogna la viltà dei governi — non consentiti dal popolo — libero e cosciente» Ipoi. come tinca talvolta alle lapidi, questa fu tolta dal fascismo nel I12S e sostituita con un'altra che ricordava come, nel 1901, lo studente diciassettenne Mussolini aveste commemoralo qui Giuseppe Verdi). I.e cronache di ccntovcntisi-i anni /a riferiscono che quella sera. i/o;x> la bella, il Passatore se ne andò gridando al pubblico: «Vi assicuro che di questa mia impresa se ne pallerà anche fra un secolo»: 0 oggi, in/alti, le vicende romantico-avventurose di l'elioni appariranno sui teleschermi in uno sicneggiato in tre episodi che andrà in onda sulla seconda rete, prodotto da Edmondo Ricci e con la regia di Piero Selli. Tratto dai 'Palli memorabili della banda del Passatore* di Francesco Seranlini. lo sceneggiato non sarà una versione della vita di l'elioni ma un oliresco, tra mito e storia, della Romagna irrequieta delia prima metà dclI'SOO, divisa Ira restaurazione e indocilità allo Stalo pontificio e al potete militare austriaco. All'epoca dei latti, il Passature, ventisettenne, era circondato dalla leggenda di essere figlio naturale di una «altissima personalità dello Stato» e al colmo della sua gloria brigantesca. In tre anni aveva già invaso e depredato paesi come Ilaguarà, Cotignola, c il,i, Uri- sighclla (l'ultimo, Coniandolo, appena sedici giorni prima), rapinato diligenze, ucciso gendarmi, spie, signori. Per l'assalto a Forlimpopoli. preparato a puntino con i suoi quindici complici dai soprannomi pittoreschi — come il Mangiabi- sce. il Malliazza. il l.istigna. l'AltiUÌllanc, il Marcio. l'Innamoralo. l'Incantato, il Ghigno, il Damandone — aveva compilalo una lista di quei 'boia di signori' che avrebbero dovuto pagare una taglia e quando in platea si cominciò a sentire i nomi dell'elenco, i nullatenenti, passata la prima paura, provarono un maligno piacere. Il Passatore parlò in un silenzio assoluto: «Tulli fermi — avvertì —. Ora il governatore di l'orlimpopoli sono io» e agitò ancora le chiavi della città, Poi invitò uno dei suonatori dell'orchestra, '/.anfilippi. donzello del municipio, a salire sul palco e gli consegnò un foglio: «Leggilo bene e forte», disse. Era. la lista delle taglie: ■Ionie itili'..uni. presidente del municipio. 1000 scudi; (.Lunatica Salughi, 500 scudi: dottor Ruggero Ricci, 400 scudi...". Mentre alcuni banditi andavano di casa in casa a riscuotere e tornavano rovesciando su un tavolo portato in palcoscenico l'oro e l'argento rapinati, i loro complici bevevano rosolio e liquori e ballavano al suono dell'orchestra. Il sacco di Forlimpopoìi durò tre ore e mezzo e frullò tremila scudi. Il l.isagna. Inferocito perché non gli riusciva di scassinare il Monte di Pietà, colpi con la scure una pittura sacra, una 'Resurrezione', affissa sopra la porta della banca (e questo, ancora oggi, e il solo ricordo che ci resti di quella none), la serva della locanda fu violentala, iuta sorella di Pellegrino Arlusi imiHizzì dalla paura e più tardi l'Amisi, che aveva pagato la propria taglia ed era rimasto scosso da quegli avvenimenti, si trasferi a Firenze dove compilò il celebre libro di cucina. A mezzanotte, infine, la banda si ritirò, ma, ncll'uscire. il Mangiabisce lasciò partire inavvertitamente un collii di pistola che lece cadere una lucerna. L'olio si sparse sul palcoscenico e il Passatore — si dice — n'ebbe cattivo presentiI mento. Due mesi doiH>. la manina del 2> marzo, il mendicante Viti-1 cento Querzola — che, come unii in Romagna, aveva un soprannome j e lo chiamavano liruson — passando nei campi scorse due individui in un capanno di caccia in località Molesa e corse a Russi a dare l'allarme. Il brigadiere Italtislini. guidando tredici uomini, parie soldati e parte volontari, si lanciò sulla pista e circondò il capanno. Dentro, c'erano il Passatore e un suo gregario. Giuseppe Tassella detto Giazzol. Vi lu una sparatoria: Gìazzol luggi lerito. il sano Apollinare Fantini riuscì a centrare PelIoni con una fucilata, ma, prima di morire, il bandito colpì il brigadiere Italtislini che spirò il giorno dopo. Il cadavere di l'elioni. ;vr ordine del proilelegato pontificio mon¬ signor lledini che aveva istituito sul brigante una taglia di Ì000 scudi (che poi toccò al liruson). lu steso su un carro e portalo in giro per le contrade della Romagna allineile la genie sapesse che era stalo davvero ucciso. Le ragazze vedevano quel giovane pallido, dai buffetti neri e la giacca di velluto verde riverso sulla stuoia, si lucevano il segno di crocè e mormoravano: «l'urcn, coma I' é bel !». Giuseppe Mayda

Luoghi citati: Cotignola, Firenze, Forlimpopoli, Molesa, Romagna