Il questore De Longis sulla delinquenza in Liguria di Paolo Lingua

Il questore De Longis sulla delinquenza in Liguria Il questore De Longis sulla delinquenza in Liguria Genova: i nuovi strateghi del crimine ; 1 : i Dal nostro corrispondente) Genova, 29 gennaio. «La malavita in Liguria ha ' ormai una dimensione per co, sì dire "migratoria": non è 1 solo un fenomeno locale, ma ' ù un meccanismo che si ri/e| t'<i un po' in tutta Italia». '■ Questa è l'opinione del que i store — da due mesi — di Ge! nova, Pietro De Longis, che ha trascorso, con diversi incarichi, quasi tutta la sua trentennale carriera in Liguria. «Le bande oggi — dice De Longis — si spostano: indivi duano una località, una zona. ■ chiamiamole così, "operatiI fe". cercano di realizzare una o due azioni fruttuose — e i l'industria dei rapimenti è l'e¬ ' sempio più vistoso — poi cercano di allontanarsi e di far perdere le tracce. Contro questo tipo di maialata occorre una vera e propria "guerra di movimento". Anche gli inqui renti si devono aggiornare». In effetti i rapitori di Sara Domini hunno compiuto forse l'errore più vistoso, restando a Cìenova < e frequentando loculi pubblici ) dopo la fruttuosa operazione del rapimento di Giovanni Schiaffino, l'anno scorso: sequestrati I do Sara Domini, hanno lasciato tracce inequivocabili , che. connesse ad ultri elementi, hanno permesso alla poli zia di individuare la pista. E' una prova della tesi sostenuta da De Longis, il quale prosegue: «Il grande centro di smistamento resta il coree ] re: in cella si incontrano dete nuli provenienti da diverse regioni d'Italia. Studiano i progetti, preparano i "colpi" per quando torneranno in li- , berta, programmando gli spostamenti lungo la Penisola». E lu Liguria e Genova sono tr-i le zone verso le quali si manifestano i maggiori inte ressi. La città capoluogo e i molti centri, in particolare della Riviera di Ponente, città 1 cresciute in seguito ul diffondersi dell'edilizia della secon | du cosa e sempre percorse du unii corrente di traffico turistico, sembrano oggi tra le basi più «accoglienti» per chi progetta sequestri, grosse rapine oppure smistamenti di imponenti partite di droga. «Il terreno, chiamiamolo cosi — dice il questore di Genova — è favorevole allo sviluppo della malavita: più che l'industria in Liguria prospera ii settore terziario. C'è un grosso flusso commerciale e la facilità di mettere le mani su valuta corrente. Il denaro "gira" e i nascondigli non mancano. Inoltre i controlli nelle zone turistiche, al centro di direttrici internazionali ■ di movimento e di spostamenti, sono più difficili: al tempo stesso, per i delinquenti provenienti da altre zone d'Italia, è più facile mimetizzarsi». C'è quindi da attendersi I una recrudescenza di una, : nuova forma di delinquenza con interessi «a ventaglio» in ; attività diverse. Potrebbe an, che infittirsi l'attività dei se 1 quesiri, che sino a oggi è stata una delle più basse 'l'Ita . Ila. Dal 1970 a oggi, infatti, i , sequestri a scopo di lucro so' no stati cinque: Gadolla, Ber! i-ino. Schiaffino, la piccola : Sara e l'armatore Costa. I se, questri «politici» sono stati Invece due: Sossi e Casabona i quest'ultimo rilasciato dopo | alcune ore), protagoniste le «Brigate rosse». Negli ambienti della questura, però, ritengono che, salvo sorprese clamorose, i reati ispirati più o meno da movente politico dovrebbero diminuire o avere margini molto modesti, mentre si teme una crescita dei tentativi di «colpi grossi». «C'è solo un aspetto positivo che non va trascurato — precisa il questore — ed è la mentalità dei liguri. La popolazione ha un senso di notevole lealismo verso polizia e carabinieri ed è fortemente ostile all'estendersi della delinquenza. Ho notato che. a differenza forse di qualche altra ixirte d'Italia, la gente collabora con noi e cerca di isolare e colpire la malavita. L'ambiente umano e sociale, a tutti i livelli, condanna, senza giustificazioni, il comporta mento delittuoso. E' un elemento di rilievo». Paolo Lingua