Qualcosa è fatto» il più è da fare

Qualcosa è fatto» il più è da fare Qualcosa è fatto» il più è da fare Il minipatto Nei giorni scorsi la colla-1borazione tra i partiti, su i scui si regge il governo An- edreotti e da cui esso trae laidcapacità di elaborare le dif- pflcili scelte per l'economia, | mha attraversato una crisi, La democrazia cristiana, solo I partito che dà al «ministero j delle astensioni» la piena fi-[ducia, gliel'ha ritirata, sia pure per poco, poi gliel'ha resa. La meccanica della cri- si nasce dall'anomalia dei rapporti tra governo e parti- ti: una decisione che An dovuto prendere dreotti ha nel giro di 12 ore, tra le 2 del mattino e le 12,30 di mercoledì, e cioè l'impegno a non toccare la scala mobile, ha mandato all'aria il piano d'interventi su cui stavano orientandosi la de ed altri partiti, senza che questi fossero consultati. Di qui la crisi. Andreotti aveva agito in stato di necessità, per salvare l'accordo Conflndustria-sindacati, che non riduce abbastanza il costo del lavoro ma che può restituire alle imprese un po' di quel dinamismo che è comunque indispensabile per salvarci. La de ha però temuto un cedimento generale, si è bru- scamente destata dal suo se mi-letargo e. dopo un secco Iconfronto con Andreotti, ha ottenuto altri impegni. Il co- sto del lavoro sarà ridotto addossando al Tesoro una parte degli «oneri sociali»! che oggi sono pagati dalle imprese; le somme necessa- rie saranno raccolte aumen-1 tando le imposte (Iva ed altre) a carico di tutti i consumatori. Il meccanismo previsto è complesso. In teoria, la riduzione dei costi per le imprese, in seguito allo sgravio parziale degli «oneri», consentirà una certa riduzione dei prezzi, più che cancellata però dall'aumento dell'Iva (questa si applica soltanto ai prodotti venduti in Italia, mentre gli oneri saranno parzialmente ridotti su tutta la produzione). In compen so, i beni destinati ad essere esportati, e pertanto esenti da Iva, costeranno meno e potranno essere venduti a minor prezzo. Sarà favorita quella forte espansione del nostro export che è indi spensabile per consentirci di sfuggire alla «crescita zero». Si ricordi anche che alcu ni effetti positivi dell'accor do Conflndustria-sindacati quelli derivanti dalla mag giore mobilità della mano , doperà, dall'abolizione delle • festività. dalla riapertura de- gli straordinari, si avranno | soltanto se la produzione sa-1 rà in aumento. Naturalmente sarebbe sta-, to più semplice un patto «al- l'inglese» che fissasse tempo-1 rancamente un tetto alla riv scita dei redditi da lavoro,' frenandoli e ricostituendo ij margini di profitto e di accumulazione delle imprese. Ma in Italia ciò voleva dire correggere ulterk-rmente il meccanismo della scala mobile, già modificato col prestito forzoso oltre i 6 milioni, e i capi sindacali non se la sono sentita. Si può deplorare, ma bisogna anche capire. L'Italia non è l'Inghilterra, Andreotti non è il leader di un partito laborista fon¬ dato sui sindacati, Diciamo poi che il patto; di Roma, se è qualcosa di ; meno dell'accordo sulla po litica dei redditi «all'lngle-1 ! se»• Puo nnche diventare! qua100511 di P'ù. se porterà "n ritorno, nei rapporti; 1 interni alle aziende « logica produttiva ». Dipen | ' | j .'• de da come funzioneranno in pratica le intese, purtroppo generiche, sulla nuova mobilità, e l'impegno di frenare la contrattazione e la conflittualità aziendali, che dal fatale autunno del '69 ad oggi hanno tanto contribuito a soffocare la vitalità della nostra industria. Invece del «patto sociale» (anche in Inghilterra assai faticato, dopo anni o decenni di crisi e stagnazione), , abbiamo avuto il minipatto • al,-itaUana. U nostra com plessa struttura politica ha | prodotto ancora una volta 1 quaicosa d'intricato. Speria- mo che basti perché i no- , stri amicl ci diano flducia e prestlti sostenendo la lira: 1 ancne questo gioverà, per ' j ane nostre esporta- ; ; 1 ! ; un po zioni. Ma per un risanamento | vero occorre molto di più: ' più pace sociale, più coope| razione nelle imprese, un j più massiccio trasferimento di risorse dai redditi consumati ai redditi investiti. Tutto questo si farà? E' rassicurante il fatto che tra partiti e sindacati i motivi che spingono al consenso continuino a prevalere sulle ragioni di conflitto. Ma la stessa vastità dell'area del consenso rende meno incisiva l'azione del governo, consente patti corporativi tra le categorie, e alia fine indebolisce tutto l'orga nismo. I danni li vediamo tutti . e il pericolo che la sima zione. invece di migliorare '• peggiori, è ancora fortissi; mo. Non soltanto non è an cora completata la difficile ! manovra per contenere 11 i costo del lavoro; manca | anche quella severa politica : di freno della spesa pubbli I ca, che è l'aaltra gamba » j su cui può correre una poli ' tica di risanamento. Per 1 ora ha ragione Giorgio La Malfa quando dice che su queste due gambe continua intanto a correre solo l'in: flazione.

Persone citate: Andreotti, Giorgio La Malfa

Luoghi citati: Inghilterra, Italia, Roma