i libri di Giovanni Getto

i libri i libri Getto: il teatro come letteratura L'eroe tragico Giovanni Getto sul teatro », Ed. Sciascia pag. 256. lire 5.500 « Tre studi li teatro come parolu e come | letteratura du qualche tempo1 ha subilo una presso che iota-1 le eclissi d'interesse e di otten-1 zionc. a favore del teatro come ! spettacolo. Accanto all'abusatis- tisma e un poco, ormai stuc ! chcvole dissacrazione del testo, che ogni regista ritiene suo stretto dovere compiere ogni j volta che si accosta a qualche j autore del passato, e tanto più radicalmente quanto più «clas- • sica» ed elevata è l'opera presa \ a pretesto, anche l'indagine cri-1 tica ha finito con il privilegiare il momento dello spettacolo ri- spelto a quello della lettura, il tempo dell'azione teatrale nei confronti dell'opera scritta. Colpisce, quindi, immediata mente nel Tre nudi sul teatro di Giovanni Getto il rigorosis- \ simo privilegio ridalo integralmente al momento letterario è La città morta del D'Annun-! zio. cioè in testi dove l'aspcl-! . ... . i_ i <to dell espressione verbale e ; della letteratura appare senza > dubbio prevalere rispetto a del fallo teatrale, esaminalo in ire opere quali il Saul alfieriano. il Carmagnola del Manzoni quello scenico e spettacolare che è in presso che totale dipendenza dalla forza descrittiva ed evocativa e comunicativa della parola. In questa prospettiva, il Getto trova nell'indagine sullo spazio e sul tempo delle tre opere tragiche uno strumento estremamente efficace per riportare a unità un discorso sul teatro che parte si da! privilegio in esso della parola. ma che, subilo dopo, intende i coinvolgcrvi anche l'esame del-1 le vere e proprie- strutture dello i spettacolo, che il Getto coglie1 nella scansione, esatlamcnlc re-1 golata dalla strategia teatrale : dell'autore, dei movimenti dei: personaggi, delia dislocazione ' delie scene, della durata della viccnda. 1 In questa prospettiva, il Gel-. to recupera il senso \cro della 1 celebre contestazione manzonia-1 na rispetto alle unità aristotcli-| di mostrando nella varietà ' locale (più che in quella lem- porale) del Carmagnola non lun-1 io la risposta a un'esigenza di realismo, quanto piuttosto a un'illuminazione più precisa e sicura della vicenda tragica e I dei personaggi, fra il campo mi-1 litare che è il luogo d'azione j specifico del condottiero Car- ! magnoia. e Venezia come luo-i go dell'intrigo, del tradimento. ; del sospetto, dell'inganno. Ne I La città morta, invece, lo spa- zio è l'Argolide sitibonda, che perfettamente si accorda con ! il carattere soffocante e acre | delle passioni dei personaggi, mentre l'evocazione della fon te Persela come il solo luogo di sollievo e conforto all'arsura : è il correlativo oggettivo della purezza e della semplicità di Bianca Maria, che. infatti, fini-1 rù uccisa dal fratello, che l'a-1 ma di un amore incestuoso. | proprio nell ì fonte come nello ! spazio di freschezza e di pace j che le e deputalo: e ugual- meni, il costante ricordo del ( passato dei luoghi (l'antica Mi-! cene degli Atridi) dà profondi- i -•/-• j- -i- ta infinita di memorie e di lem pi alla vicenda « moderna ■ delta tragedia (che il Getto pri- vilegia su tutlo l'altro teatro > dannunziano, sia su quello sto-1 rico o rritico. sia su quello ideo- logico, sia anche su quello ! . » • i i i i abruzzese) .n qualche nudo giustificandone .1 carattere cstre- tilo (l'incesto e l'assassinio) con j l'esempio delle atroci vicende di cui. nel mito. Micene fu teatro. E', quella del Geno, un'analisi ussai minuziosa e assai fine. che indica, nella tragedia dan nunziuna, la situazione ango- sciatu e sconvollu, perplessa e ! inorridita, come quella effettiva mente attuala, mentre prive di valore resterebbero le intenzio ni superumane del D'Annunzio e. in genere, il progetto tragi co come rinnovamento e inve ramcnlo in direzione quasi eli- stcnzialista del modello greco. , Le strutture ermeneutiche dello spazio e del tempo un poco meno entrano nell'analisi del : • ■ • « - I Saul alfieriano. seguito dal Gel- to scena dopo scena al line di j giungere a una più puntuale | esplicazione di caratteri e mo-1 venti dei personaggi, spesso a j correzione dei non sempre fe- liei giudizi e delle abbastanza I generiche osservazioni della cri- ! tica. Soprattutto nel.'illumina- zione di ligure un po trascu- rate o misconosciute, come quelle di David e di Micol. il Libti Getto giunge a risultati mollo ' persuasivi, e anche nel chiarimento del rapporto di Saul con Dio: un rapporto critico, ormai, traumatico lino ai limi- ' ti della rottura, che si determina in follia (ed è uno dei primi casi di rappresentazione della pazzia come segno dello spezzarsi della convinzione del so- j vi.'no nella giustizia del suo potere, ma anche come manifestazione dell'esorbitare del potere stesso nella tirannia) Saul alterna slanci di rogio- nevolczza e scatti d'ira, a dimostrazione che la rottura del¬ l'equilibrio nell'ambito del po- tere si traduce anche sul piano ; dei rapporti familiari e della vi- , ta morale: e proprio qui in- centriamo le analisi più sottili e più felici del Getto, che anche : negli studi sul Carmagnola e I - • - - ■ su La città morta scrive le sue j pagine più acute e più vive di i | fronte ai personaggi più divisi . 1 e tormentali, più contraddillo-! j ri e interiormente combattuti, per l'unirsi in esse di una sin- I golarc sapienza della letleratu- ! ra e del cuore che appare ap- i punto euere in quest'opera, il i segno distintivo dell impegno e del metodo del critico. G- Bàrberi Squarotti i t

Persone citate: D'annunzio, Manzoni, Micene, Sciascia, Squarotti

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