L'ospedale psichiatrico "S. Maria,, di Liliana Madeo

L'ospedale psichiatrico "S. Maria,, L'ospedale psichiatrico "S. Maria,, A Foggia P«inf erno» dei malati di mente Promiscuità e casi di violenza • Il 48 % dei pazienti potrebbero essere dimessi ma non esistono strutture per assisterli ( Dal nostro inviato speciale ) ! Foggia. 27 gennaio. ! «Promiscuità (maggiorenni ! irrecuperabili e bambini con \ /iet»e deficit intellettivo, mala- >. ti di mente e handicappati fi- : dici mescolati insieme); casi sospetti di omosessualità; ca- si evidenti di violenza tradì- zionale (incontinenti perennemente legati — anche di notte? — ai seggioloni col buco): mancanza di tecniche di recupero: insufficienza di personale: nessun presidio ricreativo: degenti abbandonati a se stessi in uno stato pre-comatoso che si protrae dal giorno alla notte»: sot.o alcune delle annotazioni che figurano su un verbale esistente presso il tribunale minorile di Bari e steso al termine di una visita nel reparto per ortofrenici (gli insufficienti mentali non violenti, non pericolosi) dell'ospedale psichiatrico «Santa Maria» di Foggia. Siamo sempre nella «catena» degli istituti per malati di mente fondata da don Pasquale Uva (cinque, dislocati in Lazio, Puglia, Lucania). La situazione qui non è ancora giunta allo scandalo, come è avvenuto per quello di Bisce- glie dove i tre direttori e do- dici fra infermieri a «ancelle i della divina provvidenza» so no sotto inchiesta giudiziaria per maltrattamenti, violenze, sequestro di persona. Ma molti occhi negli ultimi mesi si sono puntati sul «Santa Maria». A ottobre s'è insediata la nuova giunta provinciale (formata da comunisti, socialisti, socialdemocratici), che vuole vederci chiaro nei 5 miliardi ( il 19 per cento del suo bilancio ) che ogni anno versa all'istituto e s'è messa a stu- dia re il problema dell'assi stenza psichiatrica per farlo uscire dalle morse dello sfrut lamento assistenzialistico. Sempre nel verbale steso dopo un'ispezione, si appren de che in una veranda tipo «solarium» ampia 40 metri quadrati si trovavano 64 don- ne di ogni età e condizione mentale, fra esse 18 minorenni (una, di 20 anni, proveniente da Campobasso, ricoverate dal '64. si esprimeva con vivacità e proprietà); i servizi igienici del reparto consistevano in una vasca da bagno e tre lavandini: sufficienti e puliti i letti; più carenti igienicamente i reparti maschili; un piatto di pasta e fagioli il pasto di quel giorno: un primario c due assistenti (quel giorno ce n'era solo uno) il personale medico; molto dimesso l'abbigliamento dei degenti, prevalentemente con grembiuloni logori e consunti: due le assistenti sociali, che però sono in servizio sia presso l'ortofrenico (167 uo mini, 133 donne e 67 minori, il più piccino dei quali ha 3 anni) sia presso l'annesso ospedale psichiatrico (dove i degenti sono 950): per i primi la Provincia versa una retta giornaliera di 6270 lire, per i secondi si sale alle 11.200 lire I al giorno. I sindacati si preparano o I chiedere un intervento della I magistratura. La Provincia dal canto suo sta controllando l'applicazione della legge per quanto riguarda 11 rapporto pazienti - medici - infermieri, la regolarità dei registri con le presenze quotidiane (a Bisceglie sarebbe emerso che la retta è stata incassata anche quando i pazienti erano a casa), il versamento ai lavoratori di tutte le indennità (sembra che lo statuto dei lavoratori e i contratti nazionali di lavoro siano frequentemente disattesi), il meccanismo delle ammissioni volontarie e delle ripercussioni sulle scadenze elettorali (quando i pazienti dimostra no un'assai precisa «consape volezza» politica: alle comunali del 71, la de ebbe 191 voti, il pei 2. il psi 3, il pli 1; alle poitiche del "72, per la Camera: de 762 voti, pei 13, psi 17, psdi 4. msi 8; al referendum sul divorzio: 262 si. 19 no). Il complesso ha un aspetto solido. Risale agli Anni Trenta. Nei suoi edifici si addensa una popolazione che di poco muta negli anni: la direzione sbandiera con orgoglio la politica delle dimissioni, in realtà nel giro di un anno quasi tutti i dimessi sono costretti a tornare. «Si entra per motivi che altrove sarebbero superabili e poi magari non si esce più — ilice amareggiato un giudice minorile —. Ora stiamo risalendo alle famiglie, nel tentativo di riannodare fili spezzati o logorati nel tempo. Ma ci troviamo davanti a ostacoli insormontabili: il rifiuto di tanti nuclei familiari di farsi carico eff quest'ennesimo peso (riceviamo persino rùccoman dazioni di parlamentari per far ricoverare bambini in isti tutoi. e la mancanza di volon- ! tu politica — in sede regionale a volte siamo quasi venuti alle mani, col risultato che ci ritroviamo ancora più soli, pieni di rabbia in corpo — di pubblicizzare queste strutture per chiuderle, creandone di \ alternative, gestite democrati \ camente. Per i minori speriaDIO di poter fare qualcosa. Per tanti altri, ormai diventati adulti e quindi sottratti alle nostre competenze, non abbiamo neppure gli strumenti giurìdici per intervenire». Intaccare quest'industria sembra impresa disperata. A un dimesso dallo psichiatrico finora la Provincia ha dato j un sussidio di 5 mila lire al Imese. Rette quotidiane di 20- i I 50 mila lire vengono versate j per minori ricoverati persino 1 I in istituti di Venosa. Ficarolo, Budrio. Vasto. Gagliano del ! Capo. Una ragazza madre può ! contare su 15 mila lire al me- ! se per il primo anno di vita | deI bimbo. 10 mila dal secon i ldo anno in poi. Sono tanti, anelli che poi conducono agli «affari» delle ancelle della di- vina provvidenza. Secondo i un'indagine condotta da una ! laureanda in sociologia, Ro ! sanna Ricagni, allo psichiatri I co di Foggia, il 48 per cento | dei ricoverati potrebbe essere | dimesso. Sono deteriorati mentali recuperabili, vecchi, insufficienti mentali dal comportamento immaturo, schi- Sfrenici I ricoveralo da'11-20 anni 11 23,71 per cento da oltre ventanni. Sono analfabeti (36,12 per cento) o con istruzione ! elementare (50,05 per cento). La punizione per la loro origl-1ne sociale è durissima: l'ingresso nell'istituto è per loro un viaggio senza ritorno. E la magistratura non ha mai aperto un'inchiesta sulla pia istituzione che lentamente li fa morire. Liliana Madeo

Persone citate: Gagliano, Pasquale Uva, Ricagni