Il suicidio del ragazzo di Genova Non si riesce a spiegare il perché

Il suicidio del ragazzo di Genova Non si riesce a spiegare il perché A 14 anni, si è ucciso con una fucilata alla testa Il suicidio del ragazzo di Genova Non si riesce a spiegare il perché I medici dicono: "Forse un raptus" - Prima del tragico gesto, aveva avuto una discussione col padre • Questi aveva appena saputo che, negli ultimi tempi, aveva "marinato" la scuola /Nostro servizio particolare> Genova. 25 gennaio. Assurdo, tragico, inspiegabile: cosi viene definito il suicidio di Renato Briasco, il quattordicenne figlio minore del professor Italo Briusco. docente di odontoiatria della clinica universitaria di Geno va. Alcuni parenti del giova ne, stamane, hanno telefonato a un giornale cittadino soste nendo che non di suicidio si e trattato, ma di disgrazia, una disgrazia inspiegabile. Il risultato dell'autopsia, però, m sieme alla ricostruzione del fatto eseguita dalla polizia, non lascia dubbi, in proposito: Renato Briasco si è ucciso. Il perché non si sapra mai, il ragazzo ha portato con sé. nella tomba, questo dram matico segreto, che i genitori, il fratello maggiore e tutti gli altri parenti, letteralmente distrutti dal dolore, non riusciranno mai a penetrare. Com'è maturato, nella men te del giovane, l'insano gesto? uForse un raptus suicida — dicono i medici —. A volte ba sta una scintilla per sccnvol gere una persona, soprattutto se giovane». Può essere una spiegazione valida, ma è chia- ndgziuolrdnmmpsgmnttceasreuro che si resta sempre nel j scampo delle ipotesi, che Tom- ! ebra del dubbio non verrà can \ pceliata. Dai famigliari, trincerati dietro il loro dolore, non è , |. possibile sapere nulla; alla uArecco», la scuola della Genova «bene!, tenuta dai padri gesuiti, nessuno commenta l'episodio, né il rettore dell'istituto, né gli insegnanti di Renato; i parenti ed i vicini di casa della famiglia Briasco rifiutano anch'essi qualsiasi I contatto con i giornalisti. Tut- j ti hanno l'ordine, e lo rispettano, di non dire niente, di non parlare. A malapena si riesce a sape re che Renato Briasco era un ragazzo taciturno, forse un po' introverso, ma assoluta mente normale. Soltanto ne gli ultimi tempi il giovane aveva mostrato meno applica zione allo studio: frequentava la quarta ginnasio, dopo es ! sersi comportato brillante mente alle medie, e probabil q! mente aveva trovato qualche ! difficoltà imprevista, special I mente in matematica, dove non aveva riportato buoni vo ti. Nelle ultime settimane, poi I Renato non aveva frequenta- regolarmente le lezioni, e proprio pochi giorni fa gli in i segnanti avevano avvisalo j della cosa i genitori. Per que I sto. ieri mattina, il professor j Italo aveva lungamente parla to con il figlio, prima che i uscisse per recarsi a scuola: ! non era staio un rimprovero. ma un discorso amichevole e | | affettuoso, aperto, tra due ! amici più che tra padre e fi- j glio. Niente minacce, quindi, j ! ma soltanto l'invito u far me j ! glio a scuola, a evitare le as > l seme ingiustificate, a chiarir ! si. se necessario, con i suol in-1 | segnanti. Può, un discorso del gene | i re, aver fatto scattare in Re nato Briasco l'idea del suici dio? Tanto più che la fami glia aveva una vita felice, senza problemi di alcun genere: il professor Italo, nipote di un famoso cattedratico dì odontoiatria, stava seguendo le orme dello zio nella carriera universitaria, ed è titolare di un avviato studio. Tra i finitori e i figli non vi erano ì mai stati screzi. Tutto, insom ma. secondo i canoni della | più tranquilla vita borghese. I senza preoccupazioni di alcun j genere. Che cosa sia quindi maturato, in quegli istanti. nella mente del giovane Renato, è e resterà un mistero per tutti. Sta di fatto che il ragazzo, che già indossava il cappotto ed aveva la cartella a tracolla, anziché uscire per recarsi a scuola, ha atteso che il padre rientrasse in camera da letto, e si è infilato nello studio. In una vetrina stra di sé alcuni fucili da cac eia, che il professor Italo, ap I passionato cacciatore, usava per le sue battute. Da qualche tanno bella mo-. I tempo, anzi, il figlio accompa- j gnava il padre a caccia, aveva quindi una certa conoscenza delle armi. Ha aperto la vetrina, ha staccato un fucile, lo ha caricato con una cartuccia calibro 16; ha appoggiato l'arma sul pavimento, ha messo il capo sulla canna, e, freddamente, ha schiacciato il grilletto. Un colpo solo, che ha gettato nella tragedia una famiglia fino a ieri felice. g. b.

Persone citate: Briasco, Renato Briasco

Luoghi citati: Genova