Moccio al procosso dei Nap racconta comò è staio rapito di Vincenzo Tessandori

Moccio al procosso dei Nap racconta comò è staio rapito Fu liberato in cambio di un miliardo Moccio al procosso dei Nap racconta comò è staio rapito Unì tnu7ni innintn viwrinlé» t . (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 21 gennaio. I cancelli del carcere si apriranno domani per Maria Rosaria Sansica, imputata alle assise di Napoli di partecipazione alla banda armata denominata «Nap», dell'attentato dimostrativo al carcere . Hi &nn Vittnrp ripl mon rhp n di San Vittore, del rogo che a Sizzonasco, presso Milano, inghiotti un enorme magazzino della Face-Standard. La decisione è stata presa dalla corte che giudica le attività dei «Nuclei proletari armati» dopo un'ora di camera di consiglio. La donna è malata di nervi, rimanere in carcere per lei significa rinunciare ad una possibile guarigione. Più volte il suo difensore, l'avvocato Saverio Senese, aveva sollecitato il provvedimento: anche il pubblico ministero Lucio Di Pietro si era dichiarato favorevole alla richiesta. L'ordinanza per la conces sione della libertà provvisti- j ria sottolinea che, per la du ] rata del processo, la giovane «non potrà allontanarsi dal comune di Napoli e dovrà presentarsi alle 18 di ogni giorno in un commissariato per la firma, salvo che non partecipi in mattinata all'udienza». Fuori dovrà continuare quelle cure che per troppo tempo le erano mancate. Considerata inferma anche dall'accusa ma lucida quando commetteva i reati, Maria Rosaria Sansica si sarebbe attribuita anche imprese avvenute in periodi durante i quali viveva all'estero. Ma neppure ad altre avrebbe potuto prendere parte: più voi- 1 le inflitti i nnnnlfttf nrlmn te, infatti, i nappisti prima di allontanarsi dalla base dove lei abitava la legavano al letto «per evitare che partecipasse alle azioni, che venisse catturata». Nell'udienza odierna, la diciassettesima, si sono presentati tre imputati soltanto: Nicola Pellecchia, Antonio De Laurent! e Maria Pia Vianale. Silenziosi, hanno ascoltato la lettura del verbali istruttori, i pochi testi presenti dei molti citati: hanno infine seguito la { deposizione di Giuseppe Mcecia, industriale dei cemento, 1 grande e involontario finali ! .-latore dei «Nuclei proletari I armati». Catturato all'alba ; del 18 gennaio del 74, era ri- mosto quattro giorno in una base del «Napv; la libertà gli era costata un miliardo netto, in banconote da 10, 50 e 100 mila lire. Si è costituito parte civile; stamane ha precisato: «Un danno molto rilevante, no. ma rilevante». Quel denaro è servito, e serve tuttora, a finanziare il gruppo: le banconote sono finite nelle mani j di numerosi nappisti, ne aveva anche Martino Zichitella. nel dicembre scorso, quando rimase ucciso nell'attentato a Roma ad Alfonso Noce. Inoltre 248 milioni sono stati recuperati, gran parte nelle basi scoperte, altri nei portafogli dei «nappisti» catturati. Nel racconto Moccia è stato sintetico, più volte si è richiamato alla deposizione Cut: ta dopo il rilascio. Ha sottoliI neato come, quel mattino, i «fosse ancora buio e piovesse» e come non avesse quindi potuto vedere il volto dei rapitori. Poi le 96 ore di prigionia, i ! rumori e le voci confuse, fra ; le quali quelle di una ragazza, i la radio sempre accesa. E {quindi la liberazione. I rapitori gli dissero: «Ve fa siete cavata con poco: 500 milioni, che a voi non fanno niente. Ormai siete liberato. State calmo: non ci create problemi perché ci siamo impegnati I a restituirvi sano e salvo». Nel ritorno in auto aveva I gli occhi sigillati con cerotti, I si era tuttavia accorto di es! sere con un giovane, accento | napoletano, voce cordiale, j Racconta Moccia: «Mi chiese: , "Commendato, come vi han| no trattato? Per fortuna è fi\ nita ". Quando l'auto si terI mò mi disse: "Ora vi dovrete 9 i a i '. abbassare perché non potete - : guardarmi ». o . i o i ¬ a Ha deposto anche l'ex olimpionico di vela Carlo Roland!, commercialista. Amico di Moccia, era stato incaricato di trattare il rilascio dell'industriale. Portò personalmente 11 denaro nel luogo indicato, vide uno dei rapitori in viso: «Quarantanni circa, tarchiato, capelli a spazzola: saprei riconoscerlo, ma nelle foto segnaletiche non l'ho mai visto». Vincenzo Tessandori j ] Giuseppe Mocci*

Luoghi citati: Milano, Napoli, Roma