Poeti dall'Ungheria

Poeti dall'Ungheria Poeti dall'Ungheria Grandi voci (talune sconosciute) di una letteratura "minore' ì Non c'è nulla di più inlol ! lcrabi[e d_e} •£■*!! Poeti ungheresi del "900: a cura di Umberto Albini. Eri. pag. 278, lire 6500. ', za con cui siamo soliti considerare le letterature « minori », termine insulso e iniquo con cui indichiamo le letterature di cui non conosciamo né storia né lingua né ! protagonisti. Da questa colpa è certo immune Umberto Albini, un filologo classico che si « riposa » dagli studi sui greci antichi con affettuose esplorazioni nella narrativa, teatro e poesia ungherese. Riposi e svaghi che di cuore gli invidio, se conducono a risultati preziosi come questa antolo ylu Albini vi ha raccolto, in scelte piuttosto nutrite, sei Z^Ztanto^Attill | W.r*empreJVrtóVarJMbW(Vallecchi. 1967). lllyés lo ricordavo come un grande poeta contadino, nel József. grazie ad una versione detto stesso Albini edita net '62 da Urici: Miklós Ra diluii, di cui mi aveva conquistato Scritto verso la morte, tradotto da un nostro poeta. Gianni Toti. e Gyula 11 e senso pieno e non meramen-1 st- esornativo del termine: nel \ csenso cioè che la terra e la j vita della puszta nutrono di qzi itzaSnVrzTver. rQui è anche il poeta dell'est stema al tramonto, già immi serita dalla vecchiaia, ma ancora percorsa da fremiti di inquietudine e abbarbagliata, a tratti, dall'amore. KdnustrRadnóti è quella folgore di sl to jno'oba nel 3U0 a,veo: "ue'\^poesia che vibra nei lirici dal destino breve e ardente (morì a trentacinque anni in un campo di deportazione, nel 'Ut: e Albini ha tradotto alcune sue melopee altissime, lamenti straziati sul contrasto tra l'oppressione del vivere terreno e la felicità di un Eden Irraggiungìbile. Quanto a József. ancora mi ha colpito il radicalismo di un'esperienza poetica che tut- ccssacscdcsdsto porcaro, figlio di una la- , pvandaia, che passa attraver- sso cento mestieri (dal mozzo gall'impiegato), si nutre come rpoeta di tutto ciò che incon- ! ctra. conosce e lo colpisce: gli vuomini. Dio. la natura, pas- ! laWÌ«to»« politiche, sconfitte so- c Sciali, in una febbre, furiosa ^pn e disperala, di agglutinare e | «l i intrudere il cosmo intero, che [ 1 solo il suicidio varrà a pia \ care. j Ma la sorpresa, il regalo di questa antologia /scoprire un r"==r r Kosztolànvi (M5-1936/. Le date dicono poco, come a nulla serve connotarlo come un decadente. E' poeta del disordine del reale, filtrato attraverso immagini di un'esl- stenza quotidiana e domestt- \^ spettarti un grazie ca all'opposto ordinalissima com'è di certi pittori impressionisti, nei cui quadri scorgi, sotto pennellate fli tornente accostate l'una all'altra a j comporre visioni serene, l'assillo di un'angoscia sottile. I Sentite questi versi, così . composti e così definitivi, cru- \ deli sino allo spasimo: « Se c'è una donna che più di te stesso ■ ami. e sei pronto a darle anche la tua ■ felicità. , perché non vuoi che non esi sta più. ■ perche non osi au gurarle la morte? ■ E se spa risei per tei. se permetti ■ ! che parta, e ti rassegni a non vederla. ■ a non saperne nu! ! la. e solo la ami. ■ perché non chiedi pe, lei e per U. la ^pace il nulla, la gioia più | «rande. ». [ Guido Davico Bonino

Persone citate: Eden Irraggiungìbile, Gianni Toti, Guido Davico Bonino, Umberto Albini

Luoghi citati: Sciali